Giornata oltre la follia in quel di Ljubno. Fin dalla mattinata nella località slovena ha spirato un forte vento, instabile come direzione ed intensità: dapprima è stata cancellata la qualificazione alla gara individuale dopo che avevano saltato una ventina di atlete, successivamente l’inizio della competizione è stato slittato di oltre mezz’ora, ma ciò non è bastato ad avere una benché minima regolarità con le condizioni del meteo.
Infatti per l’intera durata del concorso odierno (2 ore ed un quarto!) Eolo è stato l’assoluto protagonista, con brezze che sono passate dal mezzo m/s alle spalle agli oltre 2 m/s frontali nel giro di pochi minuti. La direzione gara ha provato, con pessimi risultati, ad aggiustare il tutto con un festival delle stanghe di partenza, passando dalla 12 alla 19 come nulla fosse. Infine, date le parabole di alcuni salti, è stato chiaro che il valore della compensazione del vento è stato per di più farlocco. Tradotto: ne è uscita una competizione a lotteria come poche nella storia, che sarebbe potuta essere evitata con una saggia cancellazione a monte dello scempio successivamente emerso.
Veniamo al risultato sportivo, da prendere assolutamente con le pinze: è tornata alla vittoria, per la prima volta in stagione, la fuoriclasse Sara Takanashi che è giunta così a quota 56 successi nel massimo circuito – nessuno come lei nella speciale graduatoria, senza distinzione di sesso. La nipponica ha costruito la propria fortuna nella prima serie, chiusa con buon margine su tutte le rivali e nella quale ha raggiunto la pietra miliare delle 100 serie vinte in Coppa del Mondo nell’intera carriera.
Nella manche decisiva Takanashi si è dovuta difendere con le unghie dal ritorno di un’agguerrita Maren Lundby, riuscendoci per appena 2.1 lunghezze. Rispetto alla giapponese, la norvegese ha avuto da recriminare oltremodo per le condizioni meteo trovate nel primo salto, soltanto parzialmente riscattate nel secondo, quando è tornata a realizzare la miglior prestazione parziale. In ogni caso questa gara ha sorriso ancora una volta alla scandinava in ottica classifica generale del massimo circuito, poiché Katharina Althaus non è andata oltre una deludente decima piazza, non riuscendo a venire a capo di una brezza sì favorevole ma complessa da interpretare.
Sul terzo gradino del podio, dopo una lotta riguardante un elevato numero di atlete, è salita Juliane Seyfarth – alla sesta top three stagionale: la veterana originaria dell’ex Germania Est si è salvata nel primo round, rimanendo ad estremo contatto con la terza piazza provvisoria, per poi sfoderare l’attacco vincente in quello decisivo in virtù del secondo punteggio parziale. La prossima ventinovenne di stanza ad Oberstdorf è così riuscita a precedere di 9 decimi di punto la padrona di casa Nika Kriznar, al season-best e complessivamente meno fortunata con Eolo.
Coloro che nella seconda serie sono scivolate fuori dalla corsa al podio sono state le russe: clamorosamente terza momentanea grazie ad un vento idilliaco, Alexandra Kustova è stata letteralmente azzoppata da Eolo nel momento clou, classificandosi infine ottava e venendo preceduta dalle compagne di squadra Lidiia Iakovleva e Sofia Tikhonova – rispettivamente quinta e sesta – ed anche da Lara Malsiner – settima. Per ex-sovietiche rimane comunque un risultato a dir poco storico.
Per quanto riguarda la diciottenne di Ortisei, nel primo salto ha eseguito una prestazione notevole in un momento non dei più favorevoli, ma nel secondo non è riuscita a sfruttare un vento da favola per provare ad agguantare la prima top-three della carriera. In ogni caso la gardenese ha eguagliato il miglior risultato della carriera ottenuto appena la scorsa settimana ad Hinzenbach.
Diverse atlete, come Kustova, hanno realizzato delle prove con alti e bassi, molto spesso determinati dal vento: nella seconda manche Eva Pinkelnig ha trovato condizioni comparabili alla russa, passando dall’ottava alla tredicesima posizione finale; leitmotiv inverso, invece, per Jerneja Brecl (da 18^ a 14^), Anna Odine Stroem (da 24^ a 15^) e Yuki Ito (da 20^ a 16^).
Tra le saltatrici maggiormente baciate dalla dea bendata troviamo Elena Runggaldier: l’azzurra ha ottenuto un buon 18° posto su un trampolino a lei ostico riuscendo sempre a saltare con gate relativamente alto e con forte vento frontale, brava lei ad approfittarne. Infine, le altre due italiane presenti in Slovenia non sono andate oltre la 50^ e la 56^ piazza, rispettivamente per Veronica Gianmoena ed Arianna Sieff.
La gara a lotteria ha chiaramente falsato i valori in campo partorendo risultati di prestigio per diverse ragazze, che hanno così migliorato il proprio career-best: tra queste sono andate a punti la francese Josephine Pagnier (19^), la padrona di casa Katra Komar (21^) e le polacche Kinga Rajda (25^) e Kamila Karpiel (26^).
Nella classifica generale della Coppa del Mondo, Lundby è sempre più proiettata verso il bersaglio grosso rappresentato dalla sfera di cristallo, in quanto si è portata a 1168 lunghezze di cui 225 di vantaggio su Althaus (943). La bavarese deve ora guardarsi le spalle da Takanashi (806), mentre Seyfarth (746) continua a non demordere in una stagione da sogno.
Il massimo circuito del salto femminile si appresta ora ad affrontare l’ultima tappa precedente ai Mondiali di Seefeld: ad Oberstdorf si salterà dal leggendario Schattenbergschanze, dove si apriranno le ostilità a partire da venerdì 15 febbraio alle ore 17.00 quando sarà in programma la qualificazione alla competizione del sabato.
LJUBNO II – HS 94
1. TAKANASHI Sara (JPN) 223.9
2. LUNDBY Maren (NOR) 221.8
3. SEYFARTH Juliane (GER) 216.8
4. KRIZNAR Nika (SLO) 215.9
5. IAKOVLEVA Lidiia (RUS) 203.5
6. TIKHONOVA Sofia (RUS) 202.3
7. MALSINER Lara (ITA) 202.1
8. KUSTOVA Alexandra (RUS) 201.4
9. BOGATAJ Ursa (SLO) 200.8
10. ALTHAUS Katharina (GER) 197.8
Clicca qui per i risultati completi.
Folle gara a Ljubno: torna alla vittoria Sara Takanashi!
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