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Sci di fondo

Fondo – Luciano Cardini a Oberstdorf con i tre atleti della squadra Under 23: “A loro chiedo di avere coraggio”

Era tra i più soddisfatti lo scorso weekend a Pragelato, in occasione della tappa di Alpen Cup che si è disputata sul durissimo tracciato olimpico del 2006, un anello di 5km con tre lunghe salite e delle discese nelle quali era impossibile riposare. Luciano Cardini ha visto due atleti da lui allenati fare doppietta nella mass start in classico di 30km, Paolo Ventura e Simone Daprà, Lorenzo Romano chiudere quinto nella mass start e quarto nell’individuale, Davide Graz tra gli junior sfiorare il podio nella mass start e giungere secondo nell’individuale. Risultati che hanno portato in nazionale per la tappa di Coppa del Mondo di Oberstdorf proprio i suoi Paolo Ventura, Simone Daprà e Lorenzo Romano. Di questo abbiamo parlato con il responsabile della nazionale Under 23 azzurra.
Buon pomeriggio Cardini. Dopo una partenza un po’ rilento, i suoi atleti hanno trovato la miglior condizione nelle ultime uscite, fino agli ottimi risultati di Pragelato.
«Volevamo partire forte, come sempre, ma purtroppo ci sono state un paio di gare sfalsate da condizioni particolari della neve e soprattutto tracciati troppo semplici. A Pragelato, per la prima volta quest’anno, abbiamo trovato una pista vera e dura, con una neve perfetta, che ha permesso ai nostri atleti di mettersi in mostra. Inoltre, rispetto all’inizio della stagione, è migliorato lo stato di forma generale della squadra. Mi manca ancora un po’ Martin Coradazzi, ma arriverà anche lui perché ha lavorato tanto e sta solo tirando un po’ il fiato. Peccato non fosse presente a Pragelato anche Luca Del Fabbro, perché sarebbe stata la sua gara, tracciato duro e format nel quale vinse il titolo Mondiale Juniores lo scorso anno».
Dopo le gare di Pragelato sono arrivate anche le convocazioni in Coppa del Mondo per tre dei suoi atleti, Ventura, Daprà e Romano. Una bella soddisfazione.
«Certamente. È stato anche bello doverglielo comunicare, è sempre un piacere poter dare delle belle notizie e sentire la gioia dei ragazzi. Andrò a Oberstdorf anch’io, perché ritengo sia importante star loro vicino questo weekend, magari la mia presenza, qualche battuta, potrebbe essere utile a tranquillizzarli, farli sentire a casa. Troveranno comunque un bel gruppo consolidato come quello della squadra A, ma certamente aperto ad accoglierli senza difficoltà. Voglio però dargli il mio supporto da bordopista».
Cosa dirà loro?
«Innanzitutto di stare calmi, tranquilli e fare ciò che sanno. Tutti e tre stanno bene, quindi devono solo ripetere in gara ciò che sanno fare in allenamento. Certamente non dovranno farsi prendere troppo dalla foga all’inizio, perché in Coppa del Mondo c’è tanta gente forte, quindi devono giocarsi bene le loro carte senza essere troppo agitati. Ovviamente avranno un po’ di tensione e pressione in più rispetto al solito, voglia di far vedere il loro valore. Chiaramente, oltre a cercare di tranquillizzarli, gli darò anche un bel po’ di carica».
Il format mass start dello skiathlon potrebbe aiutarli a rendersi meglio conto del passo della Coppa del Mondo?
«Certamente e sono anche felice che nello skiathlon troveranno prima il classico, dove andiamo meglio, nonostante ci siamo allenati tanto in skating. La partenza in linea sull’uomo sicuramente lì aiuterà, gli darà un confronto diretta. Ripeto, dovranno però stare attenti a non farsi prendere troppo dalla foga, altrimenti rischiano di restare a secco».
Effettivamente, in confronto ai francesi, soffriamo molto in skating. Come mai? Inoltre come spiega il fatto che in Coppa del Mondo gli atleti transalpini riescano a dare quel qualcosa in più rispetto all’OPA Cup?
«A St. Ulrich, per esempio, eravamo andati meglio noi, ma è un dato di fatto che i francesi in skating abbiano una marcia in più. A cosa è dovuto? Credo abbiamo più cattiveria, sembrano più agguerriti, si spremono ancora più di noi. Sono un esempio da imitare da quel punto di vista, perché tecnicamente non abbiamo nulla da invidiare, anzi ci siamo. Loro hanno un po’ più di cattiveria, una grande determinazione, anche perché c’è maggior concorrenza nel gruppo, una cosa che alza il livello. Ma anche noi siamo determinati, sia chiaro, dobbiamo essere forse più cattivi, come loro. Con un pizzico in più di cattiveria e gli sci giusti, siamo lì».
Cosa vorrebbe quindi vedere dai suoi ragazzi, magari già ad Oberstdorf?
«Io credo che questi tre ragazzi, come tutto il resto del gruppo, abbiano delle buone potenzialità, hanno anche cattiveria ma a volte manca quel pizzico di coraggio in più. La determinazione c’è, lo vedo in allenamento, a volte bisogna solo osare di più. Ecco proprio questo mi è piaciuto sabato scorso, quando Paolo Ventura, un ragazzo silenzioso e tranquillo, ha mostrato determinazione e coraggio. Ero consapevole che fosse in buone condizioni, ma ha mostrato il suo valore con grinta».
Quanto sarà importante questa esperienza anche in ottica Mondiale Under 23, per Daprà e Romano?
«Moltissimo, li motiverà sicuramente, perché questa convocazione gli darà un po’ di carica in più».

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