È stata un’estate positiva per il settore giovanile del salto e combinata nordica italiana. In particolare in campo femminile dove in Alpen Cup sono arrivati 10 podi, con tre successi di Jessica Malsiner e ben cinque secondi posti (due Sieff, due Dejori e uno Malsiner). Nella combinata nordica femminile, poi, sono arrivate due vittorie con Daniela Dejori e tre secondi posti con Annika Sieff, la quale è stata anche protagonista della vittoria della staffetta mista azzurra nel Summer Grand Prix con Veronica Gianmoena, Samuel Costa e Alessandro Pittin. Inoltre è arrivato anche un podio nel salto nella staffetta mista di Alpen Cup e quattro piazzamenti nella top ten sempre in questa competizione nella combinata nordica maschile.
Per parlare di questi risultati, ma soprattutto capire come si sta organizzando l’Italia a livello giovanile per rilanciarsi nelle discipline di salto e combinata, abbiamo contattato il direttore tecnico Federico Rigoni, (attualmente VF, a breve CC), che sta vivendo la sua seconda infinita (visto il numero delle gare, ndr) stagione alla guida del salto e la combinata nordica italiane.
Buon pomeriggio Rigoni. Partiamo dai risultati: è soddisfatto di come sono andate le cose in estate?
«Certamente i risultati sono stati molto confortanti. Una nota molto significativa per il settore giovanile è stata data in particolare dal gruppo di salto e combinata nordica femminile. Le nostre atlete sono riuscite spesso a mettersi in evidenza sul piano internazionale: al momento siamo in possesso di entrambi i pettorali gialli: Jessica Malsiner nel salto e Annika Sieff nella combinata. Inoltre abbiamo anche fatto una bella tripletta, (nell’ordine 1° Malsiner, 2° Sieff, 3° Dejori), nella mini tournee tedesca. Alcuni segnali positivi sono arrivati anche dal settore maschile, sia del salto quanto della combinata, dimostrando che abbiamo iniziato a percorrere la strada giusta, anche se ancora molto lunga, tortuosa e impegnativa».
Come sono organizzate le squadre e il lavoro?
«Il lavoro procede suddiviso per gruppi. Il salto maschile ha una sua programmazione, il settore femminile e la combinata nordica un altro. Insomma i programmi sono diversi, ma alcuni raduni li svolgiamo in comune per fare in modo di creare un gruppo e formare un “sistema squadra”. Ritengo poi essenziale per la crescita dei giovani, che questi abbiano la possibilità di essere seguiti negli allenamenti quotidiani a casa, quando non sono in raduno, da tecnici efficienti e preparati. Essendo limitati purtroppo i centri attivi in Italia, abbiamo cercato di inserire negli organici dei tecnici altamente preparati».
Parliamo degli allenatori delle squadre giovanili.
«Il responsabile di tutto il settore giovanile di salto e combinata nordica è Ivo Pertile, delle Fiamme Gialle. Lui, grazie alla sua esperienza e la professionalità, riesce contemporaneamente anche ad allenare le ragazze del salto e della combinata nordica. E’ una figura di collegamento tra me e gli altri tecnici delle squadre Giovanili. Per quanto riguarda il salto maschile da quest’anno l’allenatore responsabile è Zeno Di Lenardo, (che ha dimostrato grande professionalità e voglia di fare), coadiuvato da Roberto Cecon, ormai un veterano del settore, insieme a Gianfranco Oballa, (al quale abbiamo chiesto di rientrare dopo alcuni anni trascorsi lontano dai campi gara). Infine Diego Dellasega, delle Fiamme Oro, che ci sta aiutando in occasione dei raduni in Val di Fiemme. Per quanto riguarda la combinata nordica maschile, Andrea Bezzi è rimasto come lo scorso anno responsabile dei giovani della combinata nordica maschile, pur essendo limitato nelle presenze e nell’attività per ragioni lavorative, assieme a Paolo Bernardi, allenatore con grande esperienza sia all’estero sia in Italia, avendo guidato come responsabile la squadra di Coppa del Mondo. Il suo rientro ha dato uno stimolo in più ai giovani combinatisti. Il lato fondo è curato da alcuni anni da Pier Ettore Gabrielli che come tutti gli altri, si sta impegnando molto. Infine non dimentichiamo il preparatore atletico Gianpietro Guerrini».
Il presidente Roda, in un’intervista rilasciata a Fondoitalia la scorsa settimana, ha parlato di centri federali per rilanciare lo sci nordico.
«Si la FISI ci ha mandato diversi segnali molto positivi dimostrandosi davvero sensibile circa il futuro delle discipline nordiche. Per il momento, nelle nostre discipline, c’è un progetto mirato ai giovani al fine di indirizzare le energie in due modi. Prima di tutto incrementando nell’immediato il numero dei giovani praticanti nei quattro centri attualmente attivi: Pellizzano, Predazzo, Tarvisio e Val Gardena. In secondo luogo vorremmo riuscire a “riattivare” quei centri con tradizioni storiche nella disciplina, in modo tale da aumentare il reclutamento e portare nuovi stimoli. Parliamo per esempio di Asiago/Gallio, Dobbiaco, Pragelato e Ravascletto, ma anche altre località se ci fossero le condizioni. Il referente di questo progetto è l’allenatore Stefano Comazzi, che si sta prodigando nel coordinare i centri e curare i rapporti con i vari allenatori attivi in queste aree».
Insomma un lavoro a lungo termine.
«È un percorso molto impegnativo, ma l’impegno e la determinazione da parte di tutti noi non manca. Con il termine "Noi" voglio indicare tutto l’insieme formato da tecnici, fisioterapisti, medici, gruppi sportivi militari e civili, segreterie, uffici amministrativi, uffici stampa, dirigenti e infine anche atleti. È importante sottolineare il lavoro fondamentale di chi lavora dietro le quinte di una Federazione e ci sostiene nell’attività con la fiducia che il nostro settore cresca. Pertanto abbiamo il dovere di lavorare con il massimo impegno e serietà, con ottimismo ma con i piedi per terra lavorando sodo, guardando a un futuro che ci metterà davanti a grandi impegni internazionali. A proposito di questo, volevo ringraziare in modo particolare il consigliere referente della disciplina Gabriella Paruzzi e Carlo Dal Pozzo, sempre molto sensibili alle nostre esigenze».
Secondo lei qual è stato il problema avuto dall’Italia in passato?
«Penso che dal passato bisogna sempre imparare e farne tesoro per provare a migliorare se si riesce, sia per il presente sia per il futuro, lavorando in un sistema univoco e condiviso, guardando avanti con la massima decisione e fiducia».
Secondo lei è quindi possibile fare salto e combinata a un certo livello anche in Italia?
«Ci credo e ci crediamo, altrimenti non avrei accettato questa “sfida”. Purtroppo i numeri dei praticanti sono limitati rispetto alle grandi nazioni dove ci sono più strutture e atleti, ma vedo che grazie all’impegno, alla sensibilità e alla costanza di tutto il “Sistema”, stanno arrivando piano piano dei segnali positivi. Ritengo che per arrivare da qualsiasi parte nello sport come nella vita, la prima cosa sia crederci profondamente, altrimenti non ci sono possibilità di raggiungere l’obiettivo. Anche e soprattutto quando ci sono i momenti difficili. Ci stiamo tutti impegnando veramente tanto e con grossi sacrifici, ritengo questi siano ingredienti fondamentali per raggiungere gli obiettivi nella vita, sportiva e non sportiva. Noi ci stiamo credendo e ci stiamo provando».