Mancano ancora pochi giorni alla tappa di Ruka che darà il via alla Coppa del Mondo e vedrà in gara Greta Laurent e Lucia Scardoni. Un primo banco di prova per la rinata squadra femminile, affidata in estate a Simone Paredi, che ha l’obiettivo di rilanciare il movimento in rosa italiano. Il nuovo allenatore responsabile non sarà in Finlandia, ma seguirà le cinque atlete della Squadra A, che gareggeranno invece a Riale, dove sono in programma due distance valide come gare FIS.
Con la testa divisa tra Ruka e la Val Formazza, quindi, Simone Paredi ha parlato a Fondoitalia, per descrivere le proprie emozioni e le aspettative alla vigilia di una stagione importante, che deve segnare il primo tassello di rinascita per una squadra che lo scorso anno nemmeno era stata formata.
Buonasera Paredi; con quali emozioni arriva a questo primo weekend ufficiale della stagione?
«Sono abbastanza tranquillo perché ho la consapevolezza che abbiamo lavorato bene rispettando tutto il programma. Ogni cosa è andata secondo i piani, a parte qualche intoppo a fine estate con Anna (Comarella, ndr), che in questo momento è stato risolto e ora sta procedendo abbastanza bene. C’è ovviamente anche un po’ di curiosità, perché finalmente avremo un primo confronto diretto dopo gli ultimi raduni sulla neve. Voglio vedere a che punto siamo con il lavoro fatto. Non vedo l’ora di iniziare».
A Ruka vi presenterete con due atlete: Greta Laurent e Lucia Scardoni.
«Si. Per quanto riguarda Greta era una decisione presa già in estate. L’abbiamo lasciata lavorare con tranquillità, avendo ipotizzato con lei già ad agosto la partecipazione a Ruka e Lillehammer. Si è quindi unicamente concentrata su questo obiettivo senza doversi preoccupare di altro. Per quanto riguarda Lucia, abbiamo iniziato a pensarci già dopo i test fatti a Livigno alcune settimane fa quando abbiamo avuto anche un confronto con la Lampic. Non le avevamo detto nulla ma viste le sue buone condizioni, aspettavamo una conferma a Davos. Ne avevamo parlato con Marco (Selle, ndr) e Paolo (Riva, ndr). La sprint ci ha dato le risposte che cercavamo, tanto che già il venerdì sera avevamo preso il biglietto aereo. Lei, poi, ha addirittura vinto anche la distance del giorno dopo. Nel weekend Greta farà soltanto la sprint, mentre Lucia gareggerà entrambi i giorni, prima di tornare in Italia. La valdostana, invece, parteciperà anche alla tappa di Lillehammer, dove sicuramente farà la sprint e vedremo se sarà in gara anche nella distance in skating».
Se qualche atleta dovesse far bene a Riale, avrebbe possibilità di essere in gara a Lillehammer?
«Come abbiamo sempre detto, vogliamo partire con un profilo basso. Abbiamo già deciso che ci presenteremo con un contingente di cinque ragazze alla tappa di Beitostolen, quando è in programma anche la staffetta. Ovviamente, però, le porte sono sempre aperte e le ragazze sanno che se qualcuna di loro dimostrerà di meritarsi la Coppa del Mondo anche prima, non avremo alcun problema a mandarla. Quindi se a Riale una delle nostre atlete dovesse fare qualcosa di importante, potrebbe anche salire a Lillehammer».
Quanto accaduto con Lucia Scardoni, quindi, sarà un’ulteriore motivazione per le atlete.
«Certo, perché abbiamo fatto capire alle ragazze che se un’atleta dimostra di meritarsi la Coppa del Mondo, non c’è alcun problema a portarla anche nelle difficili tappe del Nord. Nei test di Davos, per esempio, erano presenti atlete di buon livello come Van der Graaff e Von Siebenthal, Lucia si è messa in luce e ci è sembrato giusto portarla. Insomma non abbiamo problemi a convocare per Lillehammer anche altre due atlete, se dovessero andar forte a Riale. Poi quando si gareggerà nelle località più vicine cercheremo di andare sempre a contingente pieno».
