Quella passata è stata una stagione priva di acuti per Sebastian Samuelsson, un passo indietro per un’atleta capace due anni fa di vincere la medaglia d’argento nella pursuit delle Olimpiadi di PyeongChang, oltre a contribuire con una grande prestazione al fantastico oro della staffetta maschile svedese. Risultati che, all’allora 21 enne (in realtà durante i giochi sud coreani non aveva ancora compiuto gli anni, visto che festeggia a marzo), facevano presagire una grande carriera. Nel 2018/19 si è confermato a un buon livello con continuità, vincendo il bronzo nella single mixed relay in coppia con una straordinaria Öberg e mancando di un soffio il podio nell’individuale mondiale di Östersund.
Poi sono arrivate le difficoltà dell’ultimo anno, un inizio di stagione shock, tanto che soltanto a gennaio Samuelsson ha conquistato la prima top venti stagionale, nella sprint di Ruhpolding.
Una stagione al di sotto delle aspettative per lo svedese, messa però già da parte, perché Samuelsson è molto felice di come è iniziata la preparazione in vista del prossimo anno: «Durante la prima fase della pre season è sempre alto il rischio di ammalarsi, perché il corpo non è più abituato ad allenamenti così duri – ha affermato l’atleta intervistato dall’Expressen – quest’anno, però, sono riuscito a restare in salute durante questo periodo, dove invece di solito mi ammalo. Quindi è un buon segno, tutto sta andando secondo i piani. Questo è il periodo dell’anno in cui facciamo la maggior parte delle ore di allenamento, il fatto che abbiamo l’allenamento al tiro e quello fisico separati rende le giornate molto lunghe. Quindi sto iniziando un po’ a stancarmi e non vedo l’ora arrivino giorni di riposo».
Samuelsson ha quindi parlato della scelta di Stina Nilsson di passare al biathlon, da lui accolta molto favorevolmente. «È molto stimolante averla con noi in squadra. Stina ha appena iniziato a sparare, ma ha tanta voglia di imparare e ci mette un grande impegno. Noi siamo abituati all’allenamento al tiro, ma Stina lo adora davvero. Quando noi altri possiamo essere un po’ stanchi, lei è ancora lì che spara. Non puoi che restare colpito dal lavoro che lei fa al poligono».
Per il ventitreenne svedese, l’ingresso in squadra dell’olimpionica del fondo ha solo aspetti positivi: «Penso sia bello poter essere più atleti a condividere oggi le responsabilità. Può anche aiutarci ad ottenere una maggiore attenzione mediatica. Il suo passaggio al biathlon è stata una notizia fantastica, sono contento che un’atleta così forte scelga di praticare il mio sport e sempre più persone si rendano conto della grandezza del biathlon».
Samuelsson ha concluso l’intervista all’Expressen parlando di coronavirus e dell’impatto che potrebbe avere sulla prossima Coppa del Mondo. Al momento il calendario è stato confermato, ma il futuro è in realtà ancora incerto. Nonostante ciò lui e gli altri devono allenarsi come se la situazione fosse normale: «Penso e spero che ci saranno gare questo inverno, ma il pensiero che potrebbe non essere così mi si è manifestato più volte. Questa possibilità è demotivante, in quanto so quante ore di allenamento dovrò affrontare nei prossimi mesi, con il rischio sia stato fatto per nulla. Provo però a non pensarci troppo e aspettare soltanto come sviluppa».