4×4000, un sogno divenuto realtà. Più che un tentativo di record, quello portato a termine nel pomeriggio di lunedì dal trailer Davide Cheraz e dall’Aspirante Guida Alpina Pietro Picco verrà ricordata come l’impresa “green” di due amici fortemente legati alla propria valle. Due amici che hanno voluto coronare un ambizioso progetto iniziato e concluso a Courmayeur, ai piedi del Monte Bianco. Insieme, in 4 giorni, hanno raggiunto i 4000 simbolo della Valle d’Aosta, spostandosi dalla base di una montagna all’altra sulle loro bici da strada Giant TCR Advanced.
Partner di questo ambiziosa avventura, oltre alla Regione VDA, il comune di Courmayeur Mont Blanc che, proprio per la sua vocazione nei confronti dell’alpinismo, della natura e delle imprese straordinarie come 4×4000, sin dall’inizio ha sostenuto questo intrepido viaggio.
Rispettando la road map che si erano imposti, i due ragazzi di Courmayeur sono partiti venerdì da casa in bicicletta pedalando per circa 400km. Hanno affrontato più di 6.500 metri di dislivello per raggiungere le vette di Cervino (4.478 m), Monte Rosa (4.554 m), Gran Paradiso (4.061 m) e Monte Bianco (4.810 m), prima di fare ritorno a Courmayeur, al Jardin de l’Ange, dove ad accoglierli vi era una nutrita folla di amici e turisti.
«E’ andata bene, benissimo – ha dichiarato Davide Cheraz -. Non fosse per il Bianco dove ci siamo trovati nella nebbia, direi che è andato tutto alla grande». Entrando nei dettagli, l’azzurro di trail running ha continuato: «Le condizioni non erano delle migliori, abbiamo anche pensato di tornare sui nostri passi, ma grazie all’assistenza di alcuni amici siamo riusciti ad arrivare in vetta. Il Cervino era la montagna che mi preoccupava di più dal punto di vista tecnico… invece siamo saliti molto più rapidi rispetto all’ascesa fatta come test. Ci siamo sempre mossi agevolmente anche grazie a delle giornate spettacolari. Momenti di difficoltà? Non molti. Oggi Pietro ha patito un dolore al tendine sull’ultima discesa verso Courmayeur, ma è stato un duro e ha stretto i denti».
Alle sue parole hanno fatto eco quelle dell’amico Pietro Picco che da buona “futura guida” ha puntualizzato: «Sapevamo che oggi il meteo non sarebbe stato dei migliori, ma nemmeno così proibitivo da vanificare l’ultima ascesa. E’ stato difficile trovare il momento giusto per partire, ma attendere e rinviare di qualche giorno si è rivelata la scelta giusta. Siamo contenti di essere riusciti a coronare questo nostro piccolo sogno. In questi giorni ci siamo sempre mossi bene, con una buona sintonia e senza prendere eccessivi rischi. Ora direi che ci siamo meritati una bella dormita».