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Biathlon , Coppa del Mondo

BERSAGLIO MOBILE Puntata 10 – “Wierer ha fatto una stagione perfetta e merita ogni genere di celebrazione”

La stagione 2018-’19 è andata definitivamente in archivio. È giunto il momento di tirare le somme nel decimo e conclusivo appuntamento con “Bersaglio Mobile”, la rubrica curata in compagnia dell’ex azzurro Renè Laurent Vuillermoz.
René, adesso che è finita possiamo vuotare il sacco. A inizio novembre ti dissi ‘Secondo me quest’anno la Coppa arriva in Italia’ e tu fosti subito dello stesso avviso, ribadendo il concetto a piè sospinto durante tutto l’inverno. L’unico dubbio riguardava chi l’avrebbe conquistata. Entrambi eravamo più orientati verso Vittozzi, ma alla fine l’ha spuntata Wierer.
“Onore a Dorothea, perché è stata superlativa in tutto l’arco della stagione. Ha disputato un inverno al top sia sugli sci che al tiro, meritando ampiamente di portarsi a casa la Coppa del Mondo. Mi ha smentito, perché pensavo che sarebbe stata Lisa a primeggiare, però Wierer è stata bravissima soprattutto a gestire tutta la pressione – mediatica e non solo – aggiungendo alla Sfera di cristallo anche la medaglia d’oro iridata nella partenza in linea, gara sempre molto difficile da affrontare. Niente da dire, Dorothea ha fatto una stagione perfetta e si merita ogni genere di celebrazione”.
Percentuali di Vittozzi a terra: 91% fino ai Mondiali, 60% tra Östersund e Oslo. 
“È indubbiamente andata in crisi su questo particolare nell’ultima parte di inverno ed è stata la svolta decisiva nella sfida per la Sfera di cristallo. Però Lisa è giovane e ha buone possibilità di ripetere anche in futuro la stagione che ha appena fatto. Magari non l’anno prossimo, in quanto con i Mondiali in Italia probabilmente durante l’estate si lavorerà in maniera diversa. Però sono sicuro che arriverà il momento in cui vincerà la sua Coppa del Mondo, è solo una questione di tempo”.
Dunque pensi che in casa Italia nel 2020 si vada all-in sui Mondiali di Anterselva?
“Per quanto riguarda Dorothea sicuramente sì. D’altronde per lei saranno letteralmente i Mondiali di casa. Con la Sfera di cristallo già in bacheca è giusto che si focalizzi sulla manifestazione iridata, in maniera tale da fare il botto sulle nevi dove è cresciuta. Lisa verosimilmente punterà a sua volta sui Mondiali, però lei probabilmente un occhio sulla generale lo butterà comunque, anche se non sarà semplice portarla a casa. Le avversarie non mancheranno”.
Mi pare di capire che vedi più concorrenza al vertice rispetto a quest’anno. Al riguardo ti faccio subito un nome, quello di Hanna Öberg.
“Assolutamente. Öberg sarà da tenere in grande considerazione per la generale. Però non è l’unica. Davidova mi pare in rapida ascesa, Preuss è tornata ad alto livello e potrebbe fare quel passo in più che le è sempre mancato, Tandrevold è ancora ‘grezza’, ma ha tanto potenziale da mettere in campo. Mi aspetto poi un ritorno in auge delle francesi, perché questa stagione è stata davvero catastrofica. Poi sai, non è che Fialkova, Olsbu, Herrmann ed Eckhoff spariranno. La stessa Mäkäräinen, se proseguirà, vorrà chiudere in bellezza. Il tutto senza dimenticare che se Dahlmeier tornasse a tempo pieno, sarebbe indiscutibilmente la più forte di tutte. Insomma, saranno in tante a sgomitare lassù al vertice”.   
Situazione che invece sembrerebbe opposta fra gli uomini. Johannes Bø ha disputato una stagione mostruosa, suggellata dal record di vittorie in un singolo inverno. All’orizzonte non si vede nessun giovane in grado di essere al suo livello. Ti faccio una domanda secca. Se Fourcade non si riprende, ci aspettano anni di dittatura? 
“Io credo di sì, perché Johannes ha un margine talmente ampio che difficilmente potrà essere ricucito da chi insegue. Come hai detto tu l’unica speranza che abbiamo per movimentare le acque ed evitare il dominio assoluto è proprio Martin. Io credo possa tornare ad altissimi livelli e paradossalmente l’inverno appena concluso dimostra quanto vale. Ha saltato tre tappe, non è quasi mai stato al top e ha disputato i Mondiali a mezzo servizio. Eppure, nonostante tutto, ha chiuso la generale al dodicesimo posto. Lui è davvero l’unico che potrebbe mettersi di fronte a Johannes e sfidarlo apertamente, perché quest’anno il norvegese non ha proprio avuto rivali. Quando non ha vinto è stato perché ha sbagliato lui”.  
Simon Fourcade ha detto che il fratello farà di tutto per tornare ai livelli del passato, ma di non essere sicuro che sia sufficiente per battere Johannes. Davvero dovremo abituarci a un biathlon maschile senza storia?
