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Biathlon – Chabloz soddisfatto dell’impatto di Stina Nilsson nella squadra: “Si è creata un’ottima combinazione”

A 27 anni sta affrontando una nuova avventura nel biathlon, dopo aver vinto già l’oro olimpico nello sci di fondo. Stina Nilsson sta lavorando molto duramente per riuscire a mettersi al paro con le compagne di squadra della nazionale A svedese, ma allo stesso tempo sta anche portando alle altre la sua grande esperienza nello sci di fondo, che potrebbe tornare utile alle compagne.

Una condivisione di esperienze che piace moltissimo all’allenatore Jean-Marc Chabloz: «Penso si sia creata un’ottima combinazione nella quale le atlete si stanno allenando molto bene l’una accanto all’altra. Stina rappresenta uno stimolo in più per l’intera squadra quando mette le sue esperienze a disposizione del gruppo, soprattutto dal punto di vista tattico. Dall’altra parte lei può imparare tanto dalle altre al poligono».

La stessa Stina Nilsson è sempre più felice della nuova carriera che ha intrapreso e sembra trovarsi veramente bene all’interno della squadra: «Come principiante, ho avuto il privilegio di entrare a far parte di questo gruppo e ricevere immediatamente dei consigli professionali su come si preparano i migliori biatleti al mondo. Per me ha un valore molto importante essere in questo gruppo e allenarmi assieme a loro».

Per Stina Nilsson non sarà facile proporsi subito ad alto livello nel biathlon. Ne è consapevole Chabloz, che infatti ha un importante consiglio per l’atleta che ha seguito molto da vicino nei suoi primi mesi di pratica al poligono: «Bisogna restare tranquilli e accettare anche i risultati negativi. Deve capire che potrebbero anche andare male alcune gare ed essere pronta a reagire a un brutto risultato. Lo farà, ne sono assolutamente convinto. Abbiamo sempre detto che si tratta di un investimento a lungo termine».

Chabloz è convinto che l’esperienza da atleta di altissimo livello nello sci di fondo tornerà utile a Stina Nilsson anche nel biathlon: «Penso per lei sia molto facile concentrarsi al poligono. È abituata, perché se da una parte è una principiante, allo stesso tempo ha già una carriera d’élite ai massimi livello. Quindi ha un piccolo vantaggio in più dal punto di vista mentale. Vedo che ha la capacità di concentrarsi sulle cose giuste e questo è importante al tiro».

La svedese stessa ha ammesso a Sport Expressen di provare piacere al tiro, anche quando si è trovata a sparare 1200 colpi a settimana: «Sono consapevole che la maggior parte degli atleti sparano già da molti anni e potrebbero oggi non provare la mia stessa gioia. Sono molto curiosa su alcune cose che per gli altri potrebbero essere ormai un’abitudine. Quindi per me è ancora divertente, tanto che non spariamo da alcuni giorni e sento davvero che mi manca».  

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