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Caos nel biathlon russo: alcuni olimpionici e allenatori chiedono le dimissioni di Drachev

Notte dei lunghi coltelli nel biathlon russo. La stagione tutt’altro che positiva in ambito internazionale, salvata soltanto dalle medaglie mondiali di Loginov, ha causato non poche polemiche nelle ultime settimane. Sotto la lente d’ingrandimento, da parte di molti, è l’operato di Vladimir Drachev, presidente della federazione di biathlon.
Dopo vari attacchi a lui arrivati attraverso i media, il deputato della Duma di Stato ha ricevuto anche una lettera, firmata da ex campioni olimpici e allenatori, nella quale sono richieste le sue dimissioni.
«Secondo noi, non hai giustificato la fiducia della famiglia del biathlon – è scritto – durante i due anni nei quali hai guidato il biathlon russo, non soltanto non hai mantenuto le promesse fatte nella conferenza del tuo insediamento e in campagna elettorale, ma si sono anche aggravati i problemi già presenti, per risolvere i quali eri stato eletto. Queste problematiche hanno spinto una parte significativa della famiglia del biathlon russo contro di te e hanno creato un’atmosfera malsana. Riconosciamo le tue belle intenzioni riguardo al biathlon russo ma allo stesso tempo affermiamo che non sei in grado di realizzarle, anche perché all’interno del consiglio ci sono troppe divergenze che non consentono di lavorare in modo efficiente. Si ha l’impressione che il consiglio della federazione debba risolvere collettivamente delle questioni operative che in passato venivano decise dal presidente. Il tuo duro lavoro all’interno della Duma di Stato, così come la tua mancanza di capacità amministrative e comunicative, necessarie in questa fase di ricostruzione economica del biathlon in Russia, non ti consentono di adempiere pienamente alle funzioni di presidente. Facendo questo passo (dimisissioni, ndr) non solo non perderai la credibilità nella famiglia del biathlon, ma al contrario la rafforzerai. Lasciando la carica di presidente della RBU farai meglio per te e per il biathlon russo».

Tra i firmatari ben nove medagliati olimpici russi e tanti allenatori, tra i quali anche Alexander Kasperovich, il cui falso accredito ad Anterselva scatenò tutto il caos che portò all’irruzione della polizia italiana all’interno dell’hotel della squadra russa.

In un’intervista Tikhonov ha aggiunto: «Voglio scusarmi con tutti per aver sostenuto Drachev alle elezioni. Durante i due anni del suo regno, il nostro biathlon è crollato sotto zero. Ha mentito a tutti e non c’è stato alcun momento positivo nel suo lavoro. Ha rovinato tutto, non c’è una persona in tutte le regioni che direbbe una buona parola su Drachev. Ha mentito alla gente dicendo che avrebbe portato sponsor che poi non sono arrivati. Chi consiglierei al suo posto? Esiste qualcuno ma non lo dico ora».
Drachev si è difeso: «Ci sono tante persone che godoni dei fallimenti, quando sarebbe meglio se aiutassero, visto che tutti festeggiano i successi e quando qualcosa non funziona si fanno da parte e dicono che non hanno nulla a che fare con i fallimenti, incolpando le altre persone. I problemi di cui hanno portato non sono stati portati da me, anzi in questi due anni ho provato a eliminarli. Abbiamo ancora tante attività da completare, ci sarà molto da fare prima dell’inizio della prossima stagione. Nella situazione attuale questa lettera è estremamente errata, anche perché visto quanto sta accadendo non sappiamo cosa accadrà e soprattutto siamo tutti in quarantena. Se mi dimetterò? Il biathon ha funzionato, stiamo lavorando anche nella situazione attuale, tutto è sotto controllo».

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