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Biathlon – Klaus Höllrigl dopo il primo raduno azzurro: “Ho visto una squadra ancora più motivata e fresca del solito”

Nella sua Val Martello è iniziata l’avventura della nuova Squadra A italiana 2020/21. Klaus Höllrigl ha lavorato al fianco del responsabile Andreas Zingerle e gli altri due allenatori, Andrea Zattoni e Nicola Pozzi, nel raduno che ha aperto ufficialmente la preparazione dei dieci componenti della nazionale italiana.

Un appuntamento diverso da quelli abituali, in quanto il primo post Covid-19, con squadra e allenatori molto attenti nel rispettare tutte le misure di sicurezza e prevenzione richieste. Del primo impatto con la nuova squadra azzurra e di come staff tecnico e atleti si siano comportati nella settimana d’allenamento in Val Martello, abbiamo parlato proprio con l’allenatore di casa, Klaus Höllrigl.

Buon pomeriggio Höllrigl. Si è concluso da pochi giorni il primo raduno della nuova Squadra A. Che impressioni ha avuto da questo gruppo piuttosto rinnovato?
«Ho visto tutti molto stimolati. I giovani si sono uniti alla squadra con tanta voglia di fare, sono motivatissimi. Ovviamente i nostri quattro big hanno lavorato ad altissimo livello, come hanno sempre fatto in questi anni, ma a loro si è unita la freschezza e gioventù dei nuovi entrati. Ho visto un bel clima, c’era proprio tanta voglia di far bene. Non so se ciò sia dovuto soltanto a questo, oppure anche al fatto che, a causa della pandemia, sono rimasti più del solito lontano dalle piste».

Crede quindi che la lunga pausa abbia dato loro ancora più stimoli?
«Li ho visti affrontare gli allenamenti con ancora più entusiasmo del solito. Per i nostri big, per esempio, credo sia stato il periodo di riposo più lungo che abbiano fatto da molti anni ad oggi. Oltre ad essersi fermati prima, non hanno nemmeno avuto i tanti impegni extra sportivi che ha portato loro via sempre tanto tempo in questi anni. Sono riusciti a recuperare tutti bene, avevano testa e fisico freschi».

Parliamo dei singoli. Come ha trovato Dorothea Wierer? Dopo le tante vittorie ottenute negli ultimi anni ha sempre le stesse motivazione?
«Ormai la vedo da anni e posso dirvi che Dorothea è ancora più motivata del solito. Credo sia dovuto al fatto che è riuscita a recuperare bene stando tanto tempo a casa. Ha veramente una grande voglia di allenarsi, fare bene e migliorare ancora. Tutto sembra, tranne un’atleta che possa accontentarsi di ciò che ha già ottenuto. È motivatissima. Non l’avevo mai vista così fresca al primo raduno».

Immaginiamo siano molto motivati anche gli altri tre big azzurri, che nella passata stagione, per un motivo o nell’altro, non sono riusciti ad ottenere tutti i risultati che si erano prefissati.
«Sicuramente sono motivatissimi. Lisa (Vittozzi, ndr) è intenzionata a far vedere che lo scorso anno non era la vera Lisa, nonostante in ogni caso qualche buon risultato nel corso della stagione era arrivato. Si vede che ha una gran voglia di ripartire e lavorare su quegli aspetti da migliorare che abbiamo individuato. Stesso discorso anche per Dominik, apparso motivatissimo. Abbiamo già capito su cosa lavorare per migliorare e fargli fare un altro step. Sperando sia più fortunato rispetto allo scorso anno, perché quella caduta ad Oberhof gli ha pregiudicato la fase centrale della stagione. Infine Hofer è il solito Luki, una macchina ricca di motivazioni. Può accadere qualsiasi cosa, lui ha sempre una voglia matta di migliorare. In particolare dopo che nella passata stagione non ha potuto esprimersi al meglio a causa di quei problemi alla schiena. Tutti e tre vogliono tirar fuori il loro vero valore, che nello scorso anno non sono riusciti a mostrare sempre».

