Lo sport è uno dei pilastri della cultura del nostro paese. Che si tratti di praticarlo o fruirne da spettatori, l’attività sportiva è un elemento di fondamentale importanza per tutti gli italiani e le recenti notizie inerenti le riaperture di impianti sportivi non possono che essere accolte con gioia. Nonostante questo, o forse proprio a causa della lunga tradizione sportiva che ci contraddistingue, il nostro paese non è sempre propenso al cambiamento.
Da questo punto di vista, gli eSports sono forse l’esempio più lampante di una disciplina che è sì riuscita a guadagnarsi un posto tra i giganti, venendo ufficialmente riconosciuta come “sport”, ma che ha spesso ricevuto reazioni negative da altri atleti professionisti. Eppure nel corso degli anni gli eSports, di strada, ne hanno fatta molta. Il concetto di “gaming competitivo” affonda le sue radici negli anni ’70, quando l’università di Stanford organizzò il primo torneo videoludico, una sfida a Space War a cui parteciparono molti studenti. In seguito, nel 1980, fu Atari a continuare quella che di lì a poco sarebbe diventata una vera e propria tradizione. Il torneo di Space Invaders, gioco per la celebre Atari 2600, fu infatti un successo e raccolse un migliaio di videogiocatori.
Lo step forse più rilevante nel percorso evolutivo degli eSports avvenne invece negli anni ’90, quando a causa di avanzamenti tecnologici non ancora all’avanguardia (internet esisteva già ma non poteva dare le garanzie di oggi) furono create le cosiddette “sale LAN”, ovvero degli spazi ricreativi dotati di PC in cui si svolgevano sfide e tornei tra i vari giocatori. Fu grazie a questa conquista che nel 1997 si tenne il primo, vero torneo eSports, che prese il nome di Red Annihilation Tournament e raccolse la cifra record di 2000 partecipanti. Fu quello il momento della fondazione Lega per Cyberatleti Professionisti (CPL).
Oggi, a ripensare a tempi in cui il multiplayer non era ancora un elemento consolidato nel mondo dei videogiochi, viene probabilmente da sorridere. In questo senso, è forse scontato sottolineare come internet abbia ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo del gaming competitivo. Al giorno d’oggi, quella di giocare da casa e interagire con persone in tutto il mondo è ormai un’abitudine consolidata. D’altronde, l’offerta è vasta e comprende videogiochi di ogni genere, giochi da casinò e passatempi da sfruttare in compagnia.
Proprio grazie a internet i videogiochi hanno ottenuto risultati forse inimmaginabili. Quando si parla di eSports (dall’inglese “electronic sports”) si fa riferimento all’attività di videogiocare competitivamente durante eventi organizzati a livello professionistico. Ci sono arbitri, commentatori, premi e spettatori, proprio come ogni altro grande evento sportivo tradizionale.
I generi più diffusi, quando si parla di eSports, sono i First Person Shooter (FPS), i Real Time Strategy (RTS), i videogiochi sportivi (F1, Gran Turismo, Fifa) e, soprattutto, i Multiplayer Online Battle Arena (MOBA). Tra questi ultimi, il più famoso è certamente League of Legends, per cui ogni anno viene organizzato un torneo mondiale. Giusto per dare un’idea della portata del fenomeno, pensate che solo lo scorso anno il torneo ha ospitato 20000 spettatori, con un primo premio pari alla cifra record di 1 milione di dollari.
Alla luce di quanto detto, non dovrebbe quindi sorprendere la voglia di investire in un campo che è costantemente in crescita. Proprio recentemente la Federazione Italiana di Football Americano (FIDAF) ha scelto l’Osservatorio Italiano eSports per cercare nuove strade di crescita. Una notizia che non può che far sorridere i tanti professionisti del settore per le opportunità che promette di creare. Più in generale, questo accordo testimonia la voglia di consolidare le connessioni, economiche e non, tra i principali investitori del settore del gaming competitivo, in modo da continuare una crescita che negli ultimi anni è stata esponenziale.
Gli eSports sono diventati un fenomeno di portata globale grazie a un lavoro che ha radici molto lontane. I risultati altisonanti ottenuti di recente e l’esposizione acquisita anche grazie a investimenti importanti sono forse l’ultimo tassello che manca per convincere anche i più scettici.
eSports: nascita ed evoluzione del gaming competitivo
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