In una lunga e interessantissima intervista rilasciata a Nordic Mag, divisa in tre parti, nella quale ha parlato anche di Johannes Bø e Martin Fourcade, Siegfried Mazet ha affrontato l’argomento super sprint, chiarito alcune cose sul suo futuro e fatto alcune considerazioni su quanto il coronavirus potrebbe condizionare il mondo del biathlon e degli sport invernali in genere.
L’allenatore francese, che sta guidando la nazionale maschile norvegese con grandi risultati, è partito dalla considerazione di Kaisa Mäkäräinen, la quale ha affermato che la possibilità di essere allenata da lui avrebbe potuto spingerla a proseguire: «Mi ha molto lusingato – ha ammesso Mazet – penso che Kaisa mi giudichi molto positivamente perché sono all’interno di una squadra che lavora molto bene e nella quale faccio la mia parte. Sono però circondato da persone che hanno successo nel loro campo. Per questo motivo lavoriamo bene con i nostri atleti. È forse questo che ha fatto credere a Kaisa che avrei potuto aiutarla, ma senza dubbio l’intero nostro team attorno a lei, più che una singola persona, avrebbe potuto farlo».
Un Mazet quindi molto umile: «Non do mai direttamente dei consigli alle atlete della squadra femminile norvegese. Ogni tanto do una mano al mio collega Patrick Oberegger, con il quale vado molto d’accordo, siamo due dita della stessa mano. Spesso ci scambiamo opinioni, mi aiuta e io lo faccio con lui. Ma non intervengo se non me lo chiede».
Il tecnico che sta guidando Johannes Bø ai migliori risultati della sua carriera ha quindi parlato del suo futuro: «Il mio contratto con la Norvegia scadrà dopo le Olimpiadi di Pechino, se ci andremo (ride, ndr). Il mio futuro? Non ne ho idea. È vero che dovrei iniziare a pormi la domanda su cosa farò dopo le Olimpiadi, se proseguire con la Norvegia o meno, ma non ci ho ancora pensato. In questo momento sto bene dove sono e sto ancora imparando molto. Poi, tra due anni, quando sarà il 2022 e avrò fatto 14 anni in Coppa del Mondo, non so cosa mi piacerebbe fare. Le opportunità arriveranno e vedrò».
Quando le è stata posta la domanda sulla super sprint, anche Mazet si è dimostrato piuttosto critico: «Se la super sprint nella tappa finale di Oslo è una buona idea? Penso sia un’idea (ride, ndr). Non un male, ma neanche una cosa buona. È la risposta politica. Cosa ne penso? Diciamo che con questa gara abbiamo un altro formato ad aggiungersi. Questo è l’errore commesso dallo sci di fondo che si è perso in un miscuglio di formati. È una formula che dovrebbe essere riservata a spettacoli come Schalke. Ciò che è emerso dall’incontro con l’IBU è che noi allenatori non siamo entusiasti di questo nuovo evento. Quindi, come ci ha detto il direttore di gara, dobbiamo provare questo formato almeno una volta. Abbiamo accettato e vedremo come va». Mazet ha quindi proseguito il suo ragionamento: «Assegnare molti punti di Coppa del Mondo in una gara casuale come questa, mi dà fastidio. Questo è l’unico punto su cui non sono d’accordo. Poi magari potremmo essere sorpresi dalla super sprint, come siamo stati sedotti single mixed relay. Bisogna dare una possibilità al prodotto». Insomma la sua critica non è al format di gara in sé, ma al fatto che si aggiunga a un programma già ricco di gare e al rischio possa condizionare troppo la Coppa del Mondo.
L’allenatore della Norvegia ha quindi parlato dei possibili problemi economici che la pandemia di coronavirus potrebbe causare al biathlon: «Di natura sono ottimista, ma temo che ci saranno tante diseguaglianze tra un paese e l’altro. La Norvegia è un paese sovrano, privo di debito e senza dubbio sarà in grado di far fronte a questa crisi. Ma ho paura per paesi come Italia e Francia. Le aziende che sostengono questo sport ridurranno sicuramente i loro investimenti in sponsorizzazioni. Non potranno certo licenziare delle persone per continuare a sponsorizzare eventi sportivi. Lo sport è alla fine della catena, quindi saremo colpiti duramente. Forse l’IBU avrà un ruolo chiave da svolgere in questo. Non sarà una cosa che accadrà magari dall’oggi al domani, ma sono davvero preoccupato per le diseguaglianze tra le squadre. In Norvegia, il fatto che la tappa di Coppa del Mondo a Holmenkollen sia stata cancellata è stato un grande problema per la nostra federazione. Alcune persone hanno perso immediatamente il lavoro. Per ora i nostri sponsor stanno rispettando i contratti che hanno firmato, non dovremmo quindi soffrire troppo la crisi nella prossima stagione. Nell’anno successivo, però, tutto potrebbe essere più complicato, quando saremo nell’inverno olimpico».