La Norvegia è stata la nazione che più delle altre ha spinto per l’abolizione dei prodotti fluorurati, ma ora proprio i norvegesi sono i più preoccupati per le conseguenze che questo divieto potrebbe portare con sé. Il 23 e 24 settembre – come vi abbiamo scritto ieri in questo articolo (clicca qui) – skiman da tutto il mondo raggiungeranno la Germania per provare il nuovo macchinario della Kompass, che dovrebbe riuscire a rilevare la presenza di fluoro sotto gli sci.
I norvegesi, però, vogliono essere certi che questo macchinario funzioni alla perfezioni e nessuna nazione possa barare, utilizzando per esempio qualche trucco per applicare i prodotti fluorurati sotto gli sci senza però risultare dai controlli. Ecco quindi l’idea che Stein Olav Snesrud, skiman della nazionale norvegese, ha svelato a NRK: «Creeremo delle trappole, mimetizzando il fluoro che apporremo su alcune paia di sci, attraverso altri prodotti, per vedere se la macchina è in grado di rilevarlo. Dobbiamo scoprire se il test è abbastanza buono o no, perché potremmo avere un grosso problema se non lo fosse».
La Norvegia manderà in Germania tre uomini, che avranno un’ora di tempo (non quattro, come avevamo scritto noi ieri) per provare i materiali per sci di fondo, biathlon, salto e sci alpino. Quindi, una volta tornati in patria, dovranno anche affrontare un periodo di quarantena. I norvegesi ritengono ci sia poco tempo per testare gli sci: «Un’ora di test sembra veramente poco, ne servirebbero diverse decine per fare tutte le prove di cui abbiamo bisogno» ha tuonato Elend Bjøntegaard.
Dall’IBU hanno cercato di tranquillizzare, attraverso Max Cobb: «Possono testare molti sci in un’ora». Inoltre l’IBU ha anche promesso che nei prossimi mesi si recherà in diverse parti d’Europa per fare ulteriori test. Dalla Norvegia, però, Tobias Dahl Fenre, responsabile dei materiali per il fondo, è scettico, fino a quando non vede delle date specifiche. Così i norvegesi parlano di divieto affrettato: «Noi tecnici non ci sentiamo in controllo della situazione, gli atleti si sentono a disagio. Credo che anche la FIS e l’IBU abbiano la stessa sensazione. Questo divieto è affrettato. Fosse dipeso da me, quest’anno non ci sarebbe stato alcun divieto, vista la situazione attuale. Se tutto l’apparato di prova fosse stato pronto da prima, avremmo anche potuto farlo. Se ci fosse stato già fornito un dispositivo di prova, avremmo potuto fare tutto per bene. Ora possiamo ritrovarci solo con tanta frustrazione e delle situazioni potenzialmente complicate nella prima fase della stagione».
Insomma, proprio dal paese che più degli altri ha lottato affinché venisse posto questo divieto, adesso c’è una clamorosa ribellione, la paura di buttare molti dei duemila paia di sci sui quali è stato utilizzato in questi anni il fluoro e soprattutto la preoccupazione che qualcuno possa barare senza essere scoperto. Fonte: NRK