Ha qualche aspettativa particolare per Ruka?
«Non essendo mai stato direttamente nel circuito della Coppa del Mondo sono il primo a essere curioso di capire a che livello siamo. Mi auguro che entrambe possano qualificarsi e giocarsi poi le proprie possibilità nelle batterie. Sicuramente se dovessero superare il taglio della qualificazione, otterremmo un bellissimo risultato perché la prima gara della stagione è sempre molto complicata, in quanto scandinave e russe si presentano già a un livello altissimo perché si giocano i posti per Tour de Ski e Mondiali. Se la Norvegia può lasciar fuori Northug in campo maschile, significa che il livello è incredibile».
Come arrivano le ragazze al via della stagione?
«Più o meno stanno tutte allo stesso punto come preparazione. Quella che ha fatto un lavoro leggermente diverso è stata Greta (Laurent, ndr), perché doveva avere subito brillantezza per le sprint. Le altre hanno avuto un programma di avvicinamento simile, anche se abbiamo cambiato qualcosa con Lucia (Scardoni, ndr), quando è stato chiaro che avrebbe gareggiato nell’apertura di Coppa del Mondo e volevamo farla arrivare al meglio per la sprint. Mi aspetto molto anche dalle altre cinque che gareggeranno a Riale, mi aspetto miglioramenti da tutte, chi in classico e chi in skating».
Di Laurent e Scardoni abbiamo già parlato, concentriamoci ora sulle altre cinque, partendo dalle tre più esperte.
«Elisa (Brocard, ndr) ha fatto più o meno lo stesso percorso di preparazione svolto nelle ultime due stagioni. Se tutto va bene, dovrebbe avere subito un buon inizio e cominciare a ingranare la marcia alta già a Davos come ha sempre fatto. Ilaria (Debertolis, ndr) doveva innanzitutto guarire dai malesseri che l’avevano bloccata lo scorso anno. Ci è riuscita e si è allenata molto bene durante la preparazione, mostrando già in occasione della Sportful di essersi ritrovata. Mi aspetto tanto da lei, soprattutto in skating, visto che due anni fa ha ottenuto anche delle top ten. Ecco credo possa fare qualcosa di buono già domenica in skating qui a Riale e ovviamente pure sabato in classico. Per quanto riguarda Sara (Pellegrini, ndr), non l’ho seguita direttamente io in estate perché ha svolto buona parte della preparazione con le Fiamme Oro. È stata con noi negli ultimi raduni e ha lavorato molto bene. Sono convinto che sia molto motivata nel dimostrare di poter far parte di questo gruppo e ottenere poi i suoi primi punti in Coppa del Mondo».
Chiudiamo con le due più giovani, Caterina Ganz e Anna Comarella, che dopo aver vinto la Coppa Europa due anni fa, hanno avuto una stagione complicata.
«Caterina sta abbastanza bene, si è allenata nel migliore dei modi nel corso di tutta l’estate e fisicamente è a posto. Lei deve soltanto ritrovare un po’ di sicurezza, mettere da parte le paure che l’hanno frenata lo scorso anno, perché le qualità ci sono e quando riesce ad avere più convinzione nei propri mezzi le dimostra. Insomma deve solo essere convinta e motivata, perché può fare veramente bene. Per quanto riguarda Anna (Comarella, ndr), nel corso dell’estate non siamo riusciti a farla allenare sempre con costanza, ha avuto diversi problemi sugli skiroll e ha pure subito una brutta caduta a Seefeld.. A Forni Avoltri, in occasione degli Italiani di settembre, si sentiva molto stanca, così l’abbiamo fermata qualche giorno al termine del raduno al mare. Dal momento che ha messo gli sci ai piedi, però, è cambiata completamente, sembra proprio un’altra persona. Evidentemente soffre un po’ gli allenamenti sugli skiroll, visto che con gli sci ha mostrato cose diverse, ha un altro atteggiamento. Ora deve ritrovare un po’ di brillantezza, dopo aver saltato qualche lavoro nel corso dell’estate ma ha veramente tanta qualità. Ho parlato molto con lei e le ho detto di stare più tranquilla perché non deve dimostrare niente a nessuno. Che sia giovane e forte l’abbiamo già visto quando ha vinto la Coppa Europa. Ora deve solo rimanere tranquilla e crescere gara dopo gara, ha la nostra fiducia e nessuno deve metterle fretta».
