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Sci di Fondo – Dalla sconosciuta Altay City a Pechino 2022 per stupire il mondo! Ecco Dinigeer Yilamujiang

Un primo segnale di completa novità si era verificato lo scorso 1° Dicembre nel corso della Coppa di Norvegia di sci di fondo. Quel giorno a Gålå, in pieno Oppland norvegese, era in programma una 5km a tecnica libera della prima tappa di Norge Cup di fondo.
Nella categoria under 20 una ragazzina cinese di diciotto anni, Dinigeer (“Dini” per gli amici) Yilamujiang, fu capace di primeggiare mettendosi dietro tutte le pari età Norge.
La talentuosa Helene Marie Fossesholm a Gålå era assente in quanto avrebbe debuttato in Coppa del Mondo il weekend successivo a Lillehammer, ma in terra vichinga, la ragazzina "terribile" cinese sopravanzò Elena Rise Johnsen e Kristin Austgulen Fosnæs che da li a Marzo si sarebbero poi guadagnate la selezione norvegese nella staffetta Junior dei Mondiali. Alcune domande iniziarono a serpeggiare fra gli addetti ai lavori del posto su come ciò fosse stato possibile. La stampa norvegese notò questo risultato a sorpresa ma lo giustificò in parte con l’assenza di Fossesholm.
Una seconda “wakeup call” la registrarono i media finlandesi tre mesi più tardi. Nella 5km in classico dei Mondiali Junior di Oberwiesenthal vinta da Fossesholm, Dinigeer terminò in quinta posizione sfiorando il bronzo per soli otto secondi.
La stampa finlandese e alcuni esperti di fondo si posero parecchi interrogativi sul perchè una sconosciuta ragazzina cinese fosse potuta arrivare davanti al miglior prospetto Suomi under 20, la diciannovenne di Mikkeli Jasmin Kähärä, arrivata quel 2 Marzo in quattordicesima posizione. Entrambi i paesi nordici si chiesero come era possibile che una nazione asiatica, senza nessuna tradizione nello sci di fondo, riuscisse ad esprimere una ragazza capace di battere le loro giovani fondiste.
In una nazione storicamente considerata esotica nello sci nordico, il miglior risultato che lo sci di fondo sia stato capace di ricavare, risale alle Olimpiadi di Torino 2006 con il sedicesimo posto della staffetta femminile.
Ma chi è veramente Dinigeer Yilamujiang? E perché il paese del dragone ha prodotto questo giovane talento?
Per conoscere bene la fondista cinese ed il giovane movimento che Pechino sta sviluppando nel fondo, è bene fare prima un passo indietro ed aver cognizione dell’ambiente nel quale ”Dini” nacque esattamente diciannove anni fa, cioè la sua città natale di Altay City.
Altay City e’ una città-contea cinese di circa duecentomila abitanti, situata nell’estremo nord-occidentale della Repubblica Popolare Cinese, ed è parte con la propria prefettura della regione autonoma dello Xinjiang. La città montuosa di Altay, che giace sulle sponde del fiume Kelan, è incastonata fra i vicini confini di Russia, Mongolia e Kazakhstan. Se si osservano da vicino i tratti somatici della famiglia Yilamujiang risultano più evidenti le somiglianze con l’etnia kazaka piuttosto che con quella tipicamente cinese.
Recentemente alcuni studiosi attorno alle montagne di Altay, hanno scoperto interessanti incisioni su roccia raffiguranti popolazioni locali che usavano gli sci per spostarsi e cacciare, risalenti a più di centomila anni fa. E’ quindi probabile che gli antenati della famiglia Yilamujiang fossero già i più preparati nello svolgere al meglio tali basiche attività.
Dovuta alla sua vantaggiosa posizione geografica e ad inverni sempre freddi e particolarmente nevosi, la contea di Altay negli anni settanta e ottanta, produsse attraverso l’Altay ski club, eccellenti atleti di sci alpino e di sci di fondo a livello nazionale e il padre di Dinigeer, l’attuale cinquantunenne Mulaji Yilamujiang fu uno di quelli. Nel corso della sua carriera Mulaji ottenne varie medaglie a livello regionale come pure a livello nazionale nello sci di fondo, e all’età di ventiquattro anni la sua attività di fondista sembrava proiettata ad avere un eco anche in competizioni internazionali.
