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Sci di fondo

Fondo – Un virus allo stomaco ferma la nazionale norvegese juniores: mezza squadra ammalata e raduno sospeso

Un virus ha fermato anticipatamente il raduno della nazionale juniores norvegese. Undici atleti, sei ragazze e cinque ragazzi, erano riuniti a Natrudstilen da venerdì 7 agosto e avrebbero dovuto restarci fino al 14 agosto. Poi improvvisamente gran parte della squadra ha iniziato ad accusare forti dolori allo stomaco, così è arrivata la decisione di sospendere immediatamente il raduno e rimandare tutti a casa con due giorni di anticipo.

Soltanto lunedì il primo atleta aveva accusato dolore allo stomaco. «Non sapevamo cosa fosse – ha affermato Monika Kørra, allenatrice della squadra juniores norvegese, a VG – l’atleta non stava bene e aveva mal di stomaco. Pensavamo che ciò potesse essere stato causato da qualcosa che aveva mangiato». La nazionale norvegese aveva fatto grande attenzione a rispettare tutte le norme di igiene e distanziamento, richieste per il coronavirus. «Gli atleti sono stati molto bravi – ha raccontato Kørraquando veniva servito il cibo, nessuno poteva entrare in cucina. Abbiamo sempre utilizzato l’antibatterico, ma evidentemente questo non è bastato per il virus allo stomaco».

In pochissimo tempo, infatti, altri giovani della squadra hanno iniziato ad accusare gli stessi problemi: «Nel momento in cui metà team ha manifestato gli stessi sintomi – ha affermato Kørraabbiamo deciso di annullare il raduno. Era un virus violento».

Così mercoledì sono tutti tornati a casa. Il medico della nazionale norvegese, Øystein Andersen, era responsabile medico del raduno: «Abbiamo testato tutti gli atleti e i campioni sono stati inviati in laboratorio, per capire se dipendesse da virus o batteri. Non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta».

Il medico della nazionale norvegese ha poi risposto a chi ha sottolineato il fatto che nessun dottore fosse al seguito della squadra giovanile, né lui né Remi Andersen, medico della nazionale juniores: «Siamo sempre stati in contatto con loro. Non siamo mai stati tanto attenti alla prevenzione delle infenzioni, quanto lo siamo oggi. Anche senza medico a seguito»

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