A distanza di quattro anni Stefano Saracco è tornato nello staff tecnico della nazionale italiana maschile con il ruolo di allenatore responsabile. Dopo l’esperienza con la Slovenia e una lunga preparazione alla guida degli azzurri, sabato mattina partirà per lui da Ruka questa nuova entusiasmante avventura.
Lo abbiamo intervistato per farci descrivere le sue emozioni a pochi giorni dal via, fare il punto della situazione sugli azzurri, conoscere quali sono le sue aspettative sugli atleti della nazionale italiana e sui favoriti per la Coppa del Mondo, ma anche parlare dei giovani Under 23 e Under 20 che Saracco sta osservando con molta attenzione.
Buongiorno Saracco; qual è il suo stato d’animo a due giorni dal via della stagione?
«Naturalmente c’è un po’ di tensione, perché ho voglia di vedere come è andato il lavoro fatto fino adesso e capire a che punto siamo rispetto agli altri. Veniamo da mesi di duro lavoro, che abbiamo condiviso insieme agli atleti e tutto lo staff, compreso il fisioterapista Christophe Savoye. Ora si fa sul serio e noi avremo dalla nostra parte anche uno staff di skimen di alto livello, una pedina fondamentale da adesso in poi. A Rovaniemi ho visto abbastanza bene i ragazzi e sono quindi fiducioso per questa partenza. Certo, a Ruka è sempre durissima, come tutte le prime tappe della Coppa del Mondo, le più difficili del circuito. Per cui il risultato del weekend finlandese va preso sempre con le molle perché magari, come fatto da Chicco (Pellegrino, ndr) lo scorso anno, un nostro atleta fa una grande gara ma al massimo raggiunge la finale della sprint o entra nei quindici della distance, visto che a Ruka scandinavi e russi saranno già al massimo della forma. Diciamo che se Chicco già riuscisse a raggiungere la semifinale e un altro dei nostri atleti, magari Rasta (Rastelli, ndr) o Defa (De Fabiani, ndr), superasse il taglio delle qualificazioni, sarebbe già un risultato confortante. Mentre nella distance del giorno dopo sarebbe importante avere un paio di atleti che fanno punti. Nell’ultimo raduno ho visto bene Diddi (Nöckler, ndr) che potrebbe fare una bella prestazione nella 15 in classico, mentre Defa (De Fabiani, ndr) come sempre, se nella giornata giusta, può andare molto forte perché ha un grande motore e un fisico da atleta di alto livello. Francesco deve soltanto diventare al cento per cento conscio di quello che può fare. Gli manca ancora un ultimo step, perché in alcune gare si vedono le sue grandi qualità. Non si conquistano dei podi nelle distance di Coppa del Mondo per caso, se li ottieni significa che ci sei. Gli serve solo continuità, probabilmente deve fare un ultimo passo in avanti a livello mentale».
Insomma a Ruka si aspetta un livello molto alto dagli avversari.
«Gli Scandinavi e i russi saranno avanti, per loro è quasi una guerra interna perché hanno grande concorrenza e chi va forte a inizio stagione ha il posto assicurato per quasi tutta la Coppa del Mondo. Se qualcuno di loro non riesce ad andare bene subito, rischia di restare tagliato fuori. Per questo motivo si presentano già tutti al cento per cento».
A che punto è Federico Pellegrino?
«Nelle gare test di Rovaniemi ha fatto un’ottima qualificazione e si è comportato bene anche nelle batterie, dove in salita è andato molto bene e aveva forza fino alla fine, come ha mostrato anche nella finalina. Purtroppo, dai video che ho avuto a disposizione, credo non fosse al top con i materiali. Insomma se prendi due-tre secondi da Bolshunov nella qualificazione significa che nei trenta ci saresti stato sicuramente. Sono fiducioso quindi, sta bene, poi certo nelle batterie di finale servirà anche un po’ di fortuna. Sulla salita di Ruka sono però convinto che possa fare la differenza. Lo scorso anno si comportò benissimo ma spese un po’ troppo in semifinale e arrivò stanco in finale. Comunque ho ritrovato un atleta diverso rispetto a quello che avevo lasciato. Quando lo allenai in passato, si vedeva il suo grande talento ma tatticamente non era pronto come oggi. La sprint è una questione di particolari, lui è un calcolatore, la sua testa è un’arma in più».
Abbiamo parlato di De Fabiani e Pellegrino, ora passiamo agli altri tre presenti a Ruka.
«Come ho già detto, ho visto bene Diddi (Nöckler, ndr), che se conferma quanto fatto nei giorni scorsi sono convinto che farà un buon risultato nella 15km di domenica. Non vado oltre per scaramanzia. Gli abbiamo fatto fare un test solitario e anche in quel caso si è comportato bene. L’ho visto molto motivato, bello concentrato e con la voglia di ottenere un risultato di rilievo. Può far punti e posizionarsi bene anche se a Ruka è sempre durissima, ma io confido tanto in lui. Per quanto riguarda Giando (Salvadori, ndr), quelle di Ruka non saranno le sue gare ideali, lui preferisce gareggiare in skating e va molto forte sull’uomo. L’ho visto comunque molto bene nel corso dell’estate, a Bobbio ha addirittura migliorato il tempo record fatto registrare da De Fabiani. Ha alzato il proprio livello e si vede anche nel corso degli allenamenti, quando spesso si è messo in testa al gruppo, cosa che faticava a fare in passato. Rasta (Rastelli, ndr) in allenamento è sempre andato forte, anche negli anni passati, ma spesso non è riuscito a ripetersi in gara, faticando soprattutto nelle qualificazioni. Dopo gli ottimi risultati del finale della passata stagione, però, lui è molto carico, ha una maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Se fino a poco tempo fa era l’atleta forte in allenamento, dove faceva soffrire anche Chicco, ora sa di potersi ripetere anche in gara. Può superare il taglio della difficilissima qualificazione di Ruka, da lì in poi può accadere di tutto».
