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Salto

La Germania vince soffrendo il Team Event iridato di Seefeld

Lentamente il salto con gli sci femminile continua la propria crescita. Quest’oggi ai Mondiali di Seefeld è stato disputato il primo Team Event iridato della storia della disciplina, l’unica pecca uno spettacolo che ha stentato a decollare anche per colpa di un vento estremamente cangiante e di difficile lettura. Le favorite portacolori della Germania non hanno mancato l’appuntamento con la medaglia d’oro, l’Austria si è accaparrata l’argento, mentre la grandissima sorpresa è stata la Norvegia ad un bronzo impronosticabile.
Nella prima rotazione della manche inaugurale le padrone di casa sono partite col botto grazie ad Eva Pinkelnig che, in un momento di calma piatta col vento alle spalle, ha eseguito al meglio spingendosi oltre il punto K. L’unica in grado di tenere la scia dell’austriaca è stata Anna Odine Stroem, mentre già Juliane Seyfarth ha cominciato ad accumulare un ritardo non irrisorio.
La corsa per le medaglie ha preso un indirizzo preciso già dal secondo turno di salti in quanto Ramona Straub ha portato la Germania davanti a tutti con un salto perfetto da 106 metri, la norvegese Ingebjoerg Saglien Braaten ha trovato una prestazione oltre ogni più rosea aspettativa che ha permesso al proprio team di rimanere in linea con l’Austria di Jacqueline Seifriedsberger, tutte le altre formazioni invece hanno continuato a perdere pesantissimi punti.
Nelle ultime due rotazioni precedenti al giro di boa della competizione, con un vento che è passato a spirare frontalmente, Carina Vogt e Katharina Althaus hanno conservato la leadership, ma le scandinave in virtù di una Maren Lundby da 108 metri sono riuscite a rosicchiare qualche lunghezza, anche grazie a generosissime valutazioni stilistiche per la dominatrice stagionale.
Se tutto sommato il primo round è stato di buon livello tecnico, nel secondo si è assistito ad uno spettacolo meno qualitativo, vuoi per il vento cangiante per direzione ed intensità, vuoi per delle stanghe di partenza relativamente più basse. Nuovamente soffrendo più del dovuto la Germania è riuscita a portarsi a casa il bottino pieno, ancora grazie all’MVP di giornata Straub ed alla solidissima Althaus, mentre hanno performato sotto le aspettative Seyfarth e soprattutto Vogt.
La lotta per la medaglia d’argento ha infine premiato le padrone di casa, non tanto per salti oltre la norma, quanto per una Braaten che è tornata sui livelli di normalità perdendo qualche punto di troppo nei confronti di Seifriedsberger. In ogni caso la Norvegia è riuscita a difendere senza patemi una medaglia di bronzo dal peso specifico elevatissimo.
Ricapitolando, oggi la Germania ha conquistato la quinta medaglia d’oro del Mondiale in corso, continuando a fare man bassa di titoli tra il salto speciale e la combinata nordica. Tra le quattro tedesche schierate quest’oggi, festeggiano il primo metallo della carriera Straub e Seyfarth, mentre Althaus ha raggiunto quota due e Vogt addirittura sei (di qui 5 dell’elemento più pregiato!).
La detentrice dell’alloro individuale è così diventata l’unica atleta ad aver primeggiato in tutti gli attuali format iridati, visto quanto messo in mostra quest’oggi sarà difficile per lei riuscire nei prossimi giorni a proseguire la fenomenale striscia vincente. La Germania a livello individuale proverà a giocarsi le chance migliori con la talentuosa bavarese, oggi autrice del terzo punteggio assoluto, e – con una gara pazza – anche con Straub, clamorosamente la migliore saltatrice odierna.
