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Biathlon – Dalla Russia alla Romania, Oskin spiega la scelta: “Non chiamatemi traditore, per me è un’opportunità”

Si sta discutendo molto negli ultimi anni dei tanti atleti che, soprattutto nel biathlon, hanno deciso di cambiare nazionalità, lasciando la Russia. Vi abbiamo riportato recentemente del passaggio di cinque russi alla nazionale rumena.

Uno di essi, Anatoly Oskin, che non ha mai trovato spazio nella nazionale russa ad alto livello, ha deciso di spiegare ai media le sue ragioni. A 31 anni il russo ha deciso di passare alla Romania e rilanciare così una carriera che sembrava ormai finita su un binario morto. Stanco di essere indicato come un traditore, il biatleta che gareggerà per la Romania ha parlato a sport-express.ru: «Un allenatore mio amico mi ha suggerito di andare – ha affermato – in quel momento avevo intenzione di rinunciare allo sport. Ma ho deciso di provare. Per me è questa è una nuova esperienza, un’opportunità. Non avevo intenzione di trasferirmi nei paesi dell’ex Unione Sovietica. La Romania fa parte invece dell’Unione Europea, quindi per me questa è la possibilità di vivere e lavorare in Europa».

Quindi Oskin ha spiegato la sua scelta: «È piuttosto ovvio. In Romania la concorrenza è molto più bassa rispetto alla Russia. Anche se non ti qualifichi per la Coppa del Mondo, puoi gareggiare sicuramente in IBU Cup e ai Campionati Europei. I rumeni, poi, mi aiutano per tutto ciò che riguarda la preparazione. Ad esempio, mi hanno dato fino a quattro fucili tra cui scegliere. Ci sono due eccellenti centri per il biathlon qui, c’è l’opportunità di effettuare dei raduni. Mi alleno presso lo Steaua club con un allenatore locale, anche se i tecnici qui mi permettono di seguire un programma di allenamento personale. Dato che sono molto interessato ai metodi di allenamento e ho intenzione di diventare un allenatore in futuro, questo è molto importante per me. Anche i rumeni stessi sono interessati a sfruttare la nostra esperienza».

La Russia non ha fatto alcun problema ad alcuni atleti di cambiare nazionalità. Oskin è convinto sia stato giusto così: «L’ex presidente federale, Vladimir Drachev, non ha interferito in alcun modo. È una persona ragionevole, è stato anche un atleta molto titolare. Ma poi perché la Russia avrebbe dovuto metterci i bastoni tra le ruote? Se noi gareggiamo solo in patria e vogliamo invece farlo in competizioni più prestigiose, perché non concedercelo. Se un atleta non è soddisfatto al punto da essere pronto a cambiare cittadinanza, o lo farà per proseguire con questo sport oppure lo lascerà. Sia nel primo che nel secondo caso la Russia perderebbe questo atleta. Sono consapevole che a molte persone non piacciono questi cambiamenti, alcuni ci chiamano traditori o simili, pensano che il nostro paese ha investito in noi e ce ne andiamo. Ma a questo punto si potrebbe condannare anche chi si ritira in anticipo. Per esempio se sei stato cresciuto per quindici anni dallo sport russo, ti è stato messo a disposizione tutto e all’improvviso hai deciso di abbandonare lo sport, non è la stessa cosa? Ogni persona dovrebbe avere il diritto di fare le proprie scelte personali».

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