È il campione olimpico in carica della sprint, ha vinto tantissime medaglie individuali e a squadre nel corso della sua carriera (tre olimpiche e sedici mondiali), ma a 33 anni Arnd Peiffer ha ancora tanta passione e voglia di mettersi in gioco. Dall’altra parte il biatleta tedesco sta seguendo con grandissima attenzione l’andamento della pandemia di covid-19 ed è consapevole delle ovvie conseguenze che avrà anche sulla stagione del biathlon.
Per l’atleta tedesco l’ultimo dei problemi sarà l’assenza di pubblico sulle tribune: «I calciatori possono essere felici di poter disputare la loro stagione – ha affermato in un’intervista all’agenzia di stampa SID – in questo momento credo sia difficile giustificare il riempimento di uno stadio o anche solo la presenza di duemila persone. Non si può vietare a gruppi di atleti in ottime condizioni fisiche di allenarsi e far entrare duemila persone in uno stadio. Anche se ovviamente vedere uno stadio vuoto è sempre un peccato. Anche noi dovremo adattarci alla situazione sanitaria. Se posso scegliere di non correre affatto o gareggiare senza pubblico, ovviamente sceglierò sempre la seconda opzione. Perché almeno così posso dare il mio lavoro».
Peiffer è invece molto più preoccupato per i giovani, che rischiano di perdere almeno una buona parte della stagione, se non tutta: «Dobbiamo preoccuparci per il futuro. Sono i giovani biatleti a soffrire di più oggi. Penso che tra qualche anni pagheremo le conseguenze di quanto sta accadendo, quando i giovani prederanno il nostro posto. Nell’IBU Cup non si faranno gare fino a Natale e sono proprio le competizioni che mantengono alta la motivazione».
Ad Eurosport il biatleta tedesco ha parlato anche del suo futuro e della possibilità di partecipare ai Giochi del 2022. «Non ho mai legato la mia carriera a un luogo o un particolare evento. Sono un po’ disilluso, le Olimpiadi non sono più pensate per gli atleti ma per gli spettatori. Questo è un evento enorme e sproporzionato che viene commercializzato».