Le difficoltà economiche del comitato organizzatore del Holmenkollen Ski Festival, a causa delle perdite derivate della chiusura delle gare al pubblico per l’emergenza coronavirus, stanno avendo delle ripercussioni anche sugli atleti. Nel fondo, per esempio, i migliori classificati di 50km maschile e 30km femminile non hanno ancora ricevuto i compensi dovuti per le loro belle prestazioni. I vincitori, Bolshunov e Karlsson, per esempio avrebbero dovuto incassare già 10mila franchi svizzeri, 9500 euro. I secondi classificati, Krüger e Johaug, dovrebbero ricevere 7130 euro, mentre i terzi, Iversen e Andersson, 4750 euro.
Emil Iversen ha però giustamente evitato ogni polemica, interpellato da NRK, limitandosi a una battuta iniziale nei confronti di Abid Raja, ministro della Cultura norvegese: «Non ho ancora ricevuto alcun premio in denaro per Holmenkollen – ha scherzato l’atleta – spero che Abid Raja usi presto la sua carta di credito». Il riferimento del forte atleta norvegese è alla promessa da parte del Ministero della Cultura della Norvegia di mettere a disposizione dello sport e del volontariato 600 milioni di NOK, 53 milioni di euro. Un piano nato perché diverse squadre sportive, club e organizzazioni hanno dovuto annullare diversi eventi già organizzati.
Kristin Vestgren Sæterøy, presidente della società organizzatrice dell’Holmenkollen Ski Festival, ha confermato le difficoltà: «Nella situazione attuale il consiglio ha il dovere di agire. Dobbiamo assicurarci di avere un piano di salvataggio certo, prima di poter pagare i nostri creditori. Quindi il pagamento sarà rimandato fino a quando non avremo tutto sotto controllo. Faremo domanda per avere accesso ai fondi che dovrebbe mettere a disposizione il governo norvegese. Siamo certi di soddisfare i criteri quali entrate dei biglietti perse, costi aggiuntivi e quote di partecipazione. Stiamo lavorando sodo per salvare l’azienda. Non voglio dire nulla fino a quando non raggiungiamo il traguardo, spero e penso che le cose possano andare per il verso giusto».
Insomma è chiaro quindi che la responsabilità del pagamento sia unicamente del Comitato Organizzatore e non della FIS. Tra gare di fondo, salto e combinata nordica a porte chiuse e la cancellazione della tappa della Coppa del Mondo di biathlon, il CO di Holmenkollen ha perso ben 15 milioni di NOK, 1,3 milioni di euro, recuperandone per ora solo la metà.
Mia Karlsson, mamma e manager della figlia Frida, vincitrice della gara femminile ha affermato su VG: «Se non dovesse arrivare (il premio in denaro, ndr) sarebbe un peccato incredibile per una ventenne che ha appena vinto la sua prima gara in Coppa del Mondo. Non siamo ancora riusciti a pensarci molto, ma sicuramente cercheremo di ottenere il denaro per Frida. Lei se lo merita tutto. Voglio sentire anche l’associazione sciistica» ha concluso rispondendo alla domanda di VG circa l’intenzione di chiedere aiuto alla Federazione Svedese di Sci e alla FIS. Secondo quanto riferito da Aftonbladet, la mamma dell’atleta ha anche provato a contattare via e-mail il comitato organizzatore della gara di Holmenkollen, ricevendo soltanto una risposta automatica, anche se ha sottolineato che di questi tempi capisce che le cose possano andare diversamente rispetto alla normalità.
Nessuna lamentela da parte di Emil Iversen, che come gli altri atleti ha perso diverse entrate tra le gare di Coppa del Mondo saltate, alcuni eventi che si sarebbero svolti in aprile e il mercato delle sponsorizzazioni che si è fatto più complicato: «Non so quanto ho perso, ma sto ugualmente bene. Sarebbe troppo stupido lamentarsi. Potrebbero esserci ingenti somme di denaro che non arriveranno, ma in generale la maggior parte degli atleti della nazionale hanno uno stipendio abbastanza buono. Non ci sto perdendo il sonno. Sono contento di far parte della nazionale e avere abbastanza soldi per coprire il mutuo e comprare buon cibo. Se hai abbastanza per vivere, non devi lamentarti durante periodi come questo».
Anche il papà di Bolshunov non ha fatto problemi: «Sinceramente non mi interesso mai a queste questioni riguardo mio figlio. In ogni caso, anche se ancora non ha ricevuto il pagamento, credo che per lui sia lo stesso, prima o poi lo riceverà. Siamo poco interessati a questo, Alexander fa quello che gli piace, non è interessato al resto».