Negli ultimi raduni avete trovato anche la squadra Under 23. Alcune di loro possono sperare di esordire in Coppa del Mondo già quest’anno?
«Le porte sono ovviamente aperte per tutte che dimostreranno di aver raggiunto il livello necessario per gareggiare in Coppa del Mondo. A Davos ho visto molto bene sia Francesca Franchi sia Cristina Pittin. Quest’ultima aveva fatto un’ottima impressione anche alla Sportful, quando la trentina non c’era. La Franchi però a Davos si è comportata benissimo in entrambe le gare. Martina (Bellini, ndr) e Chiara (De Zolt Ponte, ndr) sono al primo anno senior, quindi si stanno ambientando e dobbiamo lasciargli tempo. A Davos invece non era presente Monica Tomasini, mentre Ilenia Defrancesco non era al meglio, però la conosco bene e mi aspetto già molto da lei qui a Riale, perché è un’atleta che quando iniziano le competizioni tira fuori il carattere e sa sempre farsi valere. Per quanto ho visto ritengo che Renato (Pasini, ndr) stia facendo un bel lavoro, quindi diamo tempo a queste ragazze di crescere. Tutte hanno la possibilità di andare in Coppa del Mondo, se dimostreranno di meritarsela e di avere il livello per esserci. Per esempio al Tour de Ski avremo ben dieci posti che puntiamo a riempire e qualcuna contiamo di portarla. Non facciamo però il grave errore di dimenticare le atlete fuori dalla nazionale, che si sono allenate con i corpi sportivi e arriveranno agguerrite più che mai già a queste gare di Riale e proveranno a prendersi spazio per la Coppa del Mondo. Sarà un confronto interessante».
Diamo uno sguardo alle altre nazioni: cosa si aspetta? Chi è la favorita per la Coppa del Mondo?
«Essendo rientrata adesso in Coppa del Mondo, Therese Johaug sarà più agguerrita che mai. Se tiene i livelli visti a Beitostolen sarà difficile batterla. Per la vittoria della Coppa del Mondo, però, saranno decisive le scelte che verranno fatte a dicembre, su chi gareggerà o meno al Tour de Ski. La Kalla, che è data in gran forma, non dovrebbe farlo, mentre la Johaug sembra decisa a partecipare. Personalmente sono poi curioso di vedere all’opera la squadra statunitense, in particolare Jessica Diggins, perché da loro mi aspetto un nuovo step rispetto agli ottimi risultati ottenuti già lo scorso anno; faranno il salto di qualità. Anche la Weng, ovviamente, non può essere tagliata fuori, avendo vinto le ultime due edizioni della Coppa del Mondo. Per quanto ci riguarda, soprattutto nelle prime gare dovremo confrontarci con le nazioni che sono al nostro livello come Francia, Germania e Svizzera, prendere loro come punto di riferimento».
Heidi Weng, però, non ha fatto una grande impressione nelle gare di Beitostolen dello scorso weekend.
«Attenzione però a giudicare troppo i test e queste gare pre Coppa del Mondo, perché non puoi mai sapere a quale punto di preparazione un atleta ci arrivi. Insomma queste gare lasciano sempre qualche dubbio. In questi giorni ho parlato con i ragazzi che si stavano allenando a Rovaniemi e mi hanno riferito che per esempio i russi erano già al top perché per loro quelle gare erano delle qualificazioni alla Coppa del Mondo, mentre Chicco (Pellegrino, ndr) e Defa (De Fabiani, ndr) venivano da giorni di carico e li hanno utilizzati per allenarsi. Diciamo che soltanto sabato e domenica potremo comprendere il reale stato di forma degli atleti».