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Sci di fondo

Martin Johnsrud Sudby campione del mondo per la prima volta in una gara individuale

Piange, Martin Johnsrud Sundby. Lì, davanti al drop box dei mondiali di Seefeld, con la testa lucida e intrisa di sudore e rossa di caldo e di sole, piange. Lui che aveva vinto quasi tutto. Lui al quale mancavano l’oro mondiale individuale e quello olimpico. A 35 anni, l’età dei fondisti nonni, ha chiuso il cerchio. Con una 15 chilometri corsa con le braccia all’aria e la furia, misurata, di un fenomeno. Dietro ad inizio gara, quarto al 9 chilometro e 800 metri (a 13"9) ha messo insieme le due anime della sofferenza, fisica e mentale, per alzare ancora un po’ di più il livello. E ha cambiato ritmo. Ha raschiato tutto il fondo del barile per essere un giorno, infine, il più più forte di tutti. Un premio alla carriera. La beffa è russa. E non per Alexander Bolshunov. L’altro Alexander, Bessmertnykh, è stato in testa tutta la gara e ai meno due dal traguardo aveva ancora 1"5 su Sundby. La medaglia d’argento, a 2"9 è una beffa d’argento perché mai prima d’ora il russo aveva vinto una medaglia ai mondiali o una gara di Coppa del Mondo a livello individuale. livo Niskanen, campione uscente, ha accelerato forte nel finale come bene gli riesce e ha recuperato su Didrick Toenseth vincendo la seconda medaglia di fila ai mondiali nella 15 chilometri dopo l’oro di Lahti 2017. Bolshunov esce dalla 15 con il morale sotto i piedi. Secondo sino a metà gara non ha cambiato ritmo da lì in avanti e l’ottavo posto finale, a 58"5, sanno tanto di sconfitta. Chi ha corso una gara da campione è stato Dario Cologna. Che anche in una stagione nella quale la condizione non è mai arrivata ha messo sugli sci classe e grinta da vendere finendo 6°, a 32"4. 

L’Italia, con materiali non veloci come in altre gare, non è mai stata in gara. Francesco De Fabiani ha chiuso 20°, staccato di 1’57"7; 53° Maicol Rastelli; 57° Stefan Zelger.

La cronaca
Fa caldo a Seefeld, troppo caldo. La neve si sfalda e i fondisti devono stare attenti all’idratazione e all’abbigliamento. Le mezze maniche sono quasi la regola e chi osa, come Andrew Musgrave, parte solo con il pettorale sulla pelle, sopra e i polpacci al vento, sotto. Ai 3,750 Bolshunov è davanti a tutti e De Fabiani 28° con 29"7 di ritardo. Tutto si stabilizza ai 7,5: Bessmertnykh è davanti a tutti con 11"4 su Bolshunov e 11"9 su Toenseth. Sundby è a 18"3. Agli 11,25 Sundby è terzo e ha mangiato 12" al capoclassifica. È il rush finale del campione che apre e chiude la bocca cercando tutta l’aria che trova in un equilibrio precario tra scorrevolezza e tenuta, tra velocità e ritmo. Il russo è al traguardo che freme quando il norvegese inizia l’ultima salita. C’è solo da tenere duro e non fare errori su una neve lenta anche difficile da sciare. Il tempo che ci vuole per dare una spinta bella intensa: 2"9 a separare il nuovo campione del mondo dal suo vice. Clicca qui per la classifica completa 

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