“Sai, i francesi sono molto presenti e hanno disputato una stagione splendida, c’è un gruppo di atleti di 26-27 anni davvero notevole, però di Martin ce n’è uno solo. I tedeschi, come sempre, son venuti fuori quando serve e ai Mondiali hanno raccolto medaglie pesanti. Però i vari Peiffer e Doll non hanno più molto margine di crescita e in casa Germania faticano a trovare ricambio. La Russia è in crisi, ha solo due atleti di alto livello. A parte Loginov e Garanichev chi c’è? Sono in una situazione drammatica considerate le loro potenzialità e le loro ambizioni. Per trovare qualcosa di nuovo bisogna guardare alla Scandinavia. Gli svedesi stanno lavorando bene e stanno creando una bella squadra. Io penso che Samuelsson possa diventare molto forte, ma non è il solo. Ci sono anche Ponsiluoma e Nelin da seguire. Li pesiamo l’anno prossimo, quando punteranno sulla qualità in tutta la stagione anziché solo sul Mondiale. Inoltre occhio ai compaesani di Johannes. In Norvegia c’è talmente tanto ricambio che potrebbero avere problemi di abbondanza nel prossimo futuro”.
Torniamo a casa Italia. Si è già detto di Wierer e Vittozzi. Qual è la tua valutazione sul rendimento degli azzurri? Partiamo dalle due punte maschili, direi che si può essere soddisfatti.
“Hofer ha disputato una stagione sui propri limiti attuali. Molto solido al tiro, spesso e volentieri ha frequentato i quartieri nobili della classifiche con tanto di due podi, concludendo al decimo posto nella graduatoria overall. Sappiamo quanto vale ed è stato bravo a tirar fuori il proprio potenziale. Però, se vorrà effettuare un ulteriore passo avanti, dovrà lavorare di fino su diversi particolari e limare quel che serve per raggiungere davvero il gotha della disciplina. Windisch con la mass start di Östersund ha raddrizzato una stagione decisamente sottotono, però quel risultato cambia completamente il giudizio sul suo inverno. Lui ha fatto medaglia d’oro ai Mondiali. Fine. Il suo bilancio si chiude decisamente in attivo. D’altronde Dominik è per definizione una mina vagante. Gli manca costanza, però ha in canna delle sparate singole impressionati, soprattutto grazie alla qualità di riuscire ad arrivare al top quando più conta, come successo sia in Corea che in Svezia”.
Passiamo alle seconde linee. Cominciamo dalle ragazze. Cosa ci dici in merito?
“Sicuramente la nota più lieta è Gontier, autrice di diverse belle gare. Nella staffetta iridata ha fatto davvero un numero che spero le possa dare tranquillità in ottica futura, perché Nicole ha solo bisogno di trovare più regolarità , soprattutto nelle sprint. Inoltre può diventare davvero il valore aggiunto nelle prove a squadre. Non sono in molte ad avere le sue qualità sugli sci. Quindi su di lei valutazione positiva. Giudizio sospeso invece su Sanfilippo, la cui stagione è stata davvero strana. Bene nelle prime quattro tappe, poi da metà gennaio è entrata in crisi. Bisognerà analizzare quanto accaduto, perché da Ruhpolding in poi si è proprio spenta la luce. Io credo che la vera Federica sia quella vista fino a Oberhof, cioè un’atleta con le potenzialità di entrare costantemente fra le prime venti. Non per un mese, bensì per tutti e quattro. Infine non si può essere soddisfatti dell’annata di Runggaldier. Nel suo caso sarà necessaria un’analisi per comprendere come mai ha fatto così tanta fatica sugli sci. Alexia negli ultimi due anni è regredita in maniera inquietante”.
Spostiamoci fra gli uomini. Quali sono le tue opinioni?
“Bormolini ha fatto una buonissima stagione al tiro. Certo, ha avuto qualche passaggio a vuoto qua e là soprattutto nelle staffette, però complessivamente l’inverno è stato di qualità. Penso ci possa essere ancora margine di crescita, perché secondo me sugli sci paga dazio in maniera eccessiva negli ultimi giri. Bisogna cercare di capire il perché di questi grossi cali e intervenire di conseguenza. Per quanto riguarda Chenal, a mio modo di vedere il bilancio è comunque in attivo perché ha dimostrato qualcosa in più rispetto allo scorso anno. Non si può pretendere da lui la top-30 in ogni tappa, però è un ragazzo che ti può garantire alcune sparate grazie alla sua qualità di tiro e alla capacità di stringere i denti quando bisogna farlo. Nel suo caso il problema è che di tanto in tanto patisce troppo sul piano atletico, quindi ci sono delle settimane in cui fa veramente tantissima fatica. Infine, per quanto riguarda Montello, secondo me la sua stagione non può essere considerata positiva. Dal mio punto di vista ha raccolto troppo poco affinché si possa definire soddisfacente il suo rendimento. In ogni caso, è giusto continuare a investire anche su di lui, perché comunque nell’attuale momento storico si deve tirare fuori il massimo da queste risorse”.
Diamo uno sguardo al futuro, quali possono essere gli innesti in seno ai due team? I vari Cappellari, Braunhofer, Carrara e Lardschneider hanno già ottenuto buoni risultati in Ibu Cup.
“Vero, ma la Coppa del Mondo è tutt’altra faccenda e lo si è visto. Loro sono i capofila del ricambio, quindi vanno inseriti gradualmente. Penso si debba lavorare in maniera tale da fargli fare esperienza con assoluta serenità, senza patemi d’animo legati ai risultati, che possono e devono essere garantiti da altri e altre. Al di là di questo, io farei un’analisi generale su tutte le nuove leve. L’ho già detto e lo ribadisco: sugli sci paghiamo dazio, soprattutto negli ultimi giri. Purtroppo è una situazione generalizzata e quindi mi auguro che in primavera si faccia una bella riflessione sulle ragioni di questa inquietante tendenza”.

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