Home > Notizie
Biathlon , Interviste , Pianeta Italia

Biathlon – Verso il Mondiale Giovanile, Mirco Romanin: “Ho fiducia in questi ragazzi”

Ha raggiunto Orsblie, dove a partire da domenica si disputeranno i Mondiali Juniores e Giovani di biathlon. Mirco Romanin si prepara a vivere la sua prima competizione internazionale, dopo aver preso la responsabilità, la scorsa estate, di allenare la nazionale Juniores e Giovani. In Slovacchia avrà con sé alcuni dei suoi atleti, ma anche giovani che si sono qualificati attraverso le gare di Coppa Italia, oltre ad alcuni Juniores della Squadra B, che fanno presenza fissa in IBU Cup e si sono già affacciati in Coppa del Mondo. Con lo stimato allenatore friulano, proprio nel giorno in cui Luca Del Fabbro, fondista da lui cresciuto, ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali Junior di Lahti, abbiamo parlato di questa nuova avventura che sta partendo.

Buon pomeriggio Mirco. Sei partito per il tuo primo Mondiale Giovanile: sei emozionato per questo esordio iridato?
«Certamente c’è un po’ di emozione perché è la mia prima esperienza di questo tipo. Ho già guidato la squadra a livello internazionale sia a Lenzerheide sia a Premanon in Ibu Cup Junior, dove ho rotto il ghiaccio, ma ovviamente il Mondiale è un’altra cosa. Conosco bene tutti i ragazzi, anche quelli della Squadra B che non ho allenato direttamente e i giovani che si sono qualificati, con i quali ho avuto già modo di fare un raduno. Oltre all’emozione, però, vivo questa esperienza con tranquillità e la consapevolezza di avere una squadra forte e dei ragazzi davvero bravi».

Anche se è sempre brutto chiederlo, soprattutto alla vigilia di una competizione giovanile, quali sono le aspettative per questo Mondiale?
«È sempre brutto parlare prima, soprattutto in questo sport in cui ci sono mille variabili, diversi aspetti che possono modificare la gara in ogni momento. Sono però convinto che la nostra squadra sia all’altezza di gestire qualsiasi situazione, ogni elemento ha i mezzi per fare bene. Chi in una gara, chi nell’altra, tutti hanno la possibilità di mettere il naso tra i primi dieci e qualcuno può valere addirittura la medaglia. Anche nelle prove a squadra siamo molto competitivi e compatti, abbiamo un livello complessivamente buono delle nostre staffette. Possiamo fare bene in questi format, anche se lì è ancora più difficile fare previsioni. In generale sono fiducioso, so di guidare dei ragazzi molto forti e che abbiamo svolto un ottimo lavoro con loro. Anche gli atleti stessi sono consapevoli di stare bene, quindi ora andiamo lì per divertirci e fare ciò che sappiamo».

A inizio stagione gli atleti italiani juniores e giovani hanno mostrato qualcosa in meno sugli sci rispetto ai coetanei esteri; nelle ultime settimane, però, la situazione sembra essere migliorata.
«Si, i ragazzi sono cresciuti sugli sci. Per quanto mi riguarda guido una squadra con sette giovani e i quattro juniores che non sono entrati già quest’anno in Squadra B. Qualcuno ha fatto più fatica all’inizio ma poi ha recuperato, qualcun altro, invece, è partito più forte e nelle ultime settimane era più stanco. Sono convinto però che abbiamo fatto un buonissimo lavoro. Per esempio abbiamo recuperato Samuela (Comola, ndr) dopo la passata stagione, che per lei probabilmente era stata la sua peggiore, è cresciuta parecchio sopratutto nelle ultime settimane, anche sugli sci. Poi siamo riusciti a portare ai Mondiali un nostro junior al maschile, Cedric Christille, grazie alle sue belle prestazioni del mese di dicembre, primi di gennaio, mentre altri sono riusciti a fare bene in Alpen Cup, vedi Gontel. Tumler invece sta faticando un po’ di più, soprattutto al tiro, ma nel complesso la squadra sta reagendo bene al lavoro. Il movimento Junior Maschile è comunque di buon livello generale, oltre a Tumler e Gontel che sono rimasti fuori dalla qualifica mondiale, ci sono anche Nicase, Leitgeb, Fauner, Kuppelwieser, Mancin Maioni. Tutti atleti di buon livello che fino alla fine hanno dimostrato di essere all’altezza della qualificazione, e a cui faccio il mio in bocca al lupo per un finale di stagione che permetta loro di vestire l’azzurro nella prossima stagione.».

Per quanto riguarda gli atleti della categoria Giovani?
«A parte Sara Cesco Fabbro, che purtroppo ha pagato alcuni problemi di salute, sono andati tutti bene fin dall’inizio, grazie a un buon ritmo sugli sci e una bella prestazione al tiro. Chi sarà al Mondiale sta bene e l’augurio è di portare a casa qualcosa. Abbiamo già avuto dei confronti con atleti di livello in Alpen Cup, dove abbiamo fatto ottime cose. Soprattutto Giacomel e Bionaz hanno mostrato di avere una marcia in più sugli sci, con un vantaggio di addirittura un minuto sul terzo nell’individuale. Leonesio è cresciuto sugli sci, e al tiro è una garanzia, Zingerle ha ancora bisogno di lavorare per trovare continuità nei suoi risultati, ma ha fatto vedere belle cose e ha mancato di poco la qualificazione. Mi stan piacendo molto anche Molinari e Sciarpa. E ultimamente stanno crescendo bene anche Wierer e Giraudo. Ma in generale il 2000-2001 sono delle ottime annate. E anche dietro si intravede qualcosa di molto buono».

