Nel weekend la città polacca di Wisła terrà a battesimo la XL edizione della Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci che, come l’anno scorso, sarà la prima delle discipline nordiche ad alzare il sipario.
Infatti lo sci di fondo e la combinata cominceranno settimana prossima a Ruka (Finlandia), mentre bisognerà attendere un altro weekend per biathlon e salto femminile.
Dunque saranno i saltatori ad aprire le danze. Andiamo a vedere, nazione per nazione, qual è la situazione al momento dell’inizio della nuova annata agonistica.
POLONIA
Qui regna la stabilità. Per il terzo anno consecutivo il movimento polacco sarà guidato da Stefan Horngacher e l’estate è stata tranquilla, consentendo a tutti di lavorare secondo i piani.
La stella rimane ovviamente Kamil Stoch, reduce da un’annata da dominatore in cui non solo ha conquistato oro olimpico, Tournée dei 4 trampolini e Sfera di cristallo, ma si è persino preso il lusso di aggiungere qualcosa di speciale nel conseguimento di ognuno di questi traguardi. Infatti ha vinto la Tournée realizzando il Grande Slam, impresa in precedenza riuscita una sola volta in sessantasei anni di storia, inoltre è diventato il primo saltatore over-30 a mettere le mani sull’oro olimpico individuale e sulla classifica generale.
Il trentunenne di Zakopane è già entrato nell’empireo dei più grandi di sempre, ma un ulteriore inverno di successi potrebbe consentirgli di contendere il ruolo di GOAT al finlandese Matti Nykänen. In particolare per lui l’appuntamento con la storia sarà a cavallo di dicembre e gennaio, quando cercherà di vincere la Vierschanzentournee per la terza volta consecutiva, filotto sinora realizzato solo dal norvegese Bjørn Wirkola negli anni ’60. Allo stesso modo, fregiarsi nuovamente della Sfera di cristallo gli permetterebbe di diventare il primo uomo a conquistarla back-to-back da 14 anni a questa parte.
Insomma, tutto lascia presagire che Stoch possa essere ancora da corsa per i traguardi più importanti. Tuttavia, come di consueto, non sarà certo l’unico polacco competitivo ai massimi livelli.
In particolare c’è molta curiosità attorno a Piotr Zyla, che lo scorso anno ha costantemente pagato dazio a causa di velocità di stacco deficitarie. Il trentunenne di Wisla ha lavorato alacremente sul particolare e durante il Summer Grand Prix ha mostrato decisi progressi in tal senso. Nel caso dovesse confermarsi anche su neve, allora non sarà sorprendente trovarlo regolarmente nella top ten e di tanto in tanto anche sul podio.
Più o meno sono gli stessi traguardi a cui può ambire Dawid Kubacki, la cui estate non è stata brillante come altre del passato. Tuttavia il ventottenne di Zakopane è cresciuto strada facendo e potrà senza dubbio ripetere il suo ottimo 2017-’18. Obiettivo conferma anche per Stefan Hula, il cui sogno nel cassetto è sicuramente quello di arpionare il primo podio di una carriera giunta al suo picco dopo aver compiuto i trent’anni.
Sarà interessante capire a quali livelli potrà proporsi Jakub Wolny e in particolare se riuscirà a effettuare un ulteriore step in avanti. Si avvicina il momento della verità per l’atleta di Bielsko-Biała, che nell’ultimo biennio ha potuto lavorare ininterrottamente con profitto a stretto contatto con i senatori del team, tra i quali ha cominciato a inserirsi anche dal punto di vista delle performance durante l’ultimo Summer Grand Prix. Se dovesse confermarsi anche durante l’inverno, allora non sarà sorprendente trovarlo nella top ten a più riprese.
Resta invece un oggetto misterioso Maciej Kot, che dopo lo strepitoso 2016-’17 ha perso il tocco magico e si è plafonato nella parte bassa della zona punti. L’estate non ha dato segnali incoraggianti, poiché il ventisettenne di Zakopane si è perennemente visto relegato al ruolo di numero sei di una squadra di cui solo dodici mesi fa era considerato la seconda forza.
