Lo si sapeva dal momento in cui aveva coperto velocemente i cinque bersagli del poligono in piedi, uscendo in testa dall’ultimo poligono, senza perdere nulla nel primo intermedio, che la medaglia d’oro di Loginov, squalificato in passato due anni per essere stato trovato positivo all’EPO, avrebbe scatenato numerose polemiche. Non solo in Francia, dove da anni Fourcade si è schierato apertamente contro la Russia per il doping, ma anche in Norvegia, dove il tema è particolarmente sentito.
I primi a protestare sono stati proprio i fratelli Bø, a cominciare da Tarjei, giunto quarto: «È una questione di giustizia. Lavoriamo e viviamo con l’obiettivo di combattere per le medaglie. L’ultimo giro è stato così duro, lotti per il bronzo, pensi di averlo acciuffato, poi arriva il russo che non avremmo voluto vedere nemmeno al via. È un po’ difficile da accettare. È difficile quando ottieni il quarto posto e il vincitore è stato squalificato per utilizzo dell’EPO. È difficile quando competi e gioisci per lo sport che ami. Noi norvegesi e francesi lo facciamo alla grande, poi arriva lui e distrugge. È dura lavorare tanto tutto l’anno e arrivare quarto nel Mondiale, battuto da una persona che ha barato in passato».
Suo fratello Johannes Bø è stato sulla stessa lunghezza d’onda: «Con il passato che tutti noi conosciamo e le sua scarse prestazioni nel fondo di quest’anno, è un po’ strano. È imbarazzante che Loginov non si fermi davanti ai media, non è rispettoso né intelligente da parte sua. Non è degno di un campione del Mondo».
Ovviamente nella conferenza stampa dei primi tre non si è parlato di altro, nessuna domanda specifica sulla gara, ma soltanto sulla questione doping, un vero e proprio “processo” nei confronti di Loginov. Sull’argomento è intervenuto Fourcade, che come Johannes Bø ha attacco il russo anche per la sua assenza di comunicazione: «Cosa dovrebbe fare Loginov per essere nuovamente accettato? Ogni volta che si parla di doping, ognuno si aspetta che io parli ad alta voce, perché conosce il mio pensiero su questo argomento e quanto mi urti. Per rispondere alla tua domanda francamente, dico che una persona debba essere onesta e parlare alla gente per fare dei passi avanti, ma quando resti in silenzio di fronte ai media e parli russo anziché inglese, pur conoscendolo, non aiuti la gente a darti fiducia. Questa sarà la mia unica risposta oggi sull’argomento, perché ho già esposto il mio pensiero in passato e penso questo non sia il momento giusto di farlo, in quanto stiamo vivendo un bellissimo Mondiale qui ad Anterselva».
Successivamente, a margine della conferenza stampa, Fourcade ha poi criticato anche il fatto che la notizia sulla squalifica di Ustyugov sia arrivata in questi giorni: «La tempistica è stata sbagliata, queste notizie escono fuori sempre quando c’è un Mondiale. In ogni caso il mio pensiero è sempre lo stesso. Non voglio parlare di Ustyugov e tutta questa merda infinita del doping in Russia, ma concentrarmi unicamente sul Mondiale di Anterselva, perché abbiamo delle condizioni splendide e non voglio tornare al 2017 quando si parlava solo di doping. Loginov? Mi complimento con lui per la vittoria, ma la mia opinione e il mio rispetto nei suoi confronti non cambiano».
Preso di mira, Loginov ha provato a difendersi con una battuta: «Sono stato testato non so quante volte, dodici o sedici. In ogni caso io e mia moglie viviamo in un appartamento piuttosto grande. Saremmo molto felici di invitarvi da noi, vedere la nostra routine e il fatto che tutto sia pulito». Ovviamente la risposta rigorosamente in russo con i giornalisti provenienti dalla Russia a ridere per la battuta e gli altri ad aspettare la traduzione.
Nella conferenza ci sono state altre, tante, troppo domande solo sul doping, ma forse bisognerebbe porle all’IBU anziché all’atleta. In fin dei conti Loginov in passato ha commesso un gravissimo errore per il quale la pena è di due anni, quindi oggi il russo compete come previsto dal regolamento. A questo punto i tanti critici avrebbero più motivi di contestare l’IBU anziché l’atleta (pur avendo tutto il diritto di non stimarlo), anche se certamente il fatto che l’atleta russo non si apra mai agli altri, come sottolineato da Johannes Bø e Fourcade, non aiuta. La conferenza si è chiusa nel modo peggiore, con Loginov arrabbiato e col volto triste che si è alzato immediatamente andandosene senza fermarsi a parlare con alcuno. Sicuramente non un dopo gara degno dello spettacolo di questo splendido Mondiale.
Anterselva 2020 – Vince Loginov e riesplodono le polemiche sul doping: nel post gara c’è poco di sport
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