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Biathlon – A Fondoitalia le emozioni di Patrick Braunhofer alla vigilia dell’esordio in Coppa del Mondo

A vent’anni farà il suo esordio in Coppa del Mondo, a meno di un mese di distanza da quello in Ibu Cup. È un momento magico per Patrick Braunhofer, che ha raggiunto la Squadra A a Ruhpolding, dove domani scenderà in pista nella sprint di Coppa del Mondo.
Dopo aver vinto a Lenzerheide in Ibu Cup Junior lo scorso dicembre, l’atleta del Centro Sportivo Carabinieri ha fatto un grande salto in avanti, dimostrandosi sempre solido al poligono e in netta crescita sugli sci. Per lui, quindi, sarà l’occasione di conoscere i ritmi della Coppa del Mondo, inserire questa esperienza nel suo zaino da portare poi dietro ai Mondiali Juniores di Orsblie.
L’abbiamo contattato in Germania, dove è in camera con Lukas Hofer, per conoscere il suo stato d’animo alla vigilia dell’esordio in Coppa del Mondo.
Ciao Patrick, complimenti per questa convocazione. Come hai reagito quando ti è stato comunicato?
«Sono diventato bianco (ride, ndr), non me l’aspettavo. È accaduto domenica sera, quando dopo cena stavo già pensando a prepararmi la borsa per la successiva trasferta di Ibu Cup ad Arber. Il nostro allenatore, Alex Inderst, ci ha riuniti per dirci che uno di noi sarebbe andato in Coppa del Mondo. Ero convinto avrebbero portato Daniele (Cappellari, ndr), che già lo scorso anno ha fatto il suo esordio e poche settimane fa è anche salito sul podio nella super sprint, invece hanno deciso di portare me per le mie prestazioni sugli sci. Non sapevo cosa dire, non ci ho capito più nulla (ride, ndr)».
I tuoi compagni di squadra come hanno reagito?
«Erano tutti felici per me, mi hanno festeggiato e soprattutto sostenuto. La cosa divertente è che domenica sera Irene (Lardschneider, ndr) ancora non sapeva che avrebbe esordito anche lei in Coppa del Mondo, quindi stava festeggiando me. La mattina successiva, poi, è venuta a dirmi che sarebbe partita con me».
La prima cosa che hai fatto?
«Ho subito chiamato i miei genitori, poi il mio miglior amico e infine tante altre persone che mi sostengono».
Sei riuscito a prendere sonno?
«No, domenica ho dormito veramente poco, ero troppo emozionato. Ma nelle due notti successive, una volta giunto a Ruhpolding, ho dormito da Dio».
A proposito: come sei stato accolto dalla squadra di Coppa del Mondo?
«Benissimo. Appena aperto la porta, sono venuti tutti da noi ad accoglierci. Poi Federica (Sanfilippo, ndr), mi ha fatto fare il giro dell’appartamento che abbiamo qui nella località tedesca. Lei viene dalla Val Ridanna come me, è una grande amica della mia famiglia, è anche la madrina di mio fratello. Sono stato accolti veramente bene da tutta la squadra, è un gruppo spettacolare, unitissimo. Appena sono entrato nell’appartamento mi sono sentito a casa, al punto che ieri in allenamento ancora non mi sembrava di essere in Coppa del Mondo. I miei compagni mi stanno aiutando tantissimo, a cominciare da Luki (Hofer, ndr), che è il mio compagno di stanza e mi sta spiegando tante cose, anche quelle pratiche, perché cambia moltissimo rispetto ai circuito che ho fin qui frequentato e non ero mai stato a Ruhpolding in inverno. Lui e tutti gli altri mi stanno dando consigli, sono disponibilissimi, quando ho una domanda mi rispondono e mi aiutano».
Hai già avuto modo di incrociare campioni come Johannes Bø e Martin Fourcade?
«Martedì li ho visti per la prima volta in allenamento, ma sono riuscito a restare abbastanza tranquillo. Tutt’ora non sento la tensione e l’emozione dell’esordio, ma credo che domani quando avrò il pettorale e vedrò attorno a me tutto quel pubblico le cose cambieranno».
Hai qualche dedica speciale?
«Si, voglio ringraziare innanzitutto la mia famiglia, gli amici, il Centro Sportivo Carabinieri e il mio sponsor, la Val Ridanna. Inoltre un grande grazie va anche agli allenatori e ai compagni della Squadra B, perché nel corso di tutta l’estate mi hanno supportato e soprattutto sopportato, perché sono un vero rompiscatole (ride, ndr)».
Come approccerai alla gara di domani?
«Mentalmente cercherò di non farmi distrarre e viverla normalmente come se fossi in Ibu Cup. Non ho alcuna pressione addosso, farò la mia gara, se va bene meglio, altrimenti non mi abbatterò. È la prima volta, sono qui per fare esperienza e conoscere dei ritmi di gara nuovi. Sono cresciuto tanto nel corso della stagione, se penso alle prime qualificazioni per l’Ibu e la tappa di Coppa Italia in Val Martello, dove ero andato molto male. Sicuramente domani darò tutto nella sprint». 

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