Ha concluso il suo percorso giovanile, dopo anni all’interno delle nazionali azzurre Under 20 e Under 23. Daniele Serra si prepara ora ad affrontare la sua carriera da senior, con obiettivi diversi rispetto al passato, come quello di gareggiare in Coppa del Mondo, dove ha già ricevuto due convocazioni.
Lo farà con una certezza in più perché dopo tanti tentativi, addirittura ben otto concorsi, è finalmente riuscito a entrare in un corpo sportivo, arruolato dal Centro Sportivo Esercito, insieme a Luca Sclisizzo, nell’ultima immissione. A 24 anni era forse la sua ultima occasione, perché una volta uscito dalle categorie giovanili e dal giro della nazionale, si stava facendo sempre più difficile autofinanziarsi viaggi e allenamenti. I dubbi sul futuro e la paura di dover dire addio al suo sogno più grande sono stati ora sostituiti dalla certezza di potersi concentrare solo su pista e allenamenti, affrontare le gare con la massima determinazione ma senza la pressione di giocarsi ogni volta il futuro.
Abbiamo sentito il fondista classe 1996 nativo della splendida Valle Maira, in provincia di Cuneo, terra dai paesaggi che tolgono il fiato, ricca di storia, di sportivi ma anche di botteghe artigiane e caseifici (proprio la famiglia di Serra ne ha uno), per conoscere le sue sensazioni dopo un momento importante per la sua carriera e chiedergli quali sono i suoi obiettivi stagionali.
Ciao Daniele, è arrivato il tuo arruolamento nel Centro Sportivo Esercito, una notizia molto positiva per te; cosa provi in questo momento?
«Sinceramente ancora non me ne sono reso conto, ma so che adesso posso vivere quest’ultima parte della preparazione con una certezza in più. Al di là di questo, ora crescono anche le responsabilità, quindi non ho scuse, devo andare a tutta».
In caso di mancato arruolamento avresti lasciato?
«Diciamo che avrei sicuramente rischiato di smettere al termine della stagione. L’arruolamento è ovviamente fondamentale per noi atleti, anche perché non è facile sostenere economicamente questa attività».
Lo scorso anno hai vinto la Coppa Italia, fatto sempre delle belle gare, ma agli Italiani hai spesso faticato; sentivi un po’ la pressione del risultato a tutti i costi?
«Non è facile scendere in pista ogni volta sapendo di giocarti il futuro. Questo mi metteva tanta pressione e non sempre ho reagito in pista nel modo migliore».
Cosa vuoi dire a quegli atleti che si trovano oggi nella tua situazione passata?
«Credo di poter rappresentare per loro un esempio positivo, non bisogna mai mollare. Io ci ho sempre provato, non mi sono mai arreso impegnandomi sempre di più negli allenamenti e in pista, fino a realizzare finalmente questo importante passo della mia carriera. Ecco, a loro dico quindi di non arrendersi mai e crederci fino alla fine».
Come ha reagito la tua famiglia a questa notizia?
«Erano tutti molto felici per me. I miei genitori non sono mai stati fondisti, hanno giusto fatto un po’ di sport a livello amatoriale. Papà credo abbia partecipato una volta alla gara di corsa del paese e qualche garetta di discesa. Eppure hanno seguito sempre questa mia passione, mi sono stati tanto vicino».
Quindi a differenza di altri non hai iniziato seguendo una passione di famiglia.
«No, ho iniziato a sciare quando ci hanno fatto provare alla scuola elementare di Prazzo, che ho frequentato. Appena messo gli sci ai piedi, me ne sono innamorato».
In tanti sono contenti per te.
«Davvero, non puoi capire quanti messaggi ho ricevuto in questi giorni. Da venerdì scorso, per tutto il weekend, è stata una fila di chiamate e messaggi che non finiva più. Per fortuna sono andato ad allenarmi, altrimenti avrei passato le giornate al telefono (ride, ndr)».
Già da anni ti stavi allenando da aggregato nel Centro Sportivo Esercito; cosa ti hanno detto gli allenatori?
«Si, già da diversi anni sono aggregato per il CS Esercito. Bonaldi, il mio allenatore, era felice per me, perché avendomi da tempo in squadra sa quanti sacrifici ho fatto».
In precedenza hai affermato di sentire delle maggiori responsabilità ora che sei arruolato.
«Certamente, ora ho una maggiore responsabilità e una motivazione in più per fare bene ed allenarmi con il massimo impegno e serietà. L’Esercito ha dimostrato di credere in me, mi ha dato una grande opportunità trasformando la mia passione in un lavoro, quindi voglio ripagarlo. Questa è una spinta in più».
Parliamo della prossima stagione: qual è il tuo obiettivo primario?
«Per me è una stagione un po’ diversa dal solito, in quanto non faccio più parte delle categorie giovanili. Quindi non avrò il Mondiale Under 23 di Oberwiesenthal e quest’anno non sono in programma Mondiali Assoluti. Diciamo che l’obiettivo primario sono i Campionati Italiani e conquistare la convocazione per il Tour de Ski. Ovviamente voglio riuscire a meritarmi anche altre convocazioni in Coppa del Mondo. Non devo pensare ad altro, solo ad allenarmi e fare tutto al meglio».
Stai partecipando ai raduni interforze; cosa ne pensi di questa novità?
«Sicuramente è stata un’iniziativa molto positiva perché mi sta dando la possibilità di confrontarmi con gli atleti contro cui poi gareggio nel corso dell’inverno. Inoltre nel gruppo ci sono diversi ex nazionali, come Dietmar Nöckler, che rappresentano ovviamente un bel punto di riferimento per me».
C’è qualcosa su cui stai lavorando in particolare?
«No, però rispetto al passato mi sento molto più competitivo nello skating. Si è visto anche nelle recenti gare sugli skiroll a Sovere e Feltre».
Ora che hai la certezza di essere un atleta professionista, chi vuoi ringraziare per questo traguardo?
«Ci tengo a sottolineare che non è un traguardo ma un importante punto di partenza per poi raggiungere altri obiettivi che mi sono posto. In ogni caso avrei tanta gente da ringraziare, perché in molti mi hanno aiutato e sostenuto durante questo percorso. Quindi li nominerò più in là, probabilmente in un lunghissimo post su facebook. Sicuramente voglio ringraziare il Centro Sportivo Esercito per la grande opportunità, il Comitato Alpi Occidentali che mi ha fatto crescere, la mia famiglia e la mia ragazza».
Fondo – Il neo arruolato Daniele Serra: “La mia storia insegna che bisogna crederci sempre”
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