A Obertilliach stanno lavorando dallo scorso weekend gli otto azzurri che presumibilmente – non sono ancora uscite le convocazioni ufficiali – parteciperanno al Mondiale di Anterselva. Si tratta di Lukas Hofer, Dominik Windisch, Thomas Bormolini, Daniele Cappellari, Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi (tanti auguri di buon compleanno Lisa), Federica Sanfilippo e Michela Carrara. Ovviamente a loro dovrebbero aggiungersi altri due atleti, un uomo e una donna, almeno come riserve della staffetta, poi si vedrà.
Con gli atleti, sono su in Austria gli allenatori Andreas Zingerle, Andrea Zattoni, Klaus Höllrigl e Nicola Pozzi. Del lavoro che si sta facendo, dello stato di forma dei suoi atleti (in questo caso nello specifico Hofer, Wierer, Vittozzi e Bormolini) abbiamo parlato con Andrea Zattoni.
Ciao Andrea, come stanno gli atleti?
«Hanno ripreso a lavorare lo scorso weekend dopo alcuni giorni di riposo fondamentali, in quanto si veniva da un ciclo di tre settimane che si è rivelato molto impegnativo, come ci aspettavamo. Tutti sono riusciti a riposare abbastanza bene e si sono presentati qui pronti e recettivi all’allenamento».
Partiamo dalla domanda che oggi più interessa ai tifosi italiani: come sta Dorothea Wierer?
«Nelle ultime settimane percepiva questa pressione nella zona lombare, della quale non conosciamo le cause. Al momento le sta dando fastidio mentre spara nelle serie in piedi, mentre non ha problemi quando scia. Purtroppo quando è in piedi in una postura statica, la muscolatura si affatica così percepisce dolore. Ogni tanto le fa più male, in altre occasioni meno. I fisioterapisti stanno facendo un grande lavoro per metterla in sesto in vista del Mondiale. Psicologicamente, però, lei è molto tranquilla, per tutta la stagione non l’ho mai vista agitata, è sempre stata serena. Anche a Pokljuka stava bene dopo la mass start, anzi era contenta della sua gara, tranne dell’ultimo giro, nel quale ha risentito delle penalità. L’importante è che sia serena. In questi giorni cercheremo di essere molto bravi e attenti nel dosare i carichi nel modo giusto per lei e Lukas (Hofer, ndr). Dobbiamo allenarli al meglio ma allo stesso tempo fare attenzione alle loro condizioni fisiche. Nel finalizzare il lavoro dobbiamo quindi prendere in considerazione tutte queste problematiche».
A Pokljuka è tornata sul podio Lisa Vittozzi; quanti margini di crescita ha in vista del Mondiale?
«Non ho dubbi che Lisa possa tornare ai livelli dello scorso anno, perché quando è in condizione va forte anche sugli sci. Il weekend sloveno le ha dato tanta fiducia e sapete meglio di me quanto sia importante nel biathlon. Se un atleta approccia al poligono con serenità e spara bene, riesce ad esprimersi al meglio anche in pista. A dicembre non ritrovava il suo tiro e questo le faceva perdere tante energie mentali».
Ma cosa le era accaduto? Troppi carichi di lavoro o solo una questione mentale?
«I carichi non erano stati troppo diversi rispetto alla passata stagione. Se vedi un atleta del suo livello essere in una determinata condizione, come era lei, a metà novembre, quando la preparazione è finita, non ti preoccupi. Aveva avuto un calo a novembre dopo un’estate al 110%, ma era anche normale fosse così. Io credo abbiano inciso un insieme di cose. Fisicamente non si sentiva al meglio, poi è arrivato quel 3-2 nella sprint d’apertura a Östersund e le è crollato il mondo addosso. Insomma io l’ho seguita in allenamento, mi rendo conto quando un’atleta fisicamente non va, e posso dire che non ho mai visto un momento preoccupante dal punto di vista della condizione. Purtroppo, però, quando non sei tranquillo ne risenti. Ora ha ritrovato serenità ed è conscia del fatto che da ora in avanti possa solo crescere».
In Slovenia ha mandato dei segnali rassicuranti anche Lukas Hofer.
«Quella slovena è stata una settimana importantissima per lui, perché ha ritrovato un buon tiro, per non dire ottimo, quello di cui aveva bisogno. Fisicamente ancora non è il miglior Luki a causa di quelle problematiche alla schiena che ha dall’estate, ma lui ce la sta mettendo tutta per arrivare al meglio al Mondiale e lo staff medico sta lavorando con grande attenzione per metterlo nelle migliori condizioni possibili. Il riposo gli ha fatto bene e mi auguro possa confermare ad Anterselva quella stabilità sul tiro che abbiamo visto a Pokljuka».
Passiamo a Bormolini, che ha vissuto un weekend sloveno piuttosto sfortunato.
«Thomas deve iniziare a fare il biathlon che ha nelle sue corde, riuscire a unire una prestazione sugli sci come quella dell’individuale di Pokljuka al suo tiro. Si è accorto di essere in grado di fare delle belle gare quando fisicamente sta bene. Nonostante fosse arrivato stanco alla tappa slovena, nell’individuale aveva fatto un garone tenendo Tarjei Bø per due giri, riuscendo a far registrare sempre lo stesso tempo sugli sci nei vari giri. Purtroppo non è riuscito ad abbinare a questa bella prova sugli sci quel tiro che può esprimere, come ha dimostrato sempre nella sua carriera. Se lavora tranquillo può togliersi soddisfazioni. Parte tutto dalla sprint, deve essere bravo a gestirsi, dosare le energie. Il ventisettesimo tempo su una venti è un segnale importante. In staffetta speriamo di vederlo fare ciò che sa, come nel bellissimo lancio di Oberhof. Ha bisogno di stabilizzarsi un po’, avere maggiore consapevolezza nei suoi mezzi ed essere tranquillo».
Sappiamo che in estate non l’hai allenato direttamente tu, ma lo vedi tutti i giorni: come sta Windisch?
«Sta migliorando dalle problematiche fisiche dovute alla brutta botta presa a Oberhof, si sente sempre meglio ed ovviamente è carico in vista del Mondiale, anche se senti ancora un po’ di male al costato quando spara a terra. Il tempo di Pokljuka non prendetelo in considerazione, perché aveva tirato un po’ i remi in barca dopo le difficoltà al tiro. Ma ripeto, è carico per il Mondiale che affronterà da campione in carica».
Che tipo di lavoro state svolgendo?
«In realtà è un raduno fatto soprattutto per stare tutti insieme e accrescere ulteriormente lo spirito di gruppo in vista del grande appuntamento. Volevamo che questi otto atleti fossero un po’ insieme anche al di fuori del contesto gara, perché purtroppo durante i weekend siamo tutti insieme, ma come potete immaginare ognuno è concentrato su quello che deve fare in gara, esistono pochi momenti conviviali. In ogni caso, nei primi giorni abbiamo lavorato soprattutto sul tiro, ora invece faremo quell’allenamento organico di qualità che purtroppo non si può fare nel corso della stagione tra una tappa e l’altra, lavori di potenza aerobica, per poi fare più intensità nella parte finale del raduno».
Biathlon – Andrea Zattoni fa il punto sulla squadra a una settimana dal Mondiale
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