Prosegue la pioggia di critiche nei confronti della FIS per un calendario di Coppa del Mondo che sembra totalmente ignorare l’emergenza pandemica che l’intero pianeta sta affrontando. Come se nulla fosse, l’International Ski Federation ha confermato il programma annunciato in primavera, già esageratamente ricco di gare e viaggi: tredici località diverse, alle quali bisogna poi aggiungere Oberstdorf, dove si disputerà il Mondiale.
Una scelta molto diversa, oseremmo considerare opposta, rispetto a quella dell’IBU, che ha deciso di passare dalle undici località di gara previste (ovviamente Mondiali compresi, essendo parte integrante del programma di Coppa del Mondo) alle otto attuali. Attenzione, perché potrebbe esserci anche un’ulteriore riduzione delle località, visto che soltanto il prossimo fine novembre l’IBU annuncerà le sue decisioni sulle ultime tre tappe, con quella di Pechino altamente a rischio.
E proprio dal biathlon arriva così una nuova critica alla FIS per il suo programma della Coppa del Mondo di fondo. Il biatleta svedese Sebastian Samuelsson, un atleta molto schietto e sincero, che non si tira mai indietro quando c’è da esprimere un’opinione, ha detto la sua all’agenzia TT: «Non credo che andranno avanti con questo programma, e se dovessero farlo, sarebbe qualcosa di irresponsabile, se posso essere onesto. L’IBU è stata molto, ma molto più intelligente su questo argomento». Lo pensiamo tutti.