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Sci di fondo

Doping al Mondiale – Conferenza stampa di Karel Tammjärv: “È stato Mati Alaver a darmi il contatto del medico tedesco”

SEEFELD – Ha parlato Karel Tammjärv, uno dei cinque atleti arrestati mercoledì per lo scandalo legato al doping ematico.
Il fondista estone ha tenuto una conferenza stampa nella quale, insieme all’allenatore Anti Saarepuu, ha parlato di tutta la vicenda. Era invece assente l’altro coinvolto Andreas Veerpalu. Riprendiamo le dichiarazioni dal sito estone ohtuleht.ee.
È stato proprio il coach estone a prendere la parola per primo: «Due dei nostri atleti sono stati arrestati e coinvolti nel caso di doping. Entrambi mi hanno confessato di essere colpevoli. È stato uno shock per me, non è un momento facile. Posso solo dire che con coraggio tutti i coinvolti si stanno prendendo le prorpie responsabilità. Karel (Tammjärv, ndr) e Andreas (Veerpalu, ndr) vivevano in un altro hotel separati dal resto della squadra. Nessuno è venuto da noi, Karel mi ha chiamato dopo l’arresto direttamente dalla stazione di polizia».
A questo punto è stato Tammjärv a prendere coraggiosamente la parola e raccontare la vicenda. «Nella seconda metà dell’estate 2016 ho parlato con Mati Alaver (coach della nazionale estone tra il 1997 e 2011, periodo nel quale l’Estonia ha ottenuto i suoi migliori risultati, ndr), il quale mi disse di avere un contatto che mi avrebbe fatto sciare più forte, un dottore tedesco che fa questo genere di cose. Ho iniziato quindi con il doping ematico nella parte conclusiva dell’estate 2016, ma ai Mondiali di Lahti non portò particolari successi anche perché ero stato male per tutta la stagione. Poi è iniziata questa operazione di polizia e avevo notato delle persone sospette farmi delle foto per strada. Il dottore tedesco diceva che era una mia paranoia. Eravamo spesso seguiti. La mattina del 28 febbraio, dopo che una persona collegata a questo dottore mi aveva iniettato il sangue mi stavo preparando per la 15km in classico. Successivamente sono stato in custodia per 36 ore, ho dato la mia testimonianza, ho detto loro ogni cosa nel dettaglio, tutto quello che è accaduto e come. Mi è stato anche detto che essendo soltanto un piccolo collegamento di questo grande scandalo doping, la mia collaborazione mi avrebbe consentito di tornare a casa e non restare in una prigione austriaca. Per me è una liberazione, posso andare avanti. Certamente sarà difficile per me parlare con Anti (Saarepuu, ndr), con i miei compagni, i tifosi, mia madre, mia nonna, che ha il cuore spezzato. Sarà difficile parlare con tutte le persone che speravano lo sci Estone stesse tornando nuovamente. Questa era la terza stagione in cui ero coinvolto in questa cosa, non avrei voluto farlo ma speravo che i miei risultati mi creassero delle nuove opportunità. Ho parlato anche con Alaver prima di questa conferenza e comunicato quello che avrei detto. Gli sponsor? Non voglio parlare delle somme di denaro che ero solito fare».
L’atleta ha poi spiegato come viveva le sue giornate qui a Seefeld: «Ero solo nella camera, aspettavo, poi andavo a fare delle interviste, quindi aspettavo nuovamente. Mangiavo e dormivo. Capisco che Andreas non voglia parlare. Era pianificato che i nostri compagni di squadra non fossero a conoscenza di questa cosa, così sarebbe stato più facile per noi. Ho spesso utilizzato delle bugie piccole o grandi che fossero, perché un giorno potevo essere da una parte e domani da un’altra. Se me ne pento? Certamente».  
Tammjärv è tornato sulla mattina dell’arresto: «Stavamo facendo uno po’ di stretching con Andreas dopo la corsa mattutina, quando la polizia ci ha catturato. Abbiamo aspettato un interprete»
Ha poi ripreso la parola Saarepuu: «Mi sto chiedendo come abbia fatto a essere tanto stupido da non capirlo. Probabilmente se Karel avesse iniziato a essere sesto avrei avuto qualche dubbio, non tra i trenta con gli ottimi sci e lo staff che abbiamo. Siamo tutti scioccati».
Ha ripreso la parola Tammjärv: «Andreas si è unito successivamente a questo programma ma non su mia raccomandazione. Dove avvenivano le operazioni? In Germania a Berlino e Francoforte».

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