A cavallo tra marzo ed aprile, in un occasione di un evento sciistico in programma a Vuokatti, e alla festa di fine stagione avvenuta dopo la cencellazione della manifestazione, la fondista finlandese Leena Nurmi aveva contratto il coronavirus, insieme ad altre persone che avevano partecipato alla festa. La ventiseienne, che era già reduce da una stagione piuttosto negativa, perché andata in overtraining, si è ora completamente ristabilita e ha ripreso la preparazione in vista della prossima stagione: «Sto bene adesso. Non sento alcuna sensazione insolita nel corpo, mi sento in salute».
La finlandese è però tornata a parlare dei giorni della malattia e le paure avute in quel periodo: «La malattia era molto simile alla tipica influenza, io stessa pensavo fosse così – ha affermato l’atleta a YLE – non credo che avrei mai capito di avere il coronavirus se non avessi fatto il test».
Nurmi ha affermato di aver avuto una febbre insolitamente alta, attorno a 39 gradi, mal di testa, brividi e forti dolori muscolari e articolari. Poi i sintomi successivi le hanno fatto immaginare potesse essere il covid-19, quando ha perso gusto e olfatto e ha anche sofferto di mancanza di respiro. I sintomi sono durati circa due settimane, poi ce ne sono volute altrettante per guarire completamente.
Una volta ripresasi completamente, però, Leena Nurmi aveva paura delle conseguenze che la malattia avrebbe potuto causare alla sua carriera: «All’inizio non ero preoccupata, perché ho scoperto che avevo il covid-19 soltanto dopo dodici giorni di malattia, quando i sintomi peggiori erano già passati. Dopo il risultato positivo, però, ho iniziato a temere potesse lasciare qualche strascico nella mia capacità polmonare». Una volta tornata a fare attività fisica, Nurmi sentiva il fiato corto ed era spesso costretta a fermarsi sulla pista: «Ho notato che dovevo riprendere lentamente. L’errore più grande sarebbe stato iniziare ad allenarsi normalmente fin dal primo giorno in cui ti senti bene. Nei polmoni ho sentito di aver accusato di più rispetto alle normali malattie».
Nurmi si è anche sottoposta a diversi test in laboratorio, partecipando a uno studio per scoprire le conseguenze generate sugli atleti da questa malattia. Così la fondista ha sostenuto esami del sangue ed altri controlli cardiaci e ai polmoni. «Avevo già fatto test simili prima della malattia, così abbiamo potuto fare un raffronto e i risultati erano normali. Quindi mi hanno rassicurata che la malattia non ha lasciato tracce».
Nurmi, che nel 2018 vinse il titolo finlandese sprint, è quindi tornata ad allenarsi lo scorso giugno, dopo diversi mesi dall’ultima volta in quanto si era già fermata prima di ammalarsi, essendo andata in overtraining: «Sento che il corpo sta reagendo bene. Il coronavirus non ha portato con sé delle conseguenze e ho recuperato dal sovraccarico di allenamento accusato all’inizio della passata stagione».
Insomma fortunatamente per il momento sembrerebbe che la finlandese si sia ripresa bene dal Covid-19, senza aver avuto alcuna conseguenza ai polmoni, che per una fondista è fondamentale. Sicuramente una notizia che tranquillizza molti atleti, anche se ovviamente bisognerà continuare a fare attenzione, perché forse il percorso di recupero è più lento rispetto ad un’influenza normale.