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Biathlon – Tommaso Giacomel: “Ho l’obiettivo di trovare maggiore costanza al tiro”

È uno dei giovani più promettenti del biathlon italiano, come dimostrano le sue ottime prestazioni nazionali ed internazionali. Il classe 2000 Tommaso Giacomel sta preparando con la solita altissima motivazione la stagione 2019/20 nella quale farà il salto di categoria passando dai Giovani agli Junior, anche se già lo scorso anno, seppur sotto età, vinse la medaglia agli Europei Junior.
Abbiamo contattato il trentino delle Fiamme Gialle per sapere da lui come sta procedendo la preparazione estiva con la squadra Juniores e Giovani allenata da Mirco Romanin e farci anche descrivere le emozioni vissute nel raduno di Bessans, nel quale gli azzurri hanno condiviso pista e poligono con Martin Fourcade e gli altri big della nazionale francese, gareggiando anche con loro in una kermesse locale.
Ciao Tommaso. Partiamo dall’ultimo raduno: com’è stato allenarsi e gareggiare con i big della nazionale francese, tra i quali Martin Fourcade?
«È stato bello e divertente. Nel corso del viaggio verso Bessans avevo più volte detto a Mirco (Romanin, ndr) quanto avessi voglia di incontrare e allenarmi con Fourcade e gli altri. Nemmeno il tempo di dirlo, che dietro a una curva li abbiamo trovati tutti in fila sugli skiroll. Abbiamo anche gareggiato con loro nella kermesse, io mi sono trovato in squadra con Simon Desthieux, scambiando anche due parole con lui. Sono stati sempre simpatici e gentili con noi, ci hanno spesso incoraggiato quando nel corso degli allenamenti sugli skiroll ci trovavamo al loro fianco. È stato bello. Poi vederli sparare è stato impressionante, pulivano il poligono in un attimo, fanno paura. È stato stimolante vederli in azione, un’esperienza che ti fa crescere e venire ancora maggiore voglia di migliorare».
Come ti trovi nel gruppo di questa stagione?
«Molto bene, anche perché i nuovi arrivati già li conoscevo tutti. Stefano (Canavese), per esempio, oltre a essere un ragazzo simpaticissimo, si impegna sempre molto. Così come Michele Molinari, un altro grande lavoratore. Linda Zingerle, poi, ha un grande talento, davvero molto brava. Insieme agli altri nuovi hanno avuto un ottimo impatto nel gruppo. Il clima in squadra è molto positivo, ci divertiamo tanto, scherziamo molto tra noi, ma quando c’è da lavorare diventiamo molto seri e ci alleniamo sempre duramente. Mirco Romanin ci fa allenare moltissimo e sento che abbiamo intrapreso la strada giusta. Sono sempre molto felice di andare ai raduni ed è una cosa fondamentale».  
Mirco Romanin ci spiegava quanto vi completiate tra voi: c’è chi traina gli altri sugli skiroll e chi invece è un esempio al tiro.
«Verissimo. Io sicuramente sono tra coloro che devono migliorare tanto al tiro. Per me avere un bravo tiratore come Iacopo (Leonesio, ndr) dal quale prendere esempio è importante, anche perché siamo pure in camera assieme. Dall’altra parte so di essere un discreto sciatore e in questo particolare posso aiutare i miei compagni di squadra. Alla fine siamo qui nella squadra Junior e Giovani per questo: crescere e imparare insieme».
Nella prossima stagione passerai tra gli Junior, categoria nella quale ti sei già preso una bella soddisfazione lo scorso inverno.
«Ammetto che non avrei mai scommesso dieci euro bucati su un podio agli Europei Junior. In quell’occasione mi sono reso definitivamente conto che il lavoro svolto ha pagato. Abbiamo raggiunto un livello alto e mi aspetto di ottenere ottimi risultati anche il prossimo anno, perché sono ancora più motivato. Sto lavorando sempre con maggiore impegno, so di giocarmi qualcosa di importante».
I risultati della passata stagione ti danno ancora più fiducia nei confronti del lavoro intrapreso con i tuoi allenatori?
«Sono convinto che abbiamo intrapreso la strada giusta. Sicuramente non vogliamo né dobbiamo bruciare le tappe. Gli allenatori conoscono il mio potenziale e anche i miei punti deboli. Su questo continuiamo a lavorare. Certamente i risultati dello scorso anno mi hanno dato ancora maggior convinzione e voglia di lavorare molto duramente perché la strada è ancora in salita».
Come hai accolto l’assegnazione delle Olimpiadi del 2026 a Milano e Cortina?
«Certamente il fatto che l’Italia ospiti i Giochi Invernali del 2026, quando avrò 26 anni, è una bella notizia. Ma non dico una bugia se affermo che se anche fossero state altrove le cose non sarebbero state troppo diverse per me. Le Olimpiadi sono sempre un obiettivo, Pechino o Italia che sia, è un sogno da inseguire ogni giorno».
Qual è il tuo prossimo obiettivo?
«Quello principale è trovare una maggiore costanza di rendimento, in particolare al tiro, dove posso e devo migliorare ancora».

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