Probabilmente a qualcuno dei nostri lettori sarà capitato, ai tempi della scuola, di essere un po’ indietro con i compiti assegnati per l’estate e per questo motivo cercare di evitare le domande di qualche parente troppo curioso sull’argomento. È più o meno ciò che accade a Johannes Bø ogni estate.
Il fenomeno norvegese, vincitore del globo di cristallo negli ultimi due anni, fatica ad allenarsi a cavallo tra primavera ed estate, spesso salta delle sessioni, al punto da essersi anche rifiutato di tenere un diario di allenamento per quando è a casa. Il suo enorme talento naturale, sia fisico che mentale, però, gli permette di ottenere ugualmente dei risultati straordinari, al punto che è indiscutibilmente il numero uno al mondo e probabilmente lo sarà ancora per diversi anni. Eppure, nonostante i risultati siano ampiamenti dalla sua parte, come lo studente adolescente che non ha fatto i compiti, anche Johannes Bø si sente in colpa ogni volta che salta delle sessioni di allenamento.
«Ogni volta penso a cosa avrei dovuto fare, anziché farlo – ha ammesso Bø in un podcast di NRK – ho sempre con me una brutta sensazione. Credo sia proprio fastidioso essere il mio allenatore. Sono molto motivato quando sono in raduno, ma lavoro molto male quando sono a casa e a volte è difficile contattarmi».
Il campione del mondo nella mass start di Anterselva ha quindi raccontato che spesso non risponde alle telefonate del suo allenatore, Egil Kristiansen: «Non ripondo al telefono. Quando Egil chiama, so già che mi chiederà come è andato l’allenamento, visto che sono l’unico a conoscere la risposta, non tenendo un diario di allenamento. Quindi lascio squillare il telefono, ma mi sento in colpa». Anche l’allenatore norvegese ha confermato questo particolare atteggiamento di Bø, ridendoci sopra, seppur ammettendo che a volta possa essere un po’ frustrante.
Johannes Bø, però, è già da alcuni anni che ha questo atteggiamento nel corso della preparazione, rinuncia a grandi quantità per la prima parte dell’estate, per poi accelerare dalla seconda metà di agosto. Da anni questo ha sempre portato ad ottimi risultati, grazie anche a un talento naturale. «Ogni volta penso che avrei dovuto allenarmi di più, ma non ce la faccio, rimando. Ma se le cose non fossero andate bene negli ultimi anni, avrei iniziato a comportarmi in modo diverso». Come dargli torto. Certamente per gli altri atleti è il compagno di classe invidiato perché studia poco e prende sempre il massimo dei voti.