Essendo padrona di casa, la Polonia a Wisla potrà schierare il gruppo nazionale, tuttavia alle spalle del sestetto appena descritto non si intravedono alternative concrete. I giovani, Tomasz Pilch in testa, appaiono ancora acerbi, mentre Aleksander Zniszczol e Klemens Muranka stanno assumendo i contorni di eterne promesse, al momento destinate alla Continental Cup (a meno di un clamoroso exploit proprio nell’ouverture dell’annata).
NORVEGIA
Alexander Stöckl sarà al timone del movimento norvegese per l’ottavo anno consecutivo. Tuttavia ai nastri di partenza della nuova stagione non è ben chiaro cosa ci si possa aspettare dalla squadra scandinava, che durante l’estate si è vista molto poco a livello internazionale e soprattutto ha dovuto fare i conti con tanti imprevisti.
In particolare Daniel-Andre Tande, indiscusso leader del team nell’ultimo biennio, ha dovuto osservare un lungo periodo di stop dopo essere stato colpito dalla sindrome di Stevens-Johnson in primavera. La sua condizione atletica è un’incognita, pertanto non sarebbe sorprendente vedere il ventiquattrenne più in difficoltà rispetto al recente passato, quando è stato uno dei contendenti per la conquista della Sfera di cristallo.
Le poche uscite estive e le voci provenienti dai Fiordi lasciano infatti intendere che, almeno all’inizio della stagione, il ruolo di numero uno del team possa essere assunto da Robert Johansson. Il ventottenne di Lillehammer è stato uno dei pochi norge in grado di lavorare senza intoppi durante gli ultimi mesi e la sua sensibilità in fase di volo è ormai proverbiale. Anche solo un piccolo miglioramento sulla spinta gli consentirebbe di diventare un pretendente al successo in quasi tutti i contesti.
Andreas Stjernen e Johann Andre Forfang hanno invece dovuto fare i conti con infortuni traumatici.
Il primo è stato a lungo indeciso se proseguire o meno la propria carriera, optando alfine per continuare. Tuttavia nel mese di giugno si è procurato una contusione ossea durante una sessione di allenamento in palestra, dovendosi fermare per alcune settimane. Il trentenne del Trøndelag ha centellinato le sue apparizioni agonistiche, dove ha comunque dimostrato una discreta competitività. In ogni caso il veterano, anche quando è al top della forma, storicamente necessita di qualche settimana prima di ingranare. Di conseguenza non ci sarebbe da stupirsi se il suo inizio di stagione fosse più opaco del consueto.
La situazione di Forfang è ben più misteriosa. A inizio agosto il ventitreenne di scuola Trondheim è stato vittima di un non meglio specificato incidente a causa di un lunghissimo salto sul trampolino di casa. La notizia è stata pubblicata esclusivamente da una testata locale, mentre la federazione e l’atleta hanno tenuto nascosto l’accaduto, svelando la natura delle conseguenze solo nel momento della piena guarigione. Di certo c’è che è stato interessato un legamento e che il talentuoso scandinavo ha dovuto osservare una pausa dagli allenamenti di due mesi e mezzo. Se la competitività di Tande e Stjernen è un’ equazione a un’incognita, quella di Forfang è un sistema a più equazioni e più incognite.
Dunque dei quattro campioni olimpici nella prova a squadre di PyeongChang, solo Johansson ha vissuto una off season serena.
Per quanto riguarda il resto del team c’è grande curiosità attorno ad Halvor Granerud. Nell’ultimo biennio il ventiduenne di Oslo ha mostrato lenti, ma costanti progressi e durante l’estate ha dato importanti segnali di ulteriore crescita. Che il 2018-’19 sia l’anno dell’esplosione? Possibile. Nel qual caso inizierà a frequentare la top ten con costanza.
Pregi e difetti di Anders Fannemel sono ben noti. Quando è al top della forma può lottare ad armi pari con chiunque, ma è storicamente atleta da alti e bassi con la tendenza a cominciare bene l’inverno per poi calare strada facendo. Copione peraltro verificatosi anche la stagione scorsa, dove dopo essere stato il primo norvegese a vincere una gara e aver concluso al terzo posto la Tournée dei 4 trampolini, si è visto escluso dal quartetto sia per il team event dei Mondiali di volo che per quello delle Olimpiadi.
