Linn Persson e Mona Brorsson tengono la squadra nelle posizioni di vertice; Anna Magnusson, sulla carta l’elemento più debole del quartetto, la porta al comando; Hanna Öberg, la leader, approccia l’ultima frazione con ampio margine sulle altre squadre favorite e conserva la testa fino all’ultimo poligono. A un giro dalla fine della staffetta femminile, tutto sembrava pronto per il trionfo della Svezia davanti al pubblico amico, finalmente numeroso sul tracciato di Östersund.
Il “Super Saturday” dei Mondiali 2019 si è invece aperto, per i padroni di casa, con un argento che ha soprattutto il sapore dell’oro mancato. Perché Öberg ha commesso errori fatali all’ultimo poligono: dopo una serie da quattro su cinque, ha avuto bisogno di ricorrere alla terza ricarica per chiudere l’ultimo bersaglio. Marte Olsbu Røiseland non si è lasciata sfuggire l’occasione concessa dall’avversaria: entrata al poligono con poco più di 20 secondi di ritardo, ha infilato uno zero rapido e involarsi verso la terza medaglia d’oro in altrettante staffette iridate.
Il podio è stato completato da un’Ucraina (Anastasiya Merkushyna, Vita Semerenko, Yuliia Dzhima, Valj Semerenko) premiata dall’eccezionale regolarità al poligono: appena cinque ricariche utilizzate, miglior bilancio tra le squadre in gara.
È rimasta invece fuori dalle medaglie la Germania, tradita dalle prime due frazioniste, Vanessa Hinz e Franziska Hildebrand. Denise Herrmann e Laura Dahlmeier, malgrado poligoni non perfetti, hanno ridotto il distacco dalla testa da un minuto e 38 secondi a 35’’, ma si sono fermate a mezzo secondo del podio.
L’Italia, priva di Dorothea Wierer, ammalata e sostituita da Alexia Runggaldier, ha chiuso in decima posizione. Le azzurre hanno fatto gara di testa per due frazioni. Lisa Vittozzi ha dato seguito alla sua striscia di lanci vinti, tra staffette miste e femminili, malgrado qualche difficoltà in più rispetto al solito al tiro: per la prima volta in stagione ha mancato un bersaglio a terra in una prova a squadre, e ha poi dovuto impiegare altre due ricariche nella serie in piedi. Particolari che non hanno impedito alla leader della classifica generale di Coppa del Mondo di cambiare con 5’’ di margine su Merkushyna, 10’’ su Susan Dunklee, schierata al via dagli Stati Uniti, 13’’ su Persson e 23’’ su Evgeniya Pavlova, prima frazionista russa.
Alcune delle favorite accusavano già distacchi pesanti. La Norvegia, con Synnoeve Solemdal, rendeva 33 secondi; la Germania era a 49’’, mentre un’irriconoscibile Anaïs Chevalier, saltata agilmente nell’ultima tornata da una fondista non eccelsa come Hinz, cambiava a 53’’ dalla vetta.
Se sul lancio di Vittozzi non esistevano grandi dubbi, la sorpresa positiva di giornata, per l’Italia, è stata la splendida seconda frazione di Nicole Gontier. La valdostana, spesso in difficoltà al tiro nelle staffette di questa stagione, ha trovato oggi un doppio zero che, se Wierer fosse stata della partita, avrebbe forse trasformato le azzurre nelle favorite per la medaglia d’oro. A metà gara, Gontier guidava infatti in compagnia degli Usa, che schieravano Clare Egan. L’Ucraina, terza, pagava 16’’, con la Svezia a 23’’. La Norvegia, quinta a 27 secondi con Ingrid Landmark Tandrevold, chiudeva il treno di testa, mentre le altre pretendenti al podio erano lontane: un minuto e 11’’ per la Russia (Svetlana Mironova), 1’38’’ per la Germania. La Francia, attardata di 2’34’’, era già fuori gara, dopo i tre giri di penalità rimediati da Célia Aymonier.
La terza frazione ha gettato le basi per quello che sembrava dover diventare il trionfo svedese. Joanne Reid ha tenuto gli Stati Uniti in testa con uno zero a terra, con le prime cinque squadre ormai raccolte in 21 secondi. Magnusson, già rientrata sulla leader prima della sessione in piedi, è stata la sola tra le ragazze di vertice a trovare un altro zero, e ha preso un margine che pareva poter diventare decisivo. La stessa sessione ha di fatto posto fine alla gara dell’Italia: Runggaldier, già in difficoltà sugli sci, non è riuscita a coprire l’ultimo bersaglio con le ricariche e ha rimediato un giro di penalità.
Al momento dell’ultimo cambio, la Svezia poteva gestire 17’’ sugli Stati Uniti e 39 sull’Ucraina, squadre sulla carta non in grado di rappresentare una minaccia. A contendere l’oro alle ragazze di casa restava così la sola Norvegia, che lasciava però in eredità a Olsbu, dopo il giro di penalità guadagnato in piedi da Tiril Eckhoff, 43’’ da recuperare. Malgrado due ricariche utilizzate, Öberg conservava più di mezzo minuto dopo la serie a terra, e 21’’ prima di quella finale. Poi gli errori che hanno ricordato, una volta di più, l’assoluta imprevedibilità di questa disciplina.
L’ottavo poligono di giornata è costato caro anche agli Stati Uniti, che sono sprofondati in nona posizione dopo i due giri di penalità di Emily Dreissigacker. Nelle migliori cinque è entrata così la Russia, che ha preceduto una Slovacchia a trazione posteriore, con Anastasiya Kuzmina e Paulina Fialkova chiamate a risalire la classifica dopo le frazioni di Ivona Fialkova e Terezia Poliakova. La grande delusa di giornata, la Francia, ha concluso ottava, alle spalle della Polonia. Con un buon ultimo giro, Federica Sanfilippo ha riportato l’Italia tra le prime dieci.
STAFFETTA FEMMINILE ÖSTERSUND – CLASSIFICA FINALE
1. NORVEGIA (Solemdal, Tandrevold, Eckhoff, Olsbu Røiseland) [1+8] 1:12:00.1
2. SVEZIA (Persson, Brorsson, Magnusson, Öberg) [0+6] +24.3
3. UCRAINA (Merkushyna, Vi. Semerenko, Dzhima, Va. Semerenko) [0+5] +35.1
4. GERMANIA (Hinz, Hildebrand, Herrmann, Dahlmeier) [1+14] +35.6
5. RUSSIA (Pavlova, Mironova, Kaisheva, Yurlova-Percht) [0+12] +43.6
6. SLOVACCHIA (I. Fialkova, Poliakova, Kuzmina, P. Fialkova) [0+9] +53.1
7. POLONIA (Zbylut, Hojnisz, Gwizdon, Zuk) [0+9] +1:47.1
8. FRANCIA (Chevalier, Aymonier, Simon, Braisaz) [3+6] +1:57.4
9. STATI UNITI (Dunklee, Egan, Reid, Dreissigacker) [2+5] +2:22.3
10. ITALIA (Vittozzi, Gontier, Runggaldier, Sanfilippo) [1+9] +2:32.9