Sono rimasti fuori Bertolina e Zelger, che gareggeranno a Riale.
«Per quanto riguarda Stefan, e così anche altri giovani, non voglio buttarlo nel mattatoio. Sta facendo molto bene, è aggregato alla squadra A, ma ci tengo che venga in coppa per ottenere dei buoni risultati. Magari se venisse a Ruka e facesse cinquantesimo nella qualificazione, per me avrebbe fatto una buona gara, ma lui ragionando con la testa dell’atleta sarebbe deluso e questo potrebbe provocargli problemi. Meglio fare qualche gara in Coppa Europa, una competizione di tutto rispetto, e ottenere dei buoni risultati per crescere in fiducia. Per me gareggiare in Coppa Europa o nelle gare FIS non significa buttare tempo, ma è soltanto propedeutico a trovare la condizione giusta per prensentarsi pronto in Coppa del Mondo. Non butto lui e gli altri giovani al macello rischiando di bruciarli. Per quanto riguarda Berto (Bertolina, ndr) ha avuto diversi problemi fisici a causa dell’ernia che ancora oggi non gli consente di allenarsi al meglio delle proprie possibilità. In classico soprattutto questo gli provoca problemi, così abbiamo deciso insieme di accantonare completamente questo tipo di gare e concentrarci sullo skating. Domenica infatti sarà in gara a Riale e se dovesse fare molto bene lo porterò a Lillehammer la prossima settimana, altrimenti aspetterà la tappa successiva di Beitostølen. Ci tengo, però, passi il messaggio che se un atleta non viene convocato per la Coppa del Mondo, non significa che lo stiamo abbandonando. C’è il momento giusto per ognuno e oggi per lui è impossibile gareggiare in classico con questi problemi».
A proposito di giovani: ritiene ci sia qualcuno in grado di trovare spazio in Coppa del Mondo?
«Certo, soprattutto in alcune gare. Per esempio Gabrielli ha fatto molto bene nei test di Davos nella sprint. Lui ha spesso dei problemi nel fare il tempo nelle qualificazioni, quindi deve ancora crescere un po’ gareggiando in Coppa Europa. Però è un atleta che potrebbe fare il salto in Coppa del Mondo per le sprint, così come Hellweger. Vediamo poi pure gli altri per le distance, perché di giovani interessanti nella nazionale Under 23 ce ne sono molti ma noi, come ho già detto prima, non vogliamo bruciare nessuno. Ci tengo a sottolineare che teniamo d’occhio tutti, se ritenessimo pronto qualche atleta della formazione junior, non avremo alcun problema nel far esordire in Coppa del Mondo anche un Under 20. In estate sono rimasto molto stupito, per esempio, da alcuni giovani come Del Fabbro e Graz. Seppur sugli skiroll, non accade spesso di vedere degli junior fare tempi da senior. Ovviamente li abbiamo visti solo in estate e li osserveremo in inverno sperando che si confermino a quel livello, così come guarderemo con attenzione anche i loro compagni di squadra. Nessuno di loro, però, verrà portato in Coppa del Mondo per arrivare settantesimo, meglio fare Coppa Europa e crescere più gradualmente. Li chiameremo solo quando saremo certi che sono pronti».
A questo punto passiamo ai pronostici sulla Coppa del Mondo: sarà un nuovo dominio di Klaebo, oppure Bolshunov può batterlo?
«In queste settimane un’idea me la sono fatta. Per quanto riguarda le sprint, ci saranno quattro-cinque atleti che battaglieranno soprattutto in skating. Diciamo che con Klaebo, Bolshunov e Chicco, ci metto anche Chanavat, che ho visto migliorato e potrebbe fare un nuovo step quest’anno. Attenzione poi alla Norvegia, capace di tirarne fuori ogni anno qualcuno di nuovo. Per esempio a Beitostoelen ha impressionato Tefre. A Rovaniemi ho visto da vicino Bolshunov e devo dire che mi ha fatto davvero paura. Già lo scorso anno, anche se vinceva Klaebo, lui era sempre lì, quindi quest’anno potrebbe metterlo in seria difficoltà, avendo fatto un altro step. Attenzione poi anche a Ustiugov se recupera bene fisicamente, mentre per le distance ci sono i vari Sundby, Iversen che hanno una maggior continuità, Cologna e Manificat che non sono al meglio, Niskanen e altri scandinavi che sono un po’ meno continui. Ricapitolando, per la coppa vedo bene quindi Bolshunov, Klaebo e il solito Sundby. I nomi sono questi, non mi aspetto sorprese. Vediamo però come andranno le prime gare, dopo le quali tireremo le somme».
Fondo – Stefano Saracco: “A Ruka è sempre dura ma sono fiducioso”
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