Al novero delle incognite va aggiunto Marius Lindvik, autore di alcune impressionanti performance durante il 2017-’18 e campione del mondo junior in carica. All’inizio dell’estate il ventenne di Oslo aveva fornito segnali interessanti, ma ha successivamente smarrito competitività e sul finire della stagione su plastica faticava in Continental Cup. Non sorprende quindi che non sia stato selezionato per l’ouverture di Wisla, e debba cominciare la stagione nel piano cadetto. Anche lui rappresenta uno dei tanti punti di domanda a cui solo il campo potrà dare risposta.
Infine non va dimenticato come Kenneth Gangnes non abbia intenzione di arrendersi. Nonostante i 29 anni e i quattro legamenti crociati rotti, lo sfortunatissimo scandinavo vuole ritornare a gareggiare dopo due annate perse. Cionondimeno durante l’estate è riuscito ad allenarsi pochissimo e attualmente non può essere considerato arruolabile.
GERMANIA
Il 2018-’19 sarà l’undicesima stagione di Werner Schuster alla guida del movimento tedesco, per il quale inizia un quadriennio di capitale importanza. Infatti, oltre ai Giochi olimpici di Pechino 2022, in Germania è molto sentito anche l’appuntamento dei Mondiali di casa di Oberstdorf 2021.
In ogni caso si tratta di obiettivi a medio-lungo termine. Nell’immediato invece tutte le energie saranno concentrate sull’annata 2018-’19, al via della quale il team teutonico si presenta con due punte. Parliamo ovviamente di Richard Freitag e Andreas Wellinger.
Il primo è reduce dal miglior inverno della sua carriera e in molti si chiedono come sarebbe andato il 2017-’18 se il sassone trapiantato in Baviera non fosse rovinosamente finito a terra in quel di Innsbruck, quando era in testa con margine alla classifica generale. Vero è che con i se e con i ma non si fa la storia e che la caduta è stata principalmente colpa dell’atleta, tuttavia la sola esistenza del quesito dimostra la dimensione assunta dal ventisettenne originario di Nickelhütte Aue.
Durante l’estate si è rivelato pressoché evanescente, ma poco importa. D’altronde dodici mesi orsono Freitag aveva vissuto una stagione su plastica pessima, esplodendo poi con prepotenza una volta comparsa la neve. Dovesse riproporsi sui livelli dello scorso anno, Richard sarebbe un serio pretendente alla conquista della Sfera di cristallo.
Lo stesso ruolo potrebbe spettare anche a Wellinger, il quale però ha sinora manifestato un tallone d’Achille piuttosto evidente. Il bavarese non è mai riuscito a disputare un intero inverno ad altissimo livello. Nell’ultimo biennio si è espresso su prestazioni d’eccellenza assoluta per tre mesi su quattro, dimostrando però di avere una coperta corta sul piano della tenuta atletica. L’età è sicuramente dalla sua parte (nonostante sia sulla cresta dell’onda da più di un lustro, ha solo 23 anni), quindi sotto questo aspetto i margini di crescita non mancano. Sicuramente potrà togliersi grandi soddisfazioni nella gara secca, come peraltro testimoniato dall’oro olimpico individuale conquistato a febbraio. In ogni caso per considerarlo un vero candidato alla Coppa del Mondo sarà necessario sciogliere quest’incognita legata alla resistenza.
Dietro alle due punte, il movimento propone altri atleti di altissimo profilo a cominciare da Markus Eisenbichler. Dopo una lunga gavetta in Continental Cup, il ventisettenne bavarese ha vissuto due stagioni in cui si è attestato fra i primi dieci del mondo. L’obiettivo sarà sicuramente di ripetersi per il terzo anno consecutivo, magari arpionando anche quella vittoria di tappa sinora sempre sfuggitagli.
