Dopo il bronzo olimpico, arriva anche la medaglia mondiale: Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch hanno regalato all’Italia il primo podio iridato in una staffetta mista. Un risultato che scongiura da subito l’eventualità di un Campionato del Mondo all’asciutto dopo 18 tappe di Coppa del Mondo consecutive con almeno un piazzamento fra i migliori tre, e toglie dunque un po’ di pressione dalle spalle degli azzurri in vista delle prossime gare.
Sul podio sono finite tre delle cinque squadre che partivano per Östersund con ambizioni di vittoria: davanti all’Italia si sono piazzate la Norvegia (Marte Olsbu Røiseland, Tiril Eckhoff, Johannes Thingnes Bø e Vetle Sjåstad Christiansen) e la Germania (Vanessa Hinz, Denise Herrmann, Arnd Peiffer e Benedikt Doll), che hanno dato vita a un duello risolto soltanto all’ottavo e ultimo poligono da una serie impeccabile di Christiansen. A tenere lontana l’Italia dalla sfida per l’oro sono state le difficoltà al tiro: ben 14 le ricariche utilizzate da Wierer, Hofer e Windisch, dopo che Vittozzi aveva aperto la staffetta con due poligoni enciclopedici. Per un raffronto: la Norvegia ne ha impiegate 7, la Germania 9.
D’altro canto, impressiona come l’Italia sia riuscita a salire sul podio con relativo agio (23 secondi il distacco al traguardo sulla Russia, che solo nel finale si è portata a meno di mezzo minuto) malgrado percentuali deficitarie. La quarta favorita, la Svezia, ha chiuso in quinta posizione, a 26’’ dagli azzurri, con quattro ricariche in meno; la Francia, con 15, è finita a più di un minuto e mezzo, in una modesta ottava posizione.
L’Italia ha potuto beneficiare del solito lancio perfetto di Vittozzi, arrivata al cambio, come è ormai abitudine, quale leader solitaria. Soltanto uno spaventoso ultimo giro di Marte Olsbu, capace di mangiare 19’’ all’azzurra in due chilometri, ha permesso alla Norvegia di limitare il gap a 4’’, mentre la Svezia (Linn Persson, Hanna Öberg, Jesper Nelin, Sebastian Samuelsson), inseguiva a 16. La Germania rendeva quasi mezzo minuto, mentre la Francia (Anaïs Chevalier, Julia Simon, Simon Desthieux, Martin Fourcade), zavorrata da una Chevalier lontana parente di quella di due mesi fa, si chiamava di fatto fuori dal gioco per le medaglie, con un passivo di 1’18’’.
L’indiscusso mvp della seconda frazione, almeno fra le squadre di vertice, è stata Denise Herrmann. La tedesca ha messo in mostra un passo sugli sci inavvicinabile perfino per Tiril Eckhoff e ha limitato i danni al meglio al tiro: zero a terra, e buon lavoro con le ricariche in piedi per evitare il giro di penalità. Wierer, forse conscia di dover incrementare il vantaggio per dare all’Italia una chance di titolo, in vista delle frazioni maschili, ha osato molto in entrambe le sessioni al poligono e ha pagato con due ricariche per ciascuna serie. Fa ben sperare, comunque, la brillantezza mostrata dall’altoatesina nell’ultimo giro, nel quale ha tenuto le code di Eckhoff e, nell’ultimo tratto, anche quelle di Herrmann, rientrata a metà tornata.
Al secondo cambio, le tre formazioni di testa erano compatte, con la Svezia attardata di 19’’. Rientrava invece in corsa per le medaglie la Russia (Evgeniya Pavlova, Ekaterina Yurlova-Percht, Dmitry Malyshko, Alexander Loginov), grazie a una Yurlova capace di stampare il miglior tempo di frazione.
Le ambizioni di successo italiane si sono spente nel terzo segmento di gara. Johannes Bø, malgrado due errori in piedi, ha preso il largo. Peiffer, apparso in condizione smagliante, ha contenuto il distacco a 15 secondi. Hofer ha invece pagato la scelta di forzare i tempi al poligono per reggere il passo: prima ha mancato l’ultimo bersaglio a terra, coperto con la seconda ricarica; poi ha rischiato di gettare al vento la gara con tre errori in piedi. Proprio il grande recupero in questa occasione, però, è stato una delle chiavi del bronzo italiano: Hofer ha utilizzato al meglio le tre ricariche, in tempi peraltro rapidissimi. L’azzurro ha tenuto così a distanza la Repubblica Ceca (Veronika Vitkova, Marketa Davidova, Ondrej Moravec, Michal Krcmar), capace di risalire la classifica dopo il minuto perso al lancio da Vitkova.
L’ultima frazione è vissuta sul duello a distanza tra Christiansen e Doll. Il tedesco si è portato a 4’’ appena dal rivale al momento dell’ingresso all’ultimo poligono. Il norvegese, però, ha reagito da veterano, più che da 26enne che mai si era trovato a sparare per una medaglia così pregiata: con uno zero rapido ha messo al sicuro l’oro, complici i due errori del rivale.
L’ultimo brivido è arrivato con la serie in piedi di Windisch, che si è trovato a dover chiudere l’ultimo bersaglio con l’ultima ricarica a disposizione per scongiurare un possibile recupero di Russia, Svezia e Repubblica Ceca, giunte in quest’ordine tra la quarta e la sesta piazza. L’Ucraina (Anastasiya Merkyushyna, Vita Semerenko, Artem Pryma, Dmytro Pidruchnyi) ha difeso il settimo posto dalla rimonta di Fourcade, mentre Polonia (Magdalena Gwizdon, Kinga Zbylut, Grzegorz Guzik e Lukasz Szczurek) e Finlandia (Venla Lehtonen, Kaisa Mäkäräinen, Tero Seppala e Olli Hiidensalo) hanno completato la top ten.
STAFFETTA MISTA ÖSTERSUND – CLASSIFICA FINALE
1. NORVEGIA (Olsbu Røiseland, Eckhoff, Bø, Christiansen) [0+7] 1:17:41.4
2. GERMANIA (Hinz, Herrmann, Peiffer, Doll) [0+9] +13.1
3. ITALIA (Vittozzi, Wierer, Hofer, Windisch) [0+14] +1:09.6
4. RUSSIA (Pavlova, Yurlova-Percht, Malyshko, Loginov) [0+8] +1:32.4
5. SVEZIA (Persson, Öberg, Nelin, Samuelsson) [0+10] +1:35.3
6. REPUBBLICA CECA (Vitkova, Davidova, Moravec, Krcmar) [0+3] +1:51.3
7. UCRAINA (Merkushyna, Vi. Semerenko, Pryma, Pidruchnyi) [0+10] +2:27.2
8. FRANCIA (Chevalier, Simon, Desthieux, M. Fourcade) [0+15] +2:41.2
9. POLONIA (Gwizdon, Zbylut, Guzik, Szczurek) [0+4] +2:48.8
10. FINLANDIA (Lehtonen, Mäkäräinen, Seppala, Hiidensalo) [0+5] +2:53.2