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Biathlon, il punto di Pietro Dutto: “Per la Coppa del Mondo non vedo altre atlete con la continuità di Doro e Lisa”

Parte oggi su Fondoitalia un appuntamento fisso settimanale con Pietro Dutto per analizzare quanto accaduto nel weekend di gare e non solo. Una rubrica nata quasi per caso, seduti al bar di fronte a un caffè, commentando la splendida vittoria di Dorothea Wierer nella sprint di Östersund e il magnifico successo della staffetta mista. Tra un commento e l’altro, l’idea di Pietro di poter condividere attraverso Fondoitalia la sua passione per il biathlon, vissuta per anni da protagonista sulle piste italiane e internazionali. Così al termine delle staffette di sabato e domenica ecco la prima puntata.
Ciao Pietro. Diversi atleti sono apparsi in difficoltà nella prima tappa di Coppa del Mondo.
«Quella di Östersund si è confermata una tappa molto selettiva al poligono e sempre aperta a possibili sorprese. Bisogna sapersi adattare alla situazione difficile ma avere anche la fortuna di arrivare al poligono al momento al momento giusto, quando c’è la finestra giusta senza vento, che va assolutamente sfruttata. Qui le condizioni cambiano a grande velocità, chi sa approfittarne o mantiene la calma fa la differenza. Questa cosa è emersa soprattutto nei primi giorni».
Iniziamo dagli uomini dove è stato sancito il ritorno di Martin Fourcade. Ti aspettavi di rivederlo ai vertici già dalla prima tappa?
«Ai vertici si ma non credevo potesse andare subito così bene. A dir la verità pensavo che come tutti gli atleti di altissimo livello, anche lui fosse destinato a una fase calante. Invece non sembra affatto così. Questo nonostante ricopra oggi un ruolo pubblico in Francia, abbia tantissimi impegni, quindi maggiori difficoltà nel trovare il tempo di allenarsi e recuperare. È incredibile ciò che sta facendo, mi è parso in grandissima forma. Al di là di questo, va poi aggiunto che nell’individuale, in quelle condizioni di neve, abbiano avuto un ruolo fondamentale anche gli sci. Questo senza nulla togliere a quanto fatto dagli atleti francesi che sono stati straordinari. Sarebbe ingeneroso legare il loro successo solo ai materiali».
I tifosi si erano un po’ spaventati per la prestazione di Johannes Bø nell’individuale, ma possiamo dire che la staffetta di sabato ha tolto ogni dubbio sulle sue condizioni.
«Personalmente non ho mai avuto dubbi. In ogni caso in staffetta ha dimostrato di essere in forma, prospettandoci un bellissimo duello tra lui e Fourcade che darà suspense per tutto il corso della stagione. Non avremo quindi il dominio di un solo atleta, come accaduto spesso con Martin e lo scorso anno con Johannes. Purtroppo ho letto che a gennaio salterà qualche tappa per la nascita del figlio, ma ci sono tanti esempi di sportivi che una volta diventati papà hanno reso anche di più. Quindi al Mondiale di Anterselva farà paura, anche perché i norvegesi, come sempre, andranno in quota qualche settimana prima del grande evento, per avere i migliori benefici dai raduni in altura già svolti in estate. Volevo comunque sottolineare che sono rimasto molto colpito dalle prestazioni della nazionale norvegese nel suo complesso, anche la squadra femminile è cresciuta molto in molte delle sue atlete».
Passiamo alle donne. Dorothea Wierer è subito partita a tutta, mentre Lisa ha mandato buoni segnali in particolare nella sua frazione di staffetta.
«Dorothea mi ha stupito, l’ho vista alla grande. Come ho detto in precedenza su Fourcade, anche nel suo caso credevo che i tantissimi impegni, arrivati dopo la vittoria della Coppa del Mondo, non le avessero permesso di allenarsi al meglio o recuperare. Anche in estate mi era sembrata più indietro, invece ha avuto il merito di presentarsi in splendide condizioni alle prima gare. Sono impressionato, è in grande forma e deve solo andare avanti così. Lisa, invece, mi è sembrata più stanca, probabilmente deve ancora assimilare tutti i catichi di lavoro fatti, ma presto la rivedremo al suo livello. Già in staffetta ha fatto molto meglio. A volte serve qualche gara per smaltire la preparazione estiva, si arriva all’inizio un po’ imballati e solo gareggiando si prendono ritmi e condizione. Mi aspetto di rivederla in lotta per la vittoria già a Hochfilzen».
Delle avversarie chi ti ha colpito maggiormente?
«Ho visto molte atlete in grado di dare fastidio nella singola gara ma non con continuità. Doro e Lisa hanno un’altra solidità al poligono, sono continue, mentre le altre possono vincere un giorno ed essere molto più indietro quello successivo. Røiseland ha un grande ritmo sugli sci, sicuramente è competitiva, soprattutto nelle sprint farà molta paura, ma sulle quattro serie non è al livello delle nostre due atlete. Davidova mi è piaciuta tantissimo, potrà anche vincere qualche gara ma è ancora giovane per essere solida nel lungo periodo. Insomma, se proprio mi costringete a fare un nome, penso Herrmann possa essere considerata la più accreditata, in quanto è riuscita a migliorare ancora al tiro ed è qualcosa di incredibile se si considera che nasce fondista. Le basterà per battere Doro e Lisa? Öberg potrà togliersi qualche soddisfazione nelle singole tappe, anche Eckhoff o Kaisa (Mäkäräinen), pure le francesi sono delle ottime outsider, si è visto che hanno lavorato molto bene, ma credo proprio che la battaglia sarà ancora in casa nostra. Ovviamente queste impressioni mi arrivano dalla prima tappa, spero di non sbagliarmi ed essere costretto a cambiare idea (ride, ndr)».