Dal canto suo Karl Geiger sogna di poter tenere un rendimento analogo. Il venticinquenne di Oberstdorf progredisce da tempo in maniera costante ed è stato il tedesco più brillante durante il Grand Prix. Fra gli addetti ai lavori c’è chi ipotizza possa proporsi con costanza fra le prime dieci posizioni, ma solo il campo potrà dare una risposta in tal senso.
Ha ambizioni più modeste Stephan Leyhe, il quale è comunque un punto fermo della squadra essendo in grado di fornire un rendimento molto solido con piazzamenti a ripetizione fra l’undicesimo e il ventesimo posto. Il ventiseienne di Willingen cercherà sicuramente di effettuare uno step in avanti, magari moltiplicando gli ingressi nella top-ten.
Questa notevole batteria di atleti potrebbe arricchirsi ulteriormente nel caso Severin Freund possa ritornare arruolabile. Il vincitore della Coppa del Mondo 2014-’15, reduce da una stagione persa a causa di due seri infortuni allo stesso ginocchio, è tornato ad allenare il suo rientro è programmato per la tappa di Kuusamo. Schuster ha però tenuto a sottolineare che sarà convocato solo se sarà ritenuto competitivo per classificarsi tra i primi 20. Comunque sia un suo comeback sarebbe indubbiamente un valore aggiunto per il team.
Non va inoltre dimenticato come in casa Germania vi siano due giovani estremamente quotati da tecnici che potrebbero crescere prepotentemente di colpi. Si tratta di David Siegel e Constantin Schmid. In particolare il primo, da sempre molto incostante e in passato considerato un potenziale big della disciplina, cerca quella consacrazione che, anche a causa di tanti piccoli acciacchi, tarda ad arrivare. Il secondo invece può saltare senza grosse pressioni. È ancora junior e avrà il proprio obiettivo principale nei Mondiali di categoria di Lahti. Qualunque risultato di peso sarebbe un guadagno inaspettato.
Infine cercheranno come sempre di trovare spazio in Coppa del Mondo due veterani di lungo corso quali Andreas Wank e Pius Paschke, destinati però a fare la spola tra il massimo circuito e quello cadetto. Quando verranno schierati al piano superiore, dovranno essere competitivi per l’ingresso in zona punti se vorranno mantenere il posto.
Per l’opening di Wisla, Schuster ha deciso di pescare sia tra la nuova generazione che tra i più esperti, affidando gli ultimi due pettorali a Siegel e Paschke. Tuttavia aspettiamoci cambiamenti già per Kuusamo, soprattutto se il rientro di Freund dovesse diventare immediatamente realtà.
AUSTRIA
In casa Austria la primavera è stata turbolenta a causa delle dimissioni presentate dal capo allenatore Heinz Kuttin, polemico sia con la stampa che con il proprio predecessore Alexander Pointner, il quale spesso ha criticato il successore proprio attraverso i media durante una stagione oggettivamente negativa. Nessuna gara vinta, evento che non si verificava dall’inverno 2000-’01, e un pesante zero alla voce medaglie olimpiche.
Dunque Kuttin se ne è andato sbattendo la porta dopo quattro anni, venendo sostituito da Andreas Felder. Scelta tutto sommato sorprendente, poiché anche quest’ultimo era reduce da forti critiche per la gestione del settore femminile. Al riguardo molti sono convinti che il cinquantaseienne tirolese, autentica leggenda della disciplina soprattutto tra i connazionali, sia solo un ombrello sotto cui il movimento agisce in autogestione, con gli atleti a venire seguiti principalmente dai rispettivi allenatori di club.
Alla luce del 2017-’18 avaro di soddisfazioni, l’intera squadra austriaca è alla caccia di riscatto. Anche perché i Mondiali di Seefeld 2019 saranno quelli di casa. Dunque vietato sbagliare.
La punta di diamante rimane Stefan Kraft, indubbiamente uno dei principali pretendenti alla conquista della Coppa del Mondo assoluta, da lui peraltro già vinta nel 2016-’17. Il venticinquenne salisburghese viene da un’annata arida, in cui però ha raccolto otto podi e concluso la classifica generale in quarta posizione. Quella che per molti sarebbe la stagione della vita, per lui è stata deludente. Tanto basta a spiegare la dimensione del soggetto, il cui sogno è sicuramente quello di ripetere la marcia trionfale di due anni orsono.
