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Combinata Nordica – Alessandro Pittin: “Sono abbastanza soddisfatto ma i salti vanno migliorati”

Credits: Giovanni Auletta/Pentaphoto

Dopo il weekend sfortunato di Ruka, dove è stato costretto a saltare in condizioni difficili, Alessandro Pittin si è ampiamente rifatto a Lillehammer, nella seconda tappa della Coppa del Mondo, quando è entrato ben tre volte in zona punti, riuscendo anche a chiudere nei quindici la Gundersen di 5km, non la sua gara ideale.
Il friulano è quindi giustamente soddisfatto per quanto fatto in queste prime uscite, non soltanto individualmente ma anche di squadra. Ovviamente, però, Pittin vorrebbe essere ancora più in alto nelle classifiche, come ha ammesso in questa intervista rilasciata a Fondoitalia.
Ciao Alessandro. Sei andato tre volte a punti nella gare di Lillehammer, entrando anche in due occasioni tra i venti. Un buon inizio di stagione.
«Possiamo essere abbastanza soddisfatti di questo inizio stagione, anche se mi aspettavo di fare meglio sul salto, perché avevo chiuso l’autunno facendo diversi salti abbastanza buoni. Invece non sono ancora riuscito a essere competitivo come speravo. Tutto sommato non possiamo lamentarci, perché nonostante dei salti non di altissimo livello, non sono così lontano dai migliori, quindi si può leggere la situazione in modo positivo. Se dovessi migliorare nei salti potrei avvicinarmi ancora di più a loro. I tempi sul fondo, invece, non mi preoccupano più di tanto perché non sono ancora in condizione, ma già nelle ultime uscite a Lillehammer sono riuscito a fare abbastanza bene. In realtà anche in occasione della 5km di venerdì ho fatto una bella gara, perché quella distanza poco si adatta alle mie caratteristiche, invece sono riuscito a chiudere quindicesimo, non distante dai migliori. Probabilmente con una 10km avrei potuto concludere molto più avanti, nei migliori dieci. Nella mass start mi sono difeso bene nel fondo. Purtroppo già dopo pochi chilometri ero stanco, in quanto la gara è stata subito abbastanza dura, perché quelli davanti sono partiti forte e io dovevo risalire il gruppo essendo partito con un numero alto. Sono riuscito a essere praticamente per tutta la gara con i primi tre, una cosa tutt’altro che scontata, visto come era iniziata. Purtroppo ho fatto male nel salto, i due peggiori mi sono usciti fuori proprio sabato sia in prova sia in gara. Ho sprecato l’occasione di un ottenere un piazzamento tra i primi dieci, ma posso giudicarla un’altra bella gara. Infine la gundersen di domenica, quando le condizioni della neve erano difficili e i materiali hanno fatto la differenza; i nostri erano al top e mi hanno aiutato parecchio. Inoltre le sensazioni sono state migliori rispetto alle gare precedenti, sono riuscito a gestirla bene e fare un buon ritmo. Per me è stato importante, perché in passato, nelle prime uscite, non ero mai riuscito a trovarmi così bene senza un punto di riferimento che mi aiutasse a tenere alti i ritmi, calavo durante la gara».
Quali impressioni hai avuto dalla nuova mass start?
«Avevo avuto già modo di gareggiare con questo format tanti anni fa. Non è male. Probabilmente toglie un po’ di suspense perché, essendoci nella combinata un certo divario tra gli atleti nel salto o nel fondo, può accadere che già prima della serie di salto si possa capire chi vincerà, a differenza di quanto accade con il salto speciale. Poi ovviamente possono sempre esserci delle sorprese. Diciamo che una mass start tipo quella di sabato non mi dispiace perché si è disputata su un trampolino piccolo che non fa grande selezione e una pista complicata che ha dato modo di fare dei distacchi sugli sci. Le cose sarebbero andate diversamente se si fosse gareggiato su un trampolino grande e una pista più facile di questa, nella quale con una mass start i distacchi sarebbero più ridotti rispetto a una classica individuale. Infatti, chi è in difficoltà sugli sci potrebbe restare in mezzo al gruppo e stare abbastanza vicino nei tempi, diventando molto favorito rispetto alla normale Gundersen, quando partendo davanti farebbe la prima parte di gara da solo. Insomma il rischio è che se si facesse una mass start del genere, si rischierebbe di avere un risultato scontato già in partenza a vantaggio dei saltatori. Poi certo, come dimostra Riiber, per essere un grande combinatista devi andare forte sia sugli sci sia nel salto. Comunque, ricapitolando, il format non mi dispiace, secondo me due o tre mass start a stagione si possono fare perché almeno si cambia un po’».
Complessivamente sono stati positivi i risultati di tutta la squadra; un bel punto di partenza per voi.
«Si. Abbiamo avuto un po’ di difficoltà a Ruka, una gara solitamente difficile. Poi non dimentichiamoci le complicate condizioni meteo in quella giornata, che, insieme al modo in cui è stata gestita la gara, mi hanno penalizzato parecchio. Ci siamo ripresi bene a Lillehammer e siamo molto soddisfatti. Come squadra abbiamo ottenuto dei risultati più che positivi, il bilancio è buono, non credo ci si potesse aspettare di più. Adesso sappiamo qual è il nostro valore attuale e da qui dobbiamo crescere ancora. Sarebbe importante ottenere dei risultati costanti con tre atleti a punti, sia per il gruppo sia per le quote, in modo da non trovarci in difficoltà durante l’anno. Se dovessimo perdere quote di partecipazione si creerebbero dei problemi per tutto il movimento».
Prossimo appuntamento con la Coppa del Mondo sarà a Ramsau tra due settimane. Qual è il tuo programma di avvicinamento?
«Cercherò di recuperare al meglio in queste due settimane di pausa perché sicuramente l’inizio è stato duro. Non ci aspettavamo di dover allungare così tanto la permanenza al Nord, ma siamo stati costretti a farlo a causa delle condizioni meteo sulle Alpi. Un mese in Scandinavia è stato per noi abbastanza pesante e adesso abbiamo bisogno di recuperare facendo qualche giorno di allenamento tranquillo. Poi andremo in raduno, ancora non si sa bene dove, probabilmente proprio a Ramsau. Dovremo sfruttare al meglio questi allenamenti per sistemare le cose non andate bene nelle prime gare. Spero di riuscire a ritrovare sensazioni migliori sul salto per provare a essere più incisivo nel complesso di gara e riuscire a fare due gare solide con piazzamenti tra i primi. Non sarebbe male anche in vista del mese di gennaio e il proseguo della stagione»

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