Tuttavia nel 1994 il locale sci club fu totalmente smantellato e Yilamujiang senior si dovette accontentare di un lavoro d’ufficio nel locale comitato sportivo. Questo fino al 2009, quando il Governo autonomo di Altay decise di riavviare la pratica dello sci nella contea. Mulaji fu incaricato di riformare e allenare la locale squadra di sci di fondo.
L’anno successivo il suo team comprendeva già una ventina di teenagers, di cui solo tre ragazze, che in pratica non avevano mai messo gli sci ai piedi in precedenza. Nel gruppo era inclusa sua figlia Dinigeer che però, seguendo da bambina la passione del padre, aveva iniziato con lo sci all’età di cinque anni.
I problemi erano però tanti, l’attrezzatura in primis e la difficoltà nel battere le piste a dovere in secondo luogo. Non potendo permettersi veri macchinari per pressare la neve, gli allenatori, aiutati dai ragazzi e da sparuti volontari, dovevano lavorare diverse ore per preparare decentemente un anello di 3/5 km, liberando a volte anche un metro di neve, per permettere ai suoi atleti di praticare in condizioni le più adatte possibili.
Dal 2015, con la scelta di Pechino come città organizzatrice delle Olimpiadi 2022, le cose sono molto cambiate e migliorate nella contea di Altay. Il governo centrale presieduto da Xi Jinping si è posto l’obiettivo di coinvolgere più di trecento milioni di cinesi nella pratica degli sport invernali ed ora ad Altay City, le risorse sono notevolmente maggiori rispetto a quando Dinigeer e papà Mulaji incominciarono a dare nuovo smalto allo sci club. Qualche anno fa i due hanno potuto anche viaggiare e rendersi conto di persona cosa fosse lo sci di fondo in Europa ed in Norvegia in particolare.
«Molto è migliorato in termini di mezzi negli ultimi anni, ma se vogliamo vincere dobbiamo allenarci più duramente» racconta il primo coach di Dinigeer.
Con i Giochi Olimpici 2022 assegnati a Pechino, il Comitato Olimpico nazionale ha assunto il giovane allenatore norvegese Kristian Bjune Sveen col compito di portare al massimo livello possibile i fondisti cinesi all’evento a cinque cerchi. Sveen, che allenava in passato nel Kjelsås IL ski club, nel 2017 ha trascorso otto mesi nella regione dello Xinjiang testando i migliori atleti cinesi provenienti anche da altre discipline e “Dini” fu l’unica che già era in possesso di un buon background sciistico nel gruppo che poi e’ stato selezionato per il suo Team.
L’inverno successivo lo scandinavo ha portato in Norvegia un gruppo di otto atleti cinesi con lo scopo di allenarsi e gareggiare coi pari età Norge. Dinigeer era parte di quel gruppo, come pure la concittadina di due anni più anziana Bayani Jialin.
Raggiungiamo il coach nativo di Oslo mentre le sue allieve, con “Dini” e Bayani in testa, hanno appena terminato una lunga sessione di allenamento post-season assieme a Ragnhild Haga in una soleggiata e tuttora innevata Sjusjøen, che a fine aprile offre ancora la possibilità di lunghe uscite con gli sci stretti anche in t-shirt.
Coach Sveen ci spiega come Dinigeer sia un atleta molto potente per la sua età, forte nella parte superiore del corpo, abile nel double poling ma allo stesso tempo con buona tecnica, forza e compostezza nell’eseguire il doppio in skating. Il suo carattere da “tøff”, aggettivo norvegese per definire una ragazza che persegue con fermezza un obiettivo, illustra bene la sua tenacia e la volontà di migliorarsi ben mostrate nella sua ancor breve carriera.