Distanziate 18.6 punti dalla Germania, come detto hanno conquistato l’argento le austriache: la chiave di volta per le padrone di casa è stata la costanza di rendimento, con Daniela Iraschko-Stolz che è stata di poco migliore a Pinkelnig, mentre Chiara Hoelzl e Jacqueline Seifriedsbeger hanno ottenuto dei punteggi complessivamente inferiori, comunque decisivi per spuntarla sulla Norvegia. È ormai una delle big della squadra Rot-Weiss-Rot, ma per Pinkelnig è arrivata soltanto oggi la prima medaglia della carriera in un main event.
Le prime due piazzate erano ampiamente annunciate alla vigilia, però il terzo incomodo è stato assolutamente a sorpresa: le scandinave, oggettivamente la quinta forza in campo, devono ringraziare la gara della vita realizzata da Braaten, poiché Stroem, Silje Opseth e Lundby hanno tutto sommato eseguito prestazioni secondo il loro potenziale. Alla fine è stato soltanto di 22 lunghezze il divario tra il bronzo norge e l’oro teutonico. Le tre più giovani atlete nordiche hanno festeggiato la prima medaglia della carriera, mentre chiaramente Lundby (seconda atleta odierna per punteggio) domani partirà con gli assoluti favori del pronostico ed a questo punto la Norvegia potrà ambire con credenziali anche ad una top-three nel Mixed Team Event di sabato.
Abbastanza a sorpresa tutte le altre formazioni non sono mai state in corsa per il podio odierno, con Slovenia, Russia e Giappone che hanno disputato una competizione equilibrata tra loro. Le slovene (Spela Rogelj, Jerneja Brecl, Nika Kriznar e Ursa Bogataj), capitanate dalla sempre più pimpante Bogataj, sono riuscite a spuntarla per la quarta moneta anche se Kriznar è stata complessivamente sottotono.
Pound-for-Pound le russe (Anna Shpyneva, Alexandra Kustova,  Lidiia Iakovleva e Sofia Tikhonova) possono essere soddisfatte per il quinto posto ottenuto, da un lato perché sono state nettamente la squadra con l’età media più bassa tra quelle competitive, dall’altro perché sono sempre alle prese con l’assenza di Irina Avvakumova, colei che dovrebbe essere la chioccia alle talentuose giovani compagne di team – ruolo momentaneamente preso dalla convincente Tikhonova.
Gara che rispecchia la stagione intera per le giapponesi (Yuki Ito, Kaori Iwabuchi, Nozomi Maruyama e Sara Takanashi): deludente ogni peggiore aspettativa. Il sesto posto finale non lascia appello e per le saltatrici asiatiche, tra le quali si salva soltanto la debuttante Maruyama; per il Giappone sarà durissima riuscire a conquistare nelle prossime gara qualche medaglia in questo settore, che nelle passate edizioni iridate rappresentava un sostanzioso bacino di utenza.
Anche l’Italia ha preso parte alla competizione a squadre femminile: chiaramente le aspettative di medaglia erano nulle, in ogni caso il quartetto sperimentale formato da Elena Runggaldier, Veronica Gianmoena, Giada Tomaselli e Lara Malsiner si è dimostrato dignitoso per il livello della gara, avendo chiuso ottavo anche dietro alla Francia.
Domani sarà il giorno clou per il salto femminile, verrà disputata la prova individuale: a partire dalle 16.15 andranno tutte a caccia di Lundby, con l’Italia che ambisce ad una Top-Fifteen con Lara Malsiner.
WSC SEEFELD 2019 – TEAM EVENT HS 109
1. GERMANIA (Seyfarth J., Straub R., Vogt C., Althaus K.) 898.9
2. AUSTRIA (Pinkelnig E., Seifriedsberger J., Hoelzl C., Iraschko-Stolz D.) 880.3
3. NORVEGIA (Stroem A. O., Braaten I. S., Opseth S., Lundby M.) 876.9
4. SLOVENIA (Rogelj S., Brecl J., Kriznar N., Bogataj U.) 828.1
5. RUSSIA (Shpyneva A., Kustova A., Iakovleva L., Tikhonova S.) 820.3
6. GIAPPONE (Ito Y., Iwabuchi K., Maruyama N., Takanashi S.) 806.1 Clicca qui per i risultati completi.

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