Per la prima volta dopo dieci stagioni consecutive nelle quali era sempre riuscito a salire sul podio in gare individuali di Coppa del Mondo, ottenendone in totale 31 tra i quali 10 successi, Maurice Manificat ha chiuso un anno sportivo senza mai arrivare tra i primi tre in gare di Coppa del Mondo. Una stagione 2019/20 altamente negativa per il francese, che ha chiuso al quinto posto la 15km in skating di Davos a dicembre, ma poi ha sempre ottenuto piazzamenti oltre il decimo posto.
«Diversi fattori hanno portato a questa stagione – ha affermato l’atleta francese in una lunga intervista a Nordic Magazine – mi sono portato dietro uno stato di forma scadente dal finale dell’inverno precedente e il mio corpo sta anche invecchiando. Non sono riuscito a smaltire i carichi di allenamento. Queste cose possono accadere, così ho iniziato l’inverno in quella maniera e non ho mai superato quella fase. È stato così tutto l’anno, anche perché poi a gennaio ho preso bronchite e sinusite, che mi hanno tenuto a letto per un mese. Non potevo fare altro e questo mi ha svuotato. Quando sono tornato, mi sembrava che la forma stesse finalmente arrivando, ma a quel punto si è fermato tutto. Non avevo mai chiuso una stagione intera in bianco, è stato fastidioso. Avevo sempre ottenuto un podio o una soddisfazione, anche quando ero giovane».
Una delusione grande al punto che Manificat aveva deciso di mettere da parte la Coppa del Mondo e chiudere la stagione nel circuito delle lunghe distanze: «Non avevo programmato di terminare la Coppa del Mondo, ma di fare alcune gare di lunga distanza. Ho iniziato con La Savoyarde, dove ho avuto belle sensazioni, poi avrei preparato alcuni classici, come il Birkebeinerrennet, ma alla fine si è fermato tutto. Volevo mettermi alla prova, vedere com’era l’ambiente e cambiare un po’ aria».
Pur essendo attratto dalle lunghe distance, Manificat ha ancora voglia di misurarsi in Coppa del Mondo: «Le gare di granfondo sono leggendarie, sono il DNA dello sci di fondo, anche se ora è un po’ diverso perché si gareggia tutto a spinta. Sono anche gare popolari in cui gli atleti professionisti si mischiano alla folla dei praticanti. È un mondo diverso che potrebbe anche attirarmi dopo la carriera. Ho voglia di misurarmi anche lì, ma non voglio dedicarmici tempo pieno adesso. Le Olimpiadi, i Mondiali e La Coppa del Mondo mi ispirano ancora».