Una lieve sindrome influenzale l’ha costretto a saltare la prima parte del raduno di Ramsau, dove la Squadra A di fondo è tornata ad allenarsi sugli sci. Stefan Zelger però sta già meglio ed è pronto a raggiungere i compagni di squadra già domenica per prendere regolarmente parte alla seconda settimana di lavoro. Troppo importante per il ventiquattrenne del Centro Sportivo Esercito sfruttare ogni momento di questa estate, che lo vede nel gruppo della Squadra A.
L’abbiamo raggiunto telefonicamente per parlare con lui di questi primi mesi di lavoro con i nuovi compagni e dei suoi obiettivi in vista della prossima stagione, dopo un anno positivo nel quale si è qualificato ai Mondiali ed è riuscito a migliorare i suoi risultati di Coppa del Mondo, facendo bene anche nella distance di Cogne.
Ciao Stefan. Innanzitutto come stai? Ti sei già ripreso?
«Si, purtroppo sono stato costretto a saltare la prima parte del raduno. Mi sono già quasi totalmente ripreso e domenica raggiungerò i miei compagni di squadra. Purtroppo sono stato costretto a saltare la prima parte del ritiro e mi dispiace».
Per te è stata diversa, visto che ti stai allenando con la Squadra A. Come sono andate fin qui le cose?
«Molto bene, sono soddisfatto. È veramente un bel gruppo, ci alleniamo bene ed è uno stimolo importante lavorare con campioni di fama internazionale come Pelle (Pellegrino, ndr) e Defa (De Fabiani, ndr), ma anche con Salvadori e Rastelli, atleti che possono stare tra i primi quindici di Coppa del Mondo. C’è poi un bellissimo clima all’interno della squadra, ci divertiamo anche tanto, facciamo molte cose assieme, l’allegria non manca mai, grazie anche allo spirito di allenatore, tecnici e fisioterapista».
A proposito del fisioterapista, Christophe Savoye; è vero che è disponibile a trattarvi fino a tardi?
«Si, è impressionante quanto sia disponibile, non si tira mai indietro quando abbiamo bisogno di lui anche dopo cena. Al di là delle grandi competenze che ha, è anche una persona molto simpatica; è bello stare in sua compagnia. Credo sia uno dei fisioterapisti più bravi che abbia fin qui conosciuto. Il suo è un ruolo molto importante nel nostro sport, direi fondamentale. Per rendere al meglio abbiamo bisogno di stare al massimo fisicamente. Ogni nostro buon risultato è frutto del lavoro di tutti, non soltanto dell’atleta, ma di ogni persona che fa parte del team».
Com’è andato il raduno norvegese? Sei stato tra gli sfortunati che hanno pescato gli skiroll guasti.
«La trasferta è stata bellissima, soprattutto nella prima parte quando eravamo alloggiati vicino a una pista da skiroll perfetta, all’interno di un impianto da Coppa del Mondo, dove avevamo tutte le strutture ideali per allenarci al meglio. Lì abbiamo lavorato molto bene e quello norvegese credo sia stato il raduno più bello che abbiamo fatto. Purtroppo, invece, sono stato un po’ sfortunato in occasione del Toppidrettsveka, in quanto ho perso la gomma che si è staccata dal cerchio della ruota, una cosa mai vista. Davanti a me Bolshunov è anche caduto a terra, avendo accusato lo stesso problema. Per fortuna non si è fatto nulla. L’ultimo giorno, invece, avevo male al diaframma, un problema che mi capita spesso sulle lunghe distanze. Sto lavorando per risolverlo grazie ai trattamenti di Christophe».
Cosa hai imparato allenandoti con atleti di calibro internazionale come Pellegrino e De Fabiani?
«Più che imparare qualcosa, devo dire che ho notato una qualità altissima degli allenamenti. Quando esci con loro la qualità del lavoro è superiore rispetto alla media. Ho la fortuna di potermi allenare con atleti di punta della Coppa del Mondo, un livello molto alto. Inoltre sono due ragazzi molto gentili, che danno spesso anche importanti consigli. Però, ripeto, per me la cosa che è più cambiata rispetto al passato è la qualità dell’allenamento».
Su cosa stai lavorando in particolare per migliorarti?
«Mi ritengo un atleta polivalente, ma in questo momento il mio obiettivo primario è migliorarmi nella sprint, dove voglio iniziare a entrare in semifinale. Lo scorso anno, pur essendo riuscito a passare spesso la qualificazione, mi ha infastidito tanto uscire sempre ai quarti. So che non sarà facile riuscirci ma credo di potercela fare, anche perché sicuramente ho molta più esperienza, e la tattica fa la differenza in questo format. Ovviamente butterò un occhio anche sulle distance, soprattutto dopo aver visto lo scorso anno che posso far bene anche lì. Insomma non voglio certo fare solo le sprint, anche se oggi mi sento molto più forte in quel format».
Hai chiesto qualche consiglio a Pellegrino?
«Sono una persona che impara più guardando che parlando. Così non gli ho chiesto ancora qualcosa di preciso ma l’ho osservato tanto già nel corso dell’inverno. Guardare Pellegrino in azione durante la gara è una cosa importante per me, perché posso capire tutto su come affrontare una sprint. Si impara moltissimo guardandolo gareggiare. Oggi poi mi ritengo molto fortunato, in quanto mi sto allenando con lui e quando facciamo le prove con gli skiroll simulando una sprint, ho il vantaggio di averlo lì, gareggiare con lui e vederlo all’opera. Questo per me è sicuramente un vantaggio in più rispetto al passato».
Hai capito cosa ti è mancato lo scorso anno nelle batterie dei quarti?
«Si, non ho mai avuto il cambio di ritmo necessario per superare la batteria. Nella qualifica conta tanto tenere un ritmo alto per tanto tempo, ma dalle batterie in poi ciò che serve è il cambio di ritmo. Io non sono uno sprinter puro, quindi questa caratteristica mi manca e devo assolutamente costruirmela se voglio riuscire a tenere gli altri e sorpassarli. Lo scorso anno sono riuscito a migliorare tanto in qualificazione, sono riuscito a superare spesso il taglio, ma adesso ho bisogno di fare questo nuovo step, concentrarmi sul fatto che devo cambiare qualcosa nel corso della batteria. Mi sento già più reattivo in questo, quindi credo che le cose andranno meglio».
Domenica con un po’ di ritardo raggiungerai i tuoi compagni a Ramsau, per mettere gli sci ai piedi dopo quattro mesi.
«È sempre bello tornare sugli sci. Anche se siamo fondisti, la maggior parte dell’allenamento lo facciamo sull’asfalto e dopo un po’ lo sci inizia a mancarci. Quindi sarà bello mettere nuovamente gli sci ai piedi, anche se in ghiacciaio le cose sono un po’ diverse, non puoi sciare con la stessa intensità essendo in quota. Ma al di là di tutto, sciare è una cosa bellissima ed è per questo che siamo fondisti: amiamo la neve».
Fondo – Stefan Zelger: “Con la Squadra A ho la fortuna di fare allenamenti di altissima qualità”
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