Per quanto riguarda Rebecca Passler e Beatrice Trabucchi?
«Rebecca è veramente una ragazza che ha del talento e l’ha dimostrato anche in questa prima parte di stagione. Essendo stata arruolata dai Carabinieri, è stata un mese a Roma e ha potuto lavorare poco, saltando anche una gara di Coppa Italia perché era sfinita dal corso. Il riposo forzato le ha fatto bene, perché si è rimessa a lavorare sulla base, si è allenata tanto durante la pausa natalizia, così già a Forni ha fatto vedere delle buone cose, mentre a Ridanna addirittura ottime. Ha fatto bene anche a Brusson, ma in quel caso è stata avvantaggiata dal non aver fatto il carico durante il raduno pre Mondiale. In Valle d’Aosta, infatti, tutti coloro che hanno fatto la settimana di carico hanno faticato, tranne Tommaso (Giacomel, ndr) e Samuela (Comola, ndr), che si sono comportati molto bene. Per quanto riguarda Beatrice (Trabucchi, ndr), è partita molto forte, forse addirittura al di sopra delle aspettative. Anche dopo Natale si è ben comportata, a Forni ha dominato le gare, mentre a Ridanna ha ciccato il tiro ma sugli sci ha fatto bene. A Brusson, invece, ha faticato come gli altri partecipanti del raduno pre Mondiale. Sono tranquillo, so che in questi giorni ha recuperato bene.».

Qual è stata la prima impressione avuta da Stefano Canavese, Hannah Auchentaller e Martina Zappa, i tre convocati extra nazionale?
«Ottima, mi sono sembrati dei bravissimi ragazzi, che è la cosa più importante. Li avevo già inquadrati nel corso delle gare e degli allenamenti durante la stagione, come atleti già li conoscevo, ma ora ho avuto l’occasione di entrare in contatto con loro proprio dal punto di vista personale e sono rimasto ben impressionato. Hanno anche una bella propensione al lavoro, ma non avevo alcun dubbio da questo punto di vista, perché se uno si qualifica al Mondiale, soprattutto nella categoria Giovani, dove c’è grande concorrenza, per forza è un ragazzo con la testa sulle spalle, ben allenato e con buone capacità di apprendimento».

Insomma sei molto fiducioso in vista di questo Mondiale.
«Senza dubbio. Siamo una squadra molto compatta, non abbiamo atleti con qualche carenza in particolare. Ovviamente c’è chi è più sciatore o tiratore, ma tutti possono fare bene. È importante avere un gruppo così unito come quello che si sta formando in questi giorni, l’armonia è preziosa perché staremo fuori per dieci giorni ed è determinante che si crei un clima positivo. L’obiettivo primario è riuscire a inserire un atleta nei dieci in ogni gara, poi tutto ciò che verrà di più sarà tanto di guadagnato.».

Ai Mondiali ci saranno anche gli Juniores della Squadra B che hanno fatto molto bene in IBU Cup, come Irene Lardschneider, Patrick Braunhofer, Daniele Cappellari, Michela Carrara e Michael Durand.
«Sono stati bravissimi, perché non era facile ottenere certi risultati in IBU Cup alla prima stagione. Con questi ragazzi l’Italia è cresciuta molto in quel circuito e alcuni di loro hanno anche avuto l’occasione di esordire in Coppa del Mondo. A Ruhpolding, Irene Lardschneider e Patrick Braunhofer si sono comportati bene, lei non ha mancato un colpo mentre lui ha commesso un solo errore al tiro. Deve essere stata un’emozione enorme esordire in Coppa del Mondo, in quell’ambiente e con tanta gente a bordopista, eppure sono stati bravissimi nel gestirla nel modo migliore. Ovviamente sugli sci devono ancora crescere tanto, ma sono ragazzi in gamba, hanno voglia di lavorare e quanto fatto uscirà fuori sia per loro, sia per i ’99, 2000 e 2001. Abbiamo una buona base giovanile per ricucire un buco generazionale. Adesso ad Anterselva vedremo all’opera anche Daniele Cappellari, che già esordito in Coppa del Mondo nella staffetta di Oslo. Non sarà facile gareggiare in quell’ambiente, con tantissimi tifosi attorno, ma lui è un ragazzo che sotto pressione spara ancora meglio».

E di questa medaglia d’oro di Luca Del Fabbro cosa ci dici?
«Non ho parole, è forse il giorno più bello della mia vita da tecnico. Prendere in mano un ragazzo nella categoria baby, farlo appassionare alla disciplina, farlo lavorare tanto facendolo divertire sempre, portarlo in squadra Nazionale, e adesso vederlo lassù, sul tetto del Mondo, fa davvero stringere lo stomaco dall’emozione. Sono sensazioni che in pochi possono capire. Quando Luca ha tagliato il traguardo ero a tavola coi ragazzi per il pranzo durante il viaggio per Orsblie, non posso nascondervi che mi son messo a piangere come un bambino e i ragazzi hanno tutti esultato con me per questa fantastica vittoria. Un momento che non potrò mai dimenticare. Inoltre mi ha fatto molto piacere ricevere addirittura i complimenti da Marco Selle e Chicco Pellegrino. Comunque stiamo tranquilli, il bello deve ancora venire».

Share:

Ti potrebbe interessare

Image
Image
Image