Due anni fa, nel suo ultimo anno da Junior, vinse due ori ai Mondiali Juniores, nella sprint e in staffetta, poi fece anche un’ottima impressione al Mondiale assoluto di Seefeld, che chiuse però in lacrime cadendo sul rettilineo finale quando era a un passo dalla qualificazione alla finale. Kristine Stavaas Skistad ha grande talento, è grintosa e nessuna vorrebbe averla contro in batteria. Per questo motivo ci si aspettava molto da lei nella passata stagione, al suo primo anno da senior.
Invece la giovane norvegese ha faticato sin dall’inizio, ha risentito dei nuovi carichi di allenamento e anche in occasione del Mondiale Under 23 di Oberwiesenthal non è andata oltre un settimo posto. Alla sua ultima gara della stagione, però, la sprint di Coppa del Mondo a Konnerud, è tornata a dimostrare le sue grandissime qualità. Dopo il quindicesimo posto in qualificazione, nelle batterie Skistad ha tirato fuori nuovamente il carattere da lottatrice, riuscendo ad arrivare in finale e chiudendo al quarto posto, miglior norvegese nella gara vinta da Sundling su Fähndrich e Svahn.
Proprio la svedese, vincitrice della coppa di specialità lo scorso anno, era giunta quarta al Mondiale Juniores vinto da Skistad. Per questo motivo, la norvegese non ci sta a farsi battere e vuole rivaleggiare con colei che, dopo i risultati dello scorso anno, è considerata l’astro nascente delle sprint. «Non mi piace essere battuta da Svahn – ha affermato Skistad a Dagbladet – abbiamo la stessa età. È esplosa lo scorso anno. Devo fare qualcosa a riguardo».
Skistad stima la coetanea svedese: «Non le piace perdere. È una cosa positiva. È importante avere un carattere competitivo per essere bravi. Immagino che lotteremo molto l’una contro l’altra».
Prima, però, la norvegese deve alzare il suo livello, dopo aver completamente mancato la sua prima stagione da senior. «Ho capito cosa non ha funzionato la scorsa stagione. Ho evitato di commettere gli stesso errori ed intendo continuare così. Lo scorso anno ho fatto troppi carichi e commesso anche altri errori, come ripartire troppo presto dopo essere stata male ed altre cose del genere. Ho imparato tanto da questo».
Skistad ritiene di essersi concentrata troppo sul numero di ore di allenamento da svolgere, anziché ascoltare di più il proprio corpo e gestire di conseguenza l’allenamento. «Sicuramente non ho tanto di cui vantarmi per la passata stagione – ha sottolineato – ma penso di aver imparato molto da essa e diventerò più forte nel lungo periodo. Penso di aver davvero beneficiato di quelle difficoltà, perché dalle avversità si impara».
La norvegese deve anche combattere con la poca stima di alcune sue rivali, che non apprezzano il suo modo poco ortodosso di muoversi in pista. Skistad, però, non si fa alcun problema del giudizio delle altre fondiste: «Non capisco perché critichino la mia maniera di sciare. Devono accettarla, è così che faccio. Bisogna accettare il fatto che ogni atleta abbia la propria strategia, perché si tratta di arrivare per primi al traguardo. Poi come farlo dipende da ogni singolo atleta».