Tra la voglia di migliorare perché “devo ancora raggiungere l’apice della mia carriera sportiva” e il rispetto per Bolshunov nonostante non si sia complimentato con lui per la vittoria della Coppa del Mondo, Johannes Klæbo ha rilasciato un’interessante intervista alla testata francese “Nordic Magazine”.
Il campione norvegese è partito dalla passata stagione, riguardo la quale ha un giudizio molto positivo: «Sono davvero contento della mia stagione nel suo insieme – ha affermato Klæbo – sono arrivato sesto nella classifica distance, migliorando di tre posizioni rispetto alla stagione precedente. Sono secondo nella classifica generale e sono riuscito a mantenere le mie qualità di velocista, che era un obiettivo perché anche per le distance è importante essere un buon velocista per il finale. Il mio segreto nelle sprint? In questo format ci vuole tanta improvvisazione, puoi sciare velocemente per 1,3km ma non sai cosa faranno i tuoi avversari nella batteria. Quindi la cosa più importante è fare ciò che puoi in base al comportamento degli altri. Puoi avere un piano prestabilito prima del via, ma devi sempre essere pronto a cambiarlo a seconda delle circostanze di gara. La fiducia in se stessi è forse la cosa più importante da avere sulla linea di partenza. Se immagino il giorno della sconfitta? Quando sono in gara è per vincere e il giorno in cui non sarò abbastanza forte da farlo, dovrò chiedermi se ho sbagliato o sono solo diventato troppo vecchio. Ho ancora qualche anno prima di raggiungere l’apice della mia carriera sportiva».
In Russia hanno polemizzato molto perché Klæbo non si è complimentato con Bolshunov per la vittoria della Coppa del Mondo. Il campione norvegese ha spiegato come sono andate le cose: «Ho un grande rispetto per i buoni atleti e Bolshunov è uno di questi. Ho visto che alcuni giornali hanno scritto che non mi sono congratulato con lui per la vittoria della Coppa del Mondo. Il motivo è semplice: non abbiamo mai concluso la Coppa del Mondo negli Stati Uniti e in Canada a causa del covid-19». Qualcuno in Russia ha contestato queste dichiarazioni, travisandone il significato. Klæbo voleva soltanto dire che non ha avuto modo di incontrare Bolshunov, certamente non aveva l’intenzione di sminuire il suo successo.
Tornando a parlare di sé, Klæbo ha chiarito la sua scelta di tornare nel gruppo sprint della squadra norvegese, nonostante i buoni risultati ottenuti nella passata stagione: «Penso sia questa la miglior preparazione per me. Gli sciatori di fondo devono essere competitivi su distance e sprint per vincere in Coppa del Mondo, ai Mondiali e alle Olimpiadi. Molte gare terminano con uno sprint e per mantenere la velocità bisogna allenarla. È ciò che faccio».
Klæbo ha quindi parlato dell’emergenza Covid-19, che ha prima spinto gli organizzatori a far disputare la 50km di Holmenkollen a porte chiuse e successivamente a chiudere anticipatamente la Coppa del Mondo: «È stata una 50km strana, perché normalmente c’è una grande folla intorno alla pista, che ci aiuta nel corso della gara. Inoltre, allora non sapevamo nemmeno che fosse l’ultima gara in cui avremmo gareggiato. Dopo si è fermato tutto. Penso che comunque noi fondisti siamo stati molto fortunati, in quanto la nostra stagione era praticamente finita quando è arrivata la pandemia di Covid-19. Probabilmente è più difficile per chi pratica gli sport estivi. Ad ogni modo ritengo importante che noi atleti comprendiamo quanto siamo privilegiati nel poter fare ciò che amiamo di più: sport, mangiare e dormire. Credo che noi sportivi abbiamo subito molti meno cambiamenti rispetto agli altri nella vita quotidiana. Cosa ho fatto durante la pandemia? Mi sono allenato bene e penso che dovrei essere in buona forma per l’inizio della stagione invernale, se ci sarà una Coppa del Mondo. Per quanto riguarda questa estate, avrò tempo libero a luglio prima di partecipare a Blinkfestivalen e Toppidrettsveka ad agosto».