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Biathlon – Nicole Gontier: “Guardare il Mondiale da fuori è stato bruttissimo, ma i tecnici hanno preso la decisione giusta”

La stagione 2019/20 non è stata quella che Nicole Gontier avrebbe sognato. Dopo un anno positivo, nel quale aveva fatto dei passi avanti rispetto a quelli precedenti, la valdostana voleva fare un altro step per partecipare al Mondiale di Anterselva con la possibilità di fare bene. Purtroppo, però, l’atleta del Centro Sportivo Esercito non è riuscita ad esprimersi come avrebbe desiderato, se si esclude la tappa di Hochfilzen, nella quale era riuscita a ottenere un buon 28° posto nella sprint. Dopo Ruhpolding, lei stessa ha spiegato ai tecnici di non sentirsi in quel momento all’altezza della Coppa del Mondo, così ha saltato Pokljuka ed è rimasta fuori anche dal Mondiale di Anterselva, tornando in IBU Cup e gareggiando agli Europei.

Serena e onesta con se stessa, come sempre, in questi giorni l’atleta del CS Esercito, a casa come tutti noi, sta pensando tanto all’annata appena trascorsa, consapevole di cosa ha sbagliato e decisa a capire come correggere certi errori. Di tutto questo abbiamo parlato con lei nell’intervista che ci ha gentilmente concesso.

Ciao Nicole, come stai vivendo questo periodo di quarantena?
«Noi biatleti possiamo ritenerci fortunati, in quanto questo periodo solitamente è destinato proprio al recupero. Certo non possiamo permetterci di restare fermi sul divano, quindi anche a casa svolgiamo degli esercizi adattandoci alla situazione attuale. Ovviamente non sto diventando matta con l’allenamento, ma è giusto che mi mantenga in forma».

Sei partita per Minsk proprio quando era appena scoppiata l’emergenza coronavirus nel nostro paese; com’è stata quella trasferta per gli Europei e l’ultima tappa di IBU Cup?
«Quando siamo arrivati lì ci hanno subito fatto un controllo. Dico la verità, in quel momento non l’avevamo presa molto seriamente, non eravamo affatto preoccupati. Soltanto una volta tornati a casa ci siamo resi ben conto di quanto fosse grave la situazione e che probabilmente le cose sarebbero andate per le lunghe. Dal punto di vista sportivo per me è cambiato poco, la mia stagione si era praticamente conclusa, ho giusto saltato i Campionati Italiani. Certo mi sarebbe piaciuto fare qualche altra sciata, ma forse questo periodo può aiutarmi a riflettere e ritrovarmi un po’».

Venivi da una stagione nella quale sembravi in crescita e arrivavi a quella appena conclusa con aspettative più alte. Cos’è successo quando è iniziata la Coppa del Mondo?
«Nel 2019 avevo avuto i miei alti e bassi ma finché c’è qualche alto si può sempre guardare positivo. Partendo da lì, in estate avevo fatto un bellissimo lavoro ed ero pronta ad affrontare la nuova stagione con tanta fiducia. A quel punto, però, qualcosa evidentemente non ha funzionato, non sono riuscita a presentarmi in gara con la stessa tranquillità e convinzione che avevo in allenamento».

Riesci a spiegarti a cosa sia dovuto?
«Non lo so bene, mi sembra che quando arrivo in gara non riesco poi ad avere l’atteggiamento giusto e la fiducia che ho in allenamento. Quest’anno mi sentivo pronta, ma una volta in competizione non sono mai riuscita a far venire fuori quanto riuscivo a fare in allenamento. Poi, una volta entrata in crisi, è stato difficile venirne fuori. Probabilmente ha influito anche il fatto che avevo delle aspettative superiori rispetto agli altri anni, forse involontariamente mi sono messa maggiore pressione. Questa però non deve essere una scusa perché dopo tanti anni da professionista queste cose non dovrebbero più accadere. Purtroppo dal punto di vista mentale devo lavorare ancora, ma alla mia età dovrei ormai essere pronta e non avere più questi problemi».

Sei sempre stata molto onesta ma anche severa con te stessa; per esempio prima del Mondiale hai dato ragione ai tuoi tecnici per la mancata convocazione all’evento iridato.
«Io sono stata d’accordo con la scelta dei tecnici, ne avevo già parlato con loro a Ruhpolding, quando non ritenevo di essere all’altezza della Coppa del Mondo. Ho la massima fiducia nei miei allenatori e sempre l’avrò, so che ogni scelta viene fatta per il mio bene. Così hanno fatto anche in quel momento, quando ero in difficoltà. È stato giusto che Michela (Carrara, ndr) abbia disputato i Mondiali di Anterselva, perché è giovane e ha tanto davanti a sé. Ritengo che sia necessario dare chance ai giovani, soprattutto se noi più esperti non ci dimostriamo all’altezza. Non avevo voglia di presentarmi al via ad Anterselva pensando che se tutto fosse andato per il verso giusto avrei potuto fare bene, ma soltanto se mi fossi sentita davvero pronta. Sicuramente fisicamente ero in condizione, ma non con il tiro».

È stato difficile vivere il Mondiale di Anterselva da spettatrice?
«Bruttissimo. Ho chiesto ai tecnici di non farmi restare lì come riserva per le due settimane del Mondiale ma di darmi l’opportunità di gareggiare in IBU Cup, anche perché stavo bene fisicamente. Li ringrazio tanto per avermi accontentata. Sono stata poi due giorni ad Anterselva prima della staffetta femminile e mi ha fatto piacere tornare nel mio gruppo e vedere tutti quanti. Sicuramente mi ha fatto male guardare la gara dall’esterno e non partecipare soprattutto in una località come Anterselva, che amo».

Un’ultima domanda. In alcune interviste rilasciate di recente sia Dorothea Wierer che Lisa Vittozzi hanno parlato molto bene di te dal punto di vista umano. Fa piacere?
«Le ringrazio e sicuramente fa piacere perché voglio davvero molto bene ad entrambe. Sono stata felicissima per la vittoria di Dorothea, perché ha dato tantissimo al nostro sport e anche a me in passato, grazie a lei sono cresciuta moltissimo. Lisa ho imparato a conoscerla in questi anni, ho legato molto con lei ed è davvero una bella persona. Ovviamente tra due campionesse possono starci dei piccoli problemi a volte, ma sono convinta che presto saranno tutti risolti»

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