Il primo raduno della nazionale Juniores e Giovani di biathlon, che si concluderà domani ad Anterselva, ha rappresentato anche l’ingresso ufficiale di Pietro Dutto nello staff tecnico azzurro. Una nuova carriera per il piemontese delle Fiamme Oro, a un anno dal ritiro dall’attività agonistica, che parte subito da una squadra molto importante e ricca di talento, come hanno dimostrato i risultati ottenuti nella passata stagione da alcuni componenti di questo team.
Dutto lavorerà nello specifico con la squadra maschile, al fianco di Fabio Cianciana ed Edoardo Mezzaro. Il poliziotto cuneese è molto contento dell’occasione a lui concessa da Fabrizio Curtaz e Mirco Romanin, allenatore responsabile della squadra, che Dutto apprezza moltissimo: «Sono molto felice di avere questa opportunità perché da tempo nutro stima per Mirco Romanin, che considero un amico, e tutto lo staff tecnico di questa squadra. Già nei miei ultimi anni da atleta, cercavo sempre un confronto con lui e quando decisi di ritirarmi mi manifestò anche la sua intenzione di farmi entrare un giorno nello staff tecnico della nazionale. Quest’anno c’è stata l’opportunità di collaborare e sono veramente molto contento. Anche perché c’è un gruppo molto nutrito di talenti, alcuni dei quali vengono dalle mie zone ed altri che sono oggi tesserati per le Fiamme Oro. Sono molto motivato e ben felice di poter trasmettere a questi ragazzi la mia esperienza».
Oltre alla nuova avventura con la nazionale juniores e giovani, Pietro Dutto guiderà anche la rinnovata squadra di sede delle Fiamme Oro, corpo sportivo che quest’anno ha deciso di investire molto sul biathlon, decidendo di tesserare alcuni giovani come aggregati. Cinque di essi fanno parte anche della nazionale giovanile: Elia Zeni, Marco Barale, Nicolò Betemps, Sara Scattolo ed Ilaria Scattolo.
A un giorno dalla chiusura del primo raduno della nazionale, Dutto è molto soddisfatto dell’impatto avuto con la squadra e soprattutto lo staff tecnico: «E stata una settimana positiva. Ho notato subito una grande alchimia all’interno dello staff tecnico azzurro, un gruppo che lavora, sa essere serio e dare l’esempio ai ragazzi, ma allo stesso tempo ha il giusto spirito fuori dal lavoro e trasmette in questa maniera serenità ai giovani. Credo che l’ottimo rapporto tra i tecnici sia una cosa fondamentale, perché si lavora tanto tempo assieme e i ragazzi devono essere tranquilli. Per il resto posso dire che le due squadre sono veramente molto interessanti, ci sono tanti atleti, sia tra i ragazzi che tra le ragazze, che hanno talento, ma lavorano anche sodo, pure in quegli esercizi che sono propedeutici alla preparazione. Si sono allenati sempre con il massimo impegno, perché hanno grande voglia di dimostrare il proprio valore. In generale, sono rimasto molto impressionato, questi giovani mi hanno confermato che il biathlon italiano ha un alto livello. Questa generazione è formata da atleti che sono più inquadrati e già più formati verso il professionismo rispetto a quanto lo fossimo noi, hanno oggi maggiori possibilità di confronti internazionali a quell’età e una struttura migliore a partire dai comitati. È uno sport duro, ma possono affrontare una giornata di allenamento sotto la pioggia tra poligono, skiroll e camminate, senza fiatare. Poi ho notato anche un ottimo livello al tiro rispetto, un chiaro segnale che si sta lavorando bene già nei comitati».
Dutto segue principalmente la squadra maschile e ha chiarito a Fondo Italia quali sono stati i suoi compiti in questa prima settimana: «La squadra è unica, ma abbiamo formato questi due gruppi di lavoro, soprattutto per le restrizioni dovute all’emergenza coronavirus. Seguo principalmente i maschi, in particolare nello sci di fondo, sia il lato tecnico che fisico. Ho passato molto tempo in pista al fianco di Romanin. Ovviamente sono un allenatore a 360 gradi e posso seguire con attenzione gli atleti anche al poligono, ma essendoci divisi i compiti, sull’aspetto del tiro Fabio Cianciana ed Edoardo Mezzaro sono più esperti di me».
Proprio con Fabio Cianciana, Pietro Dutto ha lavorato quando era nella nazionale Juniores e Giovani, ormai un decennio fa: «Giusto l’altro giorno abbiamo ricordato tutti i momenti passati assieme. Fa un certo effetto pensare che ero un suo atleta ed oggi siamo colleghi. La sua professionalità e la grande esperienza saranno molto importanti per me in questa fase, nella quale ovviamente ho solo da imparare da un allenatore come lui, che in tanti anni ha cresciuto atleti di grandissimo valore, come gli stessi Wierer, Hofer e Windisch».
Per Dutto è anche molto importante seguire da vicino il lavoro di Romanin: «Io porto con me il grande bagaglio di esperienze che ho avuto nel corso della mia carriera – ha spiegato il poliziotto cuneese – ma da Mirco posso imparare veramente tanto sui programmi di allenamento, come anche sull’analisi video della tecnica. È un allenatore giovane ma con una grandissima esperienza, maturata dallo sci club, al comitato fino alla nazionale. È un allenatore completo».
L’ex azzurro è quindi motivatissimo, sa di poter dare molto a questo gruppo di giovani: «Mi affascina avere l’opportunità di trasmettere a questi ragazzi la mia esperienza. Non sono stato un campione, ma un atleta discretto che ha gareggiato tanto in campo internazionale e ha saputo sempre mettersi in gioco. Ho imparato tanto, anche dagli errori commessi e dalle difficoltà avute. Nelle ultime stagioni mi sono anche allenato tanto da solo nel corpo sportivo e questo mi ha aiutato a scoprire tante cose nuove. Inoltre credo di poter aiutare questi giovani anche a capire come affrontare diversi aspetti della competizione, il modo per utilizzare al meglio il tempo libero per riposare o come approcciare la gara dal punto di vista psicologico».
Infine Dutto ha voluto ringraziare chi gli sta permettendo di vivere questa esperienza: «Ci tengo a dire grazie alle Fiamme Oro, che mi stanno concedendo questa opportunità, così come a Fabrizio Curtaz per la fiducia. Ovviamente anche allo staff tecnico, che mi ha accolto benissimo. Infine ci tengo a sottolineare che mi ha fatto piacere, in questo anno dopo il ritiro, ricevere tanti attestati di stima dall’ambiente».