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Biathlon – Dalla Cina, Bjørndalen è preoccupato: “Non so se ci faranno andare in Europa prima di Natale”

Manca ormai meno di un mese al via della Coppa del Mondo di biathlon, che inizierà il prossimo 28 novembre a Kontiolahti, in Finlandia. Non tutte le nazioni hanno però la certezza di esserci, a causa dell’emergenza covid-19. Tra esse anche la nazionale cinese, allenata da Ole Einar Bjørndalen.

L’olimpionico norvegese, al secondo anno alla guida della squadra cinese, nel programma ambizioso della Cina in vista delle Olimpiadi casalinghe del 2022, ha parlato delle difficoltà che i suoi atleti stanno trovando per raggiungere l’Europa. La sua squadra si sta allenando nella Mongolia Interna, una regione autonoma della Cina Settentrionale, e avrebbe in programma di partire per l’Europa il prossimo 16 novembre. Purtroppo la partenza è molto incerta, non soltanto a causa della pandemia, ma anche perché l’esercito cinese sta trattenendo otto degli undici atleti della squadra, coloro che sono affiliati all’esercito cinese. Fangming Cheng, l’atleta che più si è messo in luce lo scorso anno, insieme a Fanqi Meng e Yuhuan Ding sono i tre atleti non affiliati all’Esercito.

«Per noi sarebbe molto importante passare i prossimi cinque o sei mesi in Europa – ha affermato Bjørndalen a TV2 – diventa fondamentale trovare una soluzione per raggiungere l’Europa con la squadra. Al momento ci sono poche possibilità che potremo venire prima di Natale».

L’olimpionico è stato chiamato dalla Cina per regalare soddisfazioni alla nazione ospitante in occasione dei Giochi del 2022, ma Bjørndalen, forte della sua esperienza, sa che restare in patria non sarebbe certo il modo migliore per avvicinarsi al grande appuntamento in programma solo tra un anno e mezzo: «Sarà più complicato fare bene se non potremo partecipare alle gare di fine anno. Forse dovremmo andare con gli unici tre che non sono nell’esercito. Ma generalmente le persone sono molto scettiche sull’idea di lasciare il paese quando c’è una pandemia così grande in Europa, quindi non sono solo i militari ad essere un problema. L’alternativa è restare in Cina e continuare ad allenarsi. Ma spero che non duri troppo a lungo. L’IBU si è ben organizzata per permettere a tutti di vivere in una sorta di bolla».

Bjørndalen sta facendo tanti sacrifici per stare vicino alla sua squadra. È in Cina ormai da maggio, solo a fine agosto è stato raggiunto da sua moglie Darya Domracheva e la figlia Xenia, così come il resto dello staff tecnico, formato da Tobias Torgersen, Erik Kulstad e Jean-Pierre Amat. «Questa estate ero solo, ma ora siamo cinque allenatori. Quindi faremo probabilmente delle rotazioni per tornare a casa di tanto in tanto. Due già sono a casa e saranno pronti appena potremo tornare in Europa».

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