Come Kraft è salisburghese e classe 1993 anche Daniel Huber, la cui carriera è però sinora stata estremamente differente rispetto a quella del più illustre e blasonato conterraneo. Cionondimeno potrebbe improvvisamente cambiare dimensione e scrollarsi di dosso il ruolo di rincalzo del team rot-weiß-rot ricoperto fino a oggi. Viene infatti da un Summer Grand Prix di livello eccelso. L’atleta di Seekirchen è quindi chiamato alla prova del nove rappresentata dalla stagione su neve. Difficile possa ripetere i fasti estivi, ma il suo obiettivo potrebbe essere quello di proporsi come punto fermo della squadra e di installarsi a più riprese nella top ten.
Uno degli uomini più avidi di rivincita sarà Michael Hayböck. Il ventisettenne dell’Oberösterreich ha archiviato un 2017-’18 da dimenticare, anche a causa di ripetuti problemi fisici. Pregi e difetti del soggetto in questione sono noti, di conseguenza non si può credere che il suo livello sia quello visto lo scorso inverno. Mirerà sicuramente a tornare tra i migliori dieci del mondo, frequentando assiduamente le prime dieci posizioni con alcune puntate sul podio.
Si può fare un discorso simile per Manuel Fettner, che a differenza di Hayböck oltre al Land di provenienza ha anche qualche anno in più sul groppone (le primavere sono ormai 33), è dotato di caratteristiche molto diverse e un po’ meno di talento. Non è chiaro cosa ci si possa aspettare dal veterano tirolese. Se dovesse esprimersi al massimo del proprio potenziale, allora potrebbe anche di tanto in tanto frequentare i quartieri nobili delle graduatorie, altrimenti si dovrà accomodare in posizioni ben più umili.
In tanti sperano di ritrovare Gregor Schlierenzauer competitivo come un tempo. Il tirolese, giunto alla soglia dei 29 anni, da ormai un quadriennio non sale su quel gradino più alto del podio calcato ben 53 volte. D’altronde problemi di natura psicologica, infortuni e una tecnica di salto obsoleta sono tutti fattori che hanno contribuito a frenarlo. Eppure l’atleta più vincente nella storia della Coppa del Mondo non vuole gettare la spugna. Il 2018-’19 potrebbe essere l’inverno della verità per capire il suo reale potenziale attuale, perché per la prima volta dopo un lustro ha potuto lavorare senza intoppi durante l’off-season. Difficile possa ritornare il serial winner di un tempo, ma il talento non si perde. Al momento la prospettiva più probabile sembra quella di vederlo autore di alti e bassi, ma se tutto dovesse girare per il verso giusto i picchi potrebbero essere parenti stretti del podio.
C’è grande curiosità attorno a Philipp Aschenwald, ventitreenne tirolese di sicuro talento capace di proporsi a grandi livelli già durante la stagione 2015-’16 prima di perdersi completamente nel successivo biennio. Tuttavia il ragazzo di Mayrhofen è reduce da un’estate in cui ha dominato il circuito di Continental Cup, lasciando presagire che il 2018-’19 possa essere il miglior inverno della sua carriera. Vedremo la sua competitività alla prova del nove, tuttavia il miglior Aschenwald potrebbe togliersi soddisfazioni soprattutto quando sarà la sensibilità a fare la differenza. Al contrario, se le cose dovessero girare per il verso sbagliato, rischierebbe il posto.
D’altronde la concorrenza non manca e il settimo pettorale verrà inizialmente assegnato a Clemens Aigner, venticinquenne tirolese in grado di garantire piazzamenti nella seconda metà della zona punti con una certa regolarità. Per lui l’obiettivo sarà quello di fare meglio di qualche compagno di squadra proprio per mantenere il proprio diritto di cittadinanza nel massimo circuito.
In particolare scalpita Andreas Kofler, di ritorno da una stagione persa a causa di una malattia autoimmune. Il veterano di Innsbruck, 34 anni, si è reso protagonista di un’estate senza infamia e senza lode, vedendosi alfine escluso dall’