Già lo scorso anno ha allenato Daniele Cappellari e Patrick Braunhofer, che alla prima stagione in Squadra A non sono riusciti ad esprimersi al meglio. Cosa si aspetta da loro dopo la conferma?
«Patrick purtroppo si era fatto male al via della preparazione e ne ha risentito. Daniele ha fatto il suo primo anno in Squadra A, un intero inverno in Coppa del Mondo, un passaggio tutt’altro che facile. Purtroppo non ha mai trovato il giusto ritmo gara, anche perché ne ha disputate meno del previsto. Da lui mi aspetto un bel miglioramento, perché spesso, quando sali in squadra A, questo arriva alla seconda stagione. Ora sarà più abituato a determinati carichi di lavoro e credo possa crescere sugli sci. Per Braunhofer vale precisamente lo stesso discorso».
Michela Carrara, Irene Lardschneider, Tommaso Giacomel e Didier Bionaz sono i quattro nuovi ingressi in Squadra A. Per la prima volta si alleneranno con voi, anche se ovviamente già li conoscete bene. Cosa vi aspettate?
«Parto dalle due ragazze, che mi hanno fatto una bella impressione, perché sono arrivate molto motivate e hanno lavorato bene. Ovviamente c’è ancora un bel gap tra loro e le altre due, ma cercheremo piano piano di aiutarle a colmarlo. Per quanto riguarda i due ragazzi, li ho visti già molto forti dal punto di vista fisico, ben preparati. Nel loro caso dobbiamo stare attenti, perché sono giovani e vista la loro età dobbiamo aspettarci degli alti e bassi. Sarà importante non caricarli di eccessive pressioni ed aspettative. Lasciamoli lavorare con tranquillità, le basi ci sono e hanno delle belle capacità, ma non carichiamoli troppo. Per tutti loro ricordiamoci che sono ancora giovani».

Ovviamente è un periodo molto particolare per tutti, anche per voi sportivi. Come vi siete organizzati il lavoro?
«Nei mesi scorsi ci siamo sentiti spessissimo via video, facendo tanti meeting in videochiamata, organizzando così squadre, raduno e programmi. Devo ammettere che l’inizio della preparazione è andato anche meglio del previsto. Quest’anno poi le cose sono un po’ diverse anche in squadra, c’è un solo gruppo di lavoro, non separato come nella passata stagione. Quindi io e Andro (Andreas Zingerle, ndr) lavoriamo al poligono, mentre Nicola (Pozzi, ndr) e Andrea (Zattoni, ndr) si occupano dello sci di fondo. Ovviamente la programmazione la discutiamo assieme, poi per la fase esecutiva del lavoro ci dividiamo. Per quanto riguarda il lavoro sul campo, ovviamente per il covid le cose sono un po’ cambiate. Dobbiamo sempre stare a due metri di distanza tra noi, c’è una piazzola libera tra un atleta e l’altro, inoltre ognuno ha il suo tappeto che deve pulire prima e dopo l’utilizzo. Noi allenatori li osserviamo a distanza con le mascherine. Devo dirvi la verità, dopo tre giorni di allenamento, nemmeno facevo più caso a queste cose, ci si abitua. Inoltre in questa fase della preparazione, dove il tiro viene fatto da fermo, è più facile organizzarsi».

Un’ultima domanda. Che messaggio vuole lanciare agli atleti che sono rimasti fuori dalla squadra, in particolare Thomas Bormolini, Giuseppe Montello, Federica Sanfilippo e Nicole Gontier, che per anni hanno fatto parte della squadra?
«Il messaggio che voglio dare a loro è il seguente: sicuramente c’è delusione e rabbia, è una cosa del tutto naturale, ma bisogna trasformare tutto questo in energia positiva, approcciando questa stagione al cento per cento. Sono quattro atleti di un certo valore, se fanno quei miglioramenti che sono nelle loro corde, possono disputare delle belle gare in Coppa del Mondo. Il mio augurio è che non mollino di testa, ma che questa scelta dia loro un’ulteriore carica nel voler dimostrare di che pasta sono fatti e quali prestazioni possono far vedere»

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