L’IBU ha organizzato al meglio la stagione di Coppa del Mondo 2020/21, nonostante la pandemia globale di covid-19. Meno viaggi, località che ospitano due tappe, una bolla creata per mettere al sicuro gli atleti, tutto pensato per fare in modo che il biathlon possa andare avanti, seppur senza pubblico. Una differenza abissale rispetto alla caotica FIS.
Ovviamente, nonostante il grande impegno dell’IBU, è impossibile per gli atleti riuscire a restare completamente tranquilli di fronte alla situazione attuale. La conferma arriva anche da Emilien Jacquelin, che ha rilasciato un’interessantissima intervista in tre parti ai colleghi di Nordic Magazine. Vi proponiamo soltanto l’ultima parte, nella quale parla dell’emergenza attuale, che potrebbe in qualche modo anche condizionare la stagione, ma vi invitiamo comunque a leggerla nella sua interezza.
Il campione del mondo della pursuit di Anterselva ha ammesso che in raduno gli atleti francesi stanno cercando di parlare il meno possibile di quanto sta accadendo: «Due settimane fa, quando abbiamo sentito che la situazione sanitaria in Francia stava peggiorando, era piuttosto complicato accettarlo – ha affermato Jacquelin a Nordic Magazine – ma il fatto di essere in allenamento a Bessans, tra noi, tagliati fuori dal mondo, fa molto bene. Sento che l’argomento covid-19 viene fuori meno spesso al tavolo. L’IBU sta facendo di tutto per metterci nelle condizioni di avere una buona stagione. Per il momento noi atleti stiamo facendo tutto il necessario per limitare i rischi: tutto è fatto per garantire che gli atleti stiano in condizioni ottimali prima delle gare».
In una stagione così incerta, gli atleti dovranno essere bravi ad adattarsi a ogni situazione ed accettare gli eventuali imprevisti. «Sono consapevole che bisognerà sapersi adattare ed è una cosa che facciamo già normalmente nel biathlon, perché a seconda delle condizioni meteorologiche e della neve tutto può cambiare da un giorno all’altro. Oggi, una Coppa del Mondo potrebbe essere decisa da un test PCR negativo o positivo, quindi bisognerà stare molto attenti. Quello che mi mancherà di più è il pubblico: mi nutro di loro. Ma ho ormai interiorizzato la sua assenza e sono pronto a correre senza spettatori».
Jacquelin ha quindi applaudito la scelta dell’IBU di far disputare una doppia tappa nelle località di Kontiolahti, Hochfilzen e Oberhof. «Penso sia giusto così. Molti biatleti si sono lamentati per la presenza di Oberhof, ma penso che questa tappa leggendaria abbia un posto importante nel circuito. Le condizioni sono terribili per la maggior parte del tempo, a volte facciamo il confronto con la corsa ciclistica Parigi-Roubaix. È qui che vincono i grandi atleti. In generale è bello poter gareggiare due settimane in un’unica località, significa meno viaggi. So che l’IBU è molto attenta a questo e potrebbe accadere anche di nuovo in futuro».
Infine Jacquelin ha parlato anche delle sue aspettative per la nuova stagione, ammettendo di voler essere costante nel corso di tutto l’anno: «L’obiettivo è essere costante per tutta la stagione. Dato che tutti vogliamo fare bene in classifica generale, bisogna essere in forma per tutta la stagione senza programmare dei picchi in una fase particolare. Preferisco avere un livello generale alto, piuttosto che puntare tutto su un unico evento (riferimento alla tappa di Le Grand Bornand, poi cancellata, ndr). Se preferirei confermare la Coppa del Mondo Pursuit o la medaglia d’oro mondiale? Dal momento che voglio essere più continuo nel corso della stagione, direi il globo. Penso che l’inverno scorso ho già dimostrato delle buone qualità nelle sprint e nell’inseguimento. Ma ho fatto fatica soprattutto nelle individuali. Voglio fare progressi su questo».