Tra gli uomini, a parti i due fenomeni, che impressioni hai avuto dagli altri?
«Ovviamente molto positive dai francesi. Desthieux e Fillon Maillet in particolare hanno mostrato negli ultimi giorni di aver fatto un ulteriore step. Ho visto a sprazzi molto bene anche Tarjei Bø, che sembra tornato ai livelli di quando gareggiava con me. Anche Dale secondo me è una bella promessa, si vede che ha numeri interessanti. Invece devo ammettere di essere rimasto un po’ deluso dai tedeschi, ma è solo l’inizio».
Parliamo adesso degli italiani.
«Prima posso dire una cosa, a cui tengo?»
Certo.
«Mando un grande abbraccio a Beppe Montello, mi dispiace per quanto accaduto. So che si sta allenando molto duramente per tornare al meglio in vista di Anterselva. Ahimè, per lui è stata una brutta botta, posso capirlo, perché fa male quando ti alleni tanti mesi e non vedi l’ora di iniziare, sei pronto per la stagione, senti anche di essere in condizione e d’improvviso sei costretto a fermarti. Non è facile per un atleta. Ma tornerà più forte di prima».
Lo salutiamo anche noi. Ecco proprio l’infortunio di Beppe ha reso il terzo posto nella staffetta maschile un risultato ancora più sorprendente. Come te lo spieghi.
«L’ennesima dimostrazione dell’imprevedibilità del biathlon e di quanto sia straordinario il nostro sport. Alla vigilia ci saremmo tutti aspettati di vedere l’Italia in lotta per il podio o addirittura per la vittoria con la squadra femminile e nessuno avrebbe immaginato il podio degli uomini, già un sesto posto sarebbe stato considerato un risultato positivo. La staffetta però si è confermata una gara sé. Domi ha dimostrato il suo livello, cosa che non gli era riuscita nelle gare individuali, Bormolini ha confermato di aver fatto un passo avanti rispetto alla passata stagione, mentre Luki è stato ancora una volta strabiliante sugli sci come nelle prime gare. Poi c’è Cappellari, che nelle prima uscite di Coppa del Mondo era apparso un po’ indietro sugli sci, forse non ancora pronto per l’élite, ma quando si è presentato al poligono in staffetta ha mandato tutti a scuola. Sono rimasto particolarmente impressionato dalla sua serie in piedi per precisione e velocità d’esecuzione, dove non soltanto è sembrato un atleta di Coppa del Mondo, ma qualcosa in più. In ogni caso ha dimostrato di avere sangue freddo, maturità e di saper reggere il palcoscenico. È giovane, è la sua prima vera stagione da senior e con l’allenamento migliorerà anche sugli sci. In ogni caso le prestazioni nel fondo a Östersund vanno prese sempre con le pinze, perché la neve non era facile. Per fare delle valutazioni, quindi, aspetterei Hochfilzen, con condizioni più stabili, che ci daranno risultati più veritieri».
La staffetta femminile ha fatto fatica, Nicole Gontier e Federica Sanfilippo hanno avuto delle difficoltà al poligono; pensi che sia per loro positivo tornare subito a gareggiare in staffetta la prossima settimana?
«La cosa più positiva è che la nazionale italiana è partita benissimo, sono arrivati subito degli ottimi risultati, quindi gli errori al tiro di Nicole e Federica peseranno psicologicamente molto meno. È stata solo una cattiva giornata, anche perché non era un’Olimpiade o un Mondiale, bensì una delle tante staffette di Coppa del Mondo. La prossima settimana avranno già un’altra chance. Federica aveva per esempio fatto già molto bene nell’individuale, quindi mi aspetto si confermi. Nicole mi auguro ritrovi subito fiducia nella sprint e questo la porti a essere mentalmente molto positiva per la staffetta. Sono convinto che Hochfilzen sia la località più adatta per farlo, in quanto le condizioni del poligono sono solitamente sono più stabili».
Giovedì inizierà anche l’IBU Cup Junior. Cosa ti aspetti dai nostri atleti?
«Abbiamo subito speranze di risultato in particolare con Giacomel e Bionaz, che sono forse più navigati rispetto ai compagni e abbastanza in forma, come si è visto nel confronto diretto con i senior in Coppa Italia. Penso che rispetto alla nostra generazione, questi ragazzi abbiano la fortuna di poter competere con maggiore frequenza contro atleti di altre nazionalità e potersi già mettere in gioco con gli altri prima dei Mondiali Juniores o gli Europei. Mi aspetto delle buone gare dai nostri atleti. So che le ragazze spareranno molto bene, perché sono delle ottime tiratrici, mentre tra i ragazzi so che avremo quei due che se spareranno bene staranno davanti, perché sugli sci sono molto competitivi. Però faccio un invito a tutti: lasciamoli crescere senza fretta e pressioni, sono ancora giovani e il percorso da fare è ancora lungo».

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