SVT, primo media svedese ad aver dato la notizia del passaggio di Stina Nilsson al biathlon, ha intervistato l’ex fondista, che a 26 anni ha intrapreso questa nuova carriera.
La svedese è sotto i riflettori, in estate tanti giudizi sono stati espressi sulla sua scelta, ovviamente non sempre positivi. «È bello perché non mi interessa sapere cosa pensa la gente – ha affermato Stina Nilsson a SVT – quando cammini per la città non vuoi sapere cosa pensino di te le altre persone ed è per me lo stesso con i media. Gli altri possono pensare ciò che vogliono e va bene per me, ma non ho bisogno di conoscere il loro pensiero, finché so perché ho fatto questa scelta e sono consapevole che dietro c’è una giusta ragione. Quindi, ho evitato la stragrande maggioranza dei giudizi espressi nei miei confronti».
Nilsson ha quindi ripetuto cosa l’ha spinta a intraprendere questa nuova carriera, nella quale dovrà ovviamente guadagnarsi tutto, a partire dalla convocazione per la tappa di IBU Cup a Idre. Una scelta che ha origini lontane: «Già dopo le Olimpiadi di Pyeongchang sentivo di aver voglia di passare al biathlon e un giorno avrei dovuto farlo. La scorsa estate, mentre ero con la squadra, ho provato a sparare e mi è sembrato subito divertente. Quindi ho preso la mia arma e quando è arrivata la licenza, ho fatto un tentativo serio. Se lo scorso inverno già sapevo che avrei lasciato il fondo? No, ho affrontato la passata stagione con il massimo impegno, ma sentivo che il mio cuore era altrove. Era fantastico per me essere una fondista, ma allo stesso tempo sentivo di voler fare qualcos’altro e di desiderarlo di più».
Si è discusso tanto sulla possibilità che il caos attraversato lo scorso anno dalla nazionale svedese di fondo, con l’addio di alcuni personaggi chiave, possa aver in qualche modo contribuito a farle prendere la decisione di lasciare. La stessa Nilsson, nella sua prima intervista, l’aveva in qualche modo ammesso, ma ora la svedese non vuole più tornare su questo argomento: «Essere stata una fondista della nazionale svedese fa parte di me, lo sono stata per sette anni. Adoro ripensare a tutte le cose che ho fatto, a Sochi, Peongchang o in Val di Fiemme. Provo un grandissimo orgoglio. Ormai però mi sono messa tutto alle spalle e non sarò certo quella persona che lancia le mele marce una volta che ha lasciato». Insomma Nilsson non se la sente di attaccare i dirigenti che nelle passate stagioni hanno commesso diversi errori nel fondo svedese.