Nei primi due anni di preparazione in terra vichinga, l’allenamento era principalmente incentrato sul pattinaggio, e solo durante questa stagione il gruppo ha lavorato allo stesso livello anche in tecnica classica. Il risultato di questo lavoro specifico in alternato lo si è visto ad Oberwiesenthal come pure nelle altre tappe in Coppa di Norvegia. Al di fuori dello sci Dinigeer e’ una normale ragazza cinese, sempre sorridente, a cui piace scherzare coi compagni di squadra e con una buona attitudine nell’apprendere sempre cose nuove.
Durante i suoi anni di accademia in Cina ha anche praticato ginnastica e corsa e ora sta studiando con buon profitto la lingua inglese, ma ha anche qualche buona nozione di lingua bøkmal norvegese. Di quegli otto fondisti scelti per il soggiorno in Norvegia, la sola Dinigeer aveva esperienza con lo sci fin da bambina grazie al padre che le ha fatto da allenatore e poi da tutore in Europa, gli altri avevano una conoscenza alquanto limitata. Fra questi spicca la suddetta Bayani Jialin, classe 1999, che ha messo gli sci ai piedi solo tre anni fa ma che nella sprint dello Scandinavian Tour ad Åre ha potuto già incamerare il suo primo punto di Coppa del Mondo.
In questo team del quale Sveen ha la totale leadership sotto il profilo tecnico, i ragazzi guadagnano circa mille € mensili e sono professionisti del fondo per ventiquattro ore al giorno. Oltre a coach Kristian, il Team China consta di due assistenti che però provengono dal pattinaggio di velocità, che si occupano anche dei materiali e fungono da interprete sebbene i ragazzi stiano studiando inglese, e appunto un tutor, il pàpà di Dinigeer.
Lo scorso anno questo gruppo di lavoro ha trascorso assieme un totale di 340 giorni, di cui cinque in Norvegia e Europa, quattro in Cina e due sui ghiacciai estivi della Nuova Zelanda. Sveen rimarca con piacere che la sua squadra abbia sciato sulla neve più di qualunque altra al mondo, circa nove mesi in totale, per recuperare il più possibile il gap tecnico che ancora la separa dalla altre potenze del fondo e la stessa cosa è accaduta in questa stagione.
Il rapido sviluppo di Dinigeer e Bayani in particolare, ha creato d’altro canto qualche sospetto di doping data la storia avuta nel passato da altri atleti cinesi di altre discipline. Coach Sveen comunque illustra che il suo team si avvale solamente di due medici norvegesi che supervisionano e seguono la loro attività durante le stagioni ed in particolare Yilamujiang e’ stata attentamente monitorata dalle autorità antidoping. Lui ricorda che Dinigeer è stata testata ben nove volte negli ultimi quattordici mesi, parecchio per un atleta di soli diciannove anni.
Kristian Sveen, dopo i primi punti di Coppa del Mondo e il quinto storico posto ai Mondiali Junior ottenuto in questa stagione dai suoi atleti è molto contento del livello raggiunto e vuole progressivamente alzare gli obiettivi del team del dragone. Per il prossimo anno lui si immagina piazzamenti nei top 20 in Coppa del Mondo mentre per le Olimpiadi 2022, vero target della sua missione, sarebbe il massimo per loro poter piazzare un atleta cinese nei migliori otto durante la manifestazioneche porterà il gotha dello sci sulle loro nevi casalinghe del nuovo resort di Zhangjiakou.
In accordo con questo piano, “Dini” potrebbe essere la loro maggiore candidata.
Per la Fis, visto il calo di interesse mediatico dello sci di fondo degli ultimi anni, avere atleti cinesi di alto livello sarebbe un bonus di notevole portata. Aumentare il marketing e la visibilità TV in un paese che mira ad avere nei prossimi anni più di trecento milioni di praticanti attivi sarebbe un jackpot inestimabile in una disciplina sempre più in difficoltà nei tradizionali paesi di gara.

Other sources: Xinhuanet.com, China Daily, Yle, Norway Today,

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