Come se la caverà al poligono la medagliata olimpica e mondiale di sci di fondo, la svedese Stina Nilsson passata da fine stagione scorsa al biathlon? Le scommesse si sprecano ma tra gli addetti ai lavori c’è chi arriccia il naso e chi invece la da per temibile già nel breve periodo.
Tra di essi anche uno tra i massimi esperti della specialità in Italia, Ubaldo Prucker maestro dello sport e dal 2014 alla guida della nazionale giapponese – ad esclusione della scorsa stagione (vedi articolo): “Non è facile rispondere alla domanda che cosa farà la Nilsson nel biathlon ma c’è da scommetterci che visto i trascorsi illustri di una campionessa dal calibro di Stina, lei stessa non tarderà a centrare il suo obiettivo. In quale format? Presumo, anzi senza dubbio, negli sprint; basti vedere alle tante atlete tedesche, ma anche Svedesi, non ultima la pluri medagliata Fosberg, passate con successo dal fondo al biathlon, faticando non poco per “capire” e trovare le condizioni ottimali per il tiro ma dopo qualche anno sono salite sul podio. Non sarà gloria da subito perché all’inizio tutte/i, ed è evidente, faticano maggiormente nel tiro perché il ritmo è piuttosto intenso e se vuoi sparare bene devi arrivare al poligono ed essere calmo, quindi trovare le pulsazioni adatte per riuscire a tenere ferma la carabina e centrare il bersaglio controllando la corretta respirazione, cosa non facile per un fondista che di questo non si deve preoccupare, basta arrivare allo stremo all’arrivo”
Movimento teutonico che con Magdalena Neuner in testa, Kathi Wilhelm, ma ultimamente anche con la Denise Herrmann, ha dimostrato che la cosa è fattibile e con successo.
“Tornando alla Nilsson, è sicuro che, seguita da un bravo allenatore di tiro ed allenandosi accuratamente e principalmente cambiando mentalità focalizzandosi sulle combinazioni fondo/tiro, prima o poi una come Stina ce la farà. Una come lei poi quando si troverà a fare un giro di penalità con le sue doti recupererà buona parte del tempo perso eventualmente al poligono. Più in generale, gli svedesi ultimamente arrivano al biathlon passando dal fondo, tra di essi anche tanti uomini e tra le donne come non citare la leggenda Magdalena Forsberg. Il motivo è semplice. Una volta in Svezia il biathlon era considerato una disciplina secondaria rispetto al fondo. Dato recente in netta controtendenza dove i risultati non così eclatanti da parte dei fondisti sta spingendo sempre più atleti di livello ad emigrare nel biathlon dove intravedono maggiore possibilità di vincere medaglie pesanti. Infine – chiude Prucker tra i vari ruoli ricoperti nella sua lunga e prestigiosa carriera anche quello di Presidente della commissione tecnica IBU – in tema di fondisti passati al biathlon vorrei chiudere con un aneddoto tutto italiano. I più “datati” non avranno di certo dimenticato quel talento dello sci da fondo, Adriano Darioli che passato al biathlon portò la staffetta azzurra al 5° posto ai Giochi Olimpici di Sarajevo 1984.”
Biathlon – Ubaldo Prucker: “Stina Nilsson ha tutte le carte in regola per fare medaglia”
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