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Sci di fondo

Fondo – L’emozione di Luca Del Fabbro: “Non ho parole, ancora non me ne rendo conto”

Ha regalato a se stesso e a tutto il movimento del fondo italiano una grande soddisfazione, vincendo l’oro nella 30km mass start in classico del Mondiale Juniores di Lahti. Luca Del Fabbro ha vissuto la sua giornata speciale, cogliendo un risultato che fa bene soprattutto al suo morale dandogli quelle certezze che aveva perso. L’azzurro, infatti, stava vivendo una stagione fin qui al di sotto delle sue aspettative, non riusciva a sbloccarsi, ma solo come i grandi atleti sanno fare, è riuscito a tirare fuori il meglio da sé proprio nel giorno più importante.
L’abbiamo sentito nella serata di ieri per farci descrivere le sue sensazioni dopo questa grande vittoria, trovando un ragazzo ancora incredulo, emozionato, quasi commosso, che non ha dimenticato chi l’ha aiutato ad arrivare fin qui (commovente la dedica allo zio) e ha voglia di togliersi tante altre soddisfazioni, a partire dalla staffetta di domani.
Ciao Luca, complimenti per questa bellissima vittoria. Cosa stai provando in questo momento?
«Non riesco a trovare le parole per descrivere quanto accaduto, non mi sono ancora reso conto di aver vinto. Per me non era stata una stagione bella fino a questo momento, non avevo raccolto i risultati che volevo e avevo sempre patito soprattutto di testa per questo motivo. Anche martedì ero andato molto male nella dieci chilometri in skating. Quindi, nella 30km in classico, quella che secondo me è la gara più bella dello sci nordico, sono partito pensando di fare la mia gara e man mano che passavano i chilometri mi sono sentito sempre meglio. Ai miei piedi avevo due sci che erano dei missili, grazie all’ottimo lavoro del nostro team di skiman e a Stefano Dellagiacoma che me li ha prestati. Quando è iniziato l’ultimo giro ero nelle posizioni di testa e mi sentivo ancora molto bene, così negli ultimi chilometri ho deciso di prendere in mano la situazione e fare io la gara andando all’attacco. Nel finale ho temuto di perdere la volata, soprattutto perché ho preso in testa la discesa e me ne sono pentito un secondo dopo ma, come ho già detto, avevo degli sci velocissimi e probabilmente ho anche scollinato molto bene. Sono quindi riuscito a prendere la volata per primo e alla fine ho tagliato in testa il traguardo realizzando un sogno. Ancora non me ne rendo conto».
Quando hai tagliato il traguardo, hai esultato quasi con rabbia.
«Si, perché non venivo da un buon momento, soprattutto dal punto di vista mentale. Da un po’ di tempo non riuscivo a essere il solito Luca perché questa stagione mi aveva regalato fin qui più delusioni che vittorie. All’arrivo, quindi, mi sono sfogato».
Ora quei dubbi che ti erano venuti dopo le difficoltà dell’ultimo periodo sono completamente svaniti?
«Sicuramente per buona parte se ne vanno, ma sotto un certo punto di vista è un bene che un po’ restino, perché le difficoltà e le delusioni sono anche delle lezioni di vita. Non mi monto certo la testa per questa vittoria, anche perché ancora nemmeno ho realizzato di aver vinto (ride, ndr). Adesso, poi, si pensa alla staffetta. Comunque è stata una gara incredibile e spero di vivere tante altre emozioni così, raggiungendo quei risultati che voglio».
Prima telefonata fatta dopo la vittoria?
«Ho chiamato subito la mamma, poi sono stato costretto ad attaccare perché dovevo salire sul palco per la premiazione. Quindi ho chiamato tutta la famiglia e tantissime persone cui sono molto legato».
Qualche dedica speciale?
«Sicuramente alla mia famiglia perché mi è stata sempre vicino, a tutto il team Italia, dirigenti, allenatori, skiman, cuochi, fisioterapisti, compagni di squadra, che hanno fatto tutti un ottimo lavoro consentendomi di arrivare a questo traguardo. Ovviamente Mirco Romanin, al quale devo tanto per quanto fatto in questi anni, e le Fiamme Gialle, che mi hanno consentito di trasformare questa passione in un lavoro. Per ultima, la dedica a cui tengo particolarmente, quella a mio zio, che purtroppo è venuto a mancare un mese fa. Lui viveva in Piemonte, ci teneva tanto a me e veniva sempre a vedere le gare. Dargli l’addio è stato difficile. Una grande parte delle mie dediche, quindi, sono per lui».
Questa tua medaglia ha fatto esultare tutto l’ambiente del fondo italiano, in particolare quei tecnici che hanno fatto tanti sacrifici per voi.
«È un risultato che fa bene a tutti. Sono stato felice di vedere la gioia dei nostri tecnici, che erano tutti lì ad aspettarmi dopo il traguardo per abbracciarmi; molti di loro erano anche commossi. È stato un momento indescrivibile e sono veramente felice di avergli regalato questa gioia, perché hanno fatto mille sacrifici per permetterci di gareggiare nelle migliori condizioni possibili».
Hai ricevuto complimenti anche dai big del fondo italiano attraverso i social.
«Non solo sui social, ho ricevuto telefonate e messaggi anche direttamente da Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani, oltre a tanti altri delle squadre nazionali. Mi ha fatto un piacere enorme».
Ora Marco Selle ti porterà a vedere Federer a Wimbledon.
«Anche quando mi ha telefonato per complimentarsi e mi ha detto che mi avrebbe portato a Wimbledon, ancora non ci credevo. Poi ho visto che l’ha reso pubblico, quindi immagino che a questo punto pagherà la scommessa (ride, ndr). Insomma, ormai è certo: andrò a vedere Federer»

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