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Il dt azzurro Fabrizio Curtaz interviene sulla polemica Vittozzi-Wierer

Ha fatto scalpore, a una settimana dal via del Mondiale di Anterselva, l’intervista rilasciata da Lisa Vittozzi al Messaggero Veneto, percepita come una polemica della sappadina nei confronti della compagna di squadra Dorothea Wierer, una sorta di accusa per quanto accaduto lo scorso anno a Östersund, quando la campionessa del mondo mass start non prese parte alla staffetta per un problema fisico, vincendo poi l’oro mondiale individuale il giorno successivo. Vittozzi ha raccontato quanto quell’evento l’abbia condizionata e la rabbia seguita a quella gara, le abbia probabilmente fatto perdere la Coppa del Mondo ma anche causato le problematiche avute nella prima parte di questa stagione.
Il dt del biathlon azzurro, Fabrizio Curtaz, in questi giorni a Obertilliach insieme alla squadra che parteciperà al Mondiale che inizierà il 14 febbraio, è intervenuto sull’argomento cercando di smorzare un po’ i toni della polemica, anzi per quanto lo riguarda nessuna sorpresa, in quanto, dal suo punto di vista, Lisa non ha detto nulla di nuovo.
Buonasera Curtaz. Si sta parlando tanto dell’intervista rilasciata da Lisa Vittozzi, percepita come un’accusa a Dorothea Wierer. È colpito?
«Personalmente già ero a conoscenza di quanto provasse Lisa nel suo intimo, lei ha raccontato quello che ha vissuto a partire da quel particolare momento durante il Mondiale di Östersund. Per me nulla di strano, ma capisco lo stupore di coloro che non hanno vissuto direttamente la situazione come noi. Sinceramente io dall’intervista non ho percepito alcuna accusa a Dorothea, Lisa ha raccontato ciò che ha vissuto e l’ha condizionata nel finale della preparazione e nel corso della passata stagione».
L’intervista è sembrata però quasi un’accusa nei confronti di Wierer per quanto accaduto a Östersund lo scorso anno.
«Lei non ha accusato nessuno, né Doro né nessun altro, ma ha solo raccontato ciò che ha vissuto lei nella sua persona e l’ha condizionata anche in preparazione. Non ha accusato Dorothea, tanto che in questi giorni hanno parlato e ognuna ha dato la propria opinione. Entrambe ci sono rimaste male. Lisa non pensava di scatenare questo effetto così forte, dall’altra parte Doro non si aspettava una polemica del genere in un momento così delicato, anche perché lei non sapeva nulla di quanto pensasse Lisa».
Secondo Vittozzi, però, Wierer quel giorno avrebbe dovuto correre e probabilmente si è sentita penalizzata dalla scelta della compagna.
«Sai, sicuramente Lisa avrà avuto questa sensazione, cosa che ha dovuto superare nel tempo, l’ha fatto solo quando ha capito che non riusciva più a lavorare tranquillamente, perché voleva sempre dimostrare qualcosa in più e non riusciva a essere se stessa. Lisa non fa un’accusa, ha semplicemente raccontato in che modo ha vissuto quel momento e quanto questo l’abbia condizionata. Ora ne è uscita e ha capito tante cose, anche parlando con i tecnici».

Ritiene che Lisa Vittozzi si fidi dello staff tecnico azzurro?
«Questo va chiesto a lei, ma dal mio punto di vista si, altrimenti non avrebbe parlato con noi di tutto questo già nel corso della scorsa primavera».
È ancora convinto che quel giorno a Östersund sia stata presa la decisione giusta?
«I tecnici scelsero bene perché qui si pensa alla salute degli atleti. Abbiamo un medico appositamente per valutare lo stato di salute dell’atleta, se abbia o meno possibilità di correre. Non facciamo gareggiare un’atleta che non è in grado di farlo, come Doro quel giorno. Non posso entrare nei dettagli privati dell’atleta, ma quel giorno è stata seguita dal medico di squadra e si è arrivati a questa decisione».
Lisa era però lì con voi. Allora come mai l’ha percepita diversamente?
«Erano anche in camera assieme. Probabilmente voleva che Doro corresse, era consapevole che insieme avrebbero avuto grandi chance di portare la staffetta a un bel risultato. Però Lisa è un’atleta, non un medico, quindi non poteva valutare lo stato di salute della compagna. Noi avevamo provato a recuperare Dorothea fino all’ultimo momento, addirittura in mattinata l’avevamo fatta uscire per l’attivazione muscolare e vedere come reagiva. Abbiamo fatto di tutto, ma non devo dare altre spiegazione, se non sottolineare che Wierer voleva gareggiare e ci rimase male nel non poter prendere parte alla gara. Ma poi ve la ricordate il giorno dopo nella mass start? Ha vinto l’oro perché è stata fantastica al poligono, ma sugli sci è stata appena al settanta per cento. Proprio per questo motivo Doro è dispiaciuta di tutto ciò che si sta dicendo».
Pensa che qualcuno possa aver condizionato dall’esterno l’idea di Lisa su quanto accaduto?
«Purtroppo lo stato delle cose è questo. A volte attorno agli atleti ci sono persone che amano alimentare queste polemiche, non so a quella vantaggio, gli piace creare degli squilibri dove invece regna l’equilibrio. Sinceramente non ne capisco il motivo, ma ci sono persone che amano creare queste situazioni. Certamente chi l’ha fatto non si è reso conto di fare del male all’atleta stessa, tanto che da tutta questa vicenda, a rimetterci è stata solo Lisa».
Le due atlete come hanno reagito?
«Sicuramente quanto accaduto ha dato fastidio a entrambe, sono umane, quando vengono dette certe cose, travisate o gonfiate dà molto fastidio. Siamo però qui per dare il giusto peso alle cose. Fossero tra la trentesima e la sessantesima posizione non se ne sarebbe parlato, invece essendo due delle biatlete più forti al mondo, dobbiamo prenderci anche questo. Nel nostro paese piace creare una rivalità superiore a quanto sia nella realtà. Anzi, sai cosa dico? Tutta questa polemica da una parte è quasi positiva (ride, ndr)».
Perché?
«Magari quanto accaduto dà quel giusto pepe che dosato al modo giusto potrebbe rivelarsi positivo per la squadra».  
Le due atlete hanno parlato?
«Lisa ha spiegato bene come è andata l’intervista ma non sto qui a raccontare pubblicamente cosa si dice all’interno della squadra. Comunque sono in camera assieme e hanno tutto il tempo per parlarne. Sicuramente quanto accaduto ha dato fastidio, ma da questo bisogna imparare, perché crescendo le attenzioni attorno al nostro sport, dobbiamo accettare anche questo».

Insomma guardando il lato positivo, è la conseguenza di un biathlon che gode sempre di maggior spazio e considerazione tra i media.
«Si, dai, mettiamola così. Poi in Italia ci piacciono queste polemiche, nel nostro paese interessa più il gossip che il gesto sportivo degli atleti. Dovevamo fare anche questa esperienza qui».
Anche sui social se ne sta parlando molto.
«Non lo sapevo, non ho un profilo social».
Com’è ora l’umore all’interno della squadra?
«Buonissimo, perché abbiamo lavorato tanto e nel modo migliore. Tutti gli atleti stanno bene e abbiamo trovato delle condizioni perfette per svolgere gli allenamenti che avevamo in programma. Sono queste le cose che contano, non il resto. Domani finiamo il raduno, poi inizia l’avventura»

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