Più si avvicina l’inizio della stagione e maggiore è la preoccupazione da parte di tutti i team sul divieto all’utilizzo del fluoro che entrerà in vigore dal prossimo mese di novembre. A peggiorare le cose il ritardo della preparazione del macchinario che dovrà rilevare la presenza di fluoro sotto gli sci. L’emergenza covid-19 ha ovviamente rallentato il processo, così i team dovevano provare per la prima volta soltanto a settembre il dispositivo costruito dalla Kompass in una due giorni di test – 23 e 24 settembre – che era stata organizzata appositamente. Le cose però sono ulteriormente cambiate, dal momento che alcuni test interni non hanno dato l’esito sperato, così alle squadre non sarà data l’opportunità di provare questo strumento fino al mese di ottobre, praticamente a un mese dal via ufficiale della stagione. Inoltre ogni squadra avrà soltanto un’ora per provare, cosa che rende tutto più difficili.
È tanta la preoccupazione all’interno delle squadre, ora soprattutto quelle del Nord Europa, quei paesi come Norvegia, Svezia e Finlandia che sono i principali artefici in realtà di questa rivoluzione, ma adesso sembrano essere coloro che più la temono.
Il responsabile dei materiali della nazionale svedese di biathlon, Johan Wåhlström, ha espresso tutti i propri dubbi in un’intervista a SVT: «Ci sono grandi differenze – ha affermato, parlando del passaggio dal fluoro ai prodotti privi di esso – è come passare dalla Formula 1 ad una gara popolare. Io stesso faccio questo lavoro da 22 anni e ho sempre lavorato esclusivamente con prodotti fluorurati. I prodotti che ora utilizzeremo non li avevamo nemmeno inclusi nelle prove, sono veramente pessimi».
In questi giorni sia il team dei materiali della nazionale svedese di biathlon che quello del fondo sono a Torsby, all’interno del tunnel, per fare delle prove in vista della prossima stagione. Assieme stanno cercando di trovare delle valide alternative al fluoro per riuscire a tenere un’alta competitività. Allo stesso tempo ci si preoccupa però del lavoro che staranno facendo gli altri: «Una delle nostre più grandi paure – ha ammesso Wåhlström – è che qualche altra squadra nazionale abbia trovato qualcosa che non ha nessun altro». In fin dei conti accadde così anche ai tempi del fluoro.
La preoccupazione principale, però, è un’altra, la paura di un vero e proprio doping dei materiali: «Quello che più ci preoccupa è la possibilità che il sistema di controllo non funzioni. Temiamo di finire in qualcosa che sarebbe anche più grande del doping. Penso che molti cercheranno di aggirare il sistema. Abbiamo ovviamente paura che altri possano utilizzare prodotti al fluoro e poi li coprano in modo che la macchina non li rilevi, ottenendo però lo stesso effetto in pista. Ne abbiamo parlato sia con la Norvegia che con la Finlandia, anche loro la pensano come noi. Al momento, non avendo ancora visto la macchina, non sappiamo se c’è la possibilità di aggirare il problema».
Insomma questa rivoluzione arrivata troppo in fretta e bruciando le tappe sta mettendo paura agli addetti ai lavori, che speravano probabilmente di avere – come giusto che fosse – già tutto chiaro in questa fase. «A quanto ho capito ci sarà una sorta di valore limite – ha spiegato lo skiman svedese – vedremo se sarà il 20, 10 o 0,01 percento. Non he ho idea. Probabilmente verrà deciso in ottobre, quando ci sarà permesso di venire in Germania e provare questa nuova macchina sui nostri sci puliti. In questo momento è tutto molto incerto, ma si spera di saperne di più in ottobre».
Insomma la stagione si avvicina e la confusione è ancora tanta. Senza tenere in considerazione la pulizia degli sci trattati per anni con prodotti fluorurati o anche le sacche per il trasporto. Gettare via tutte queste cose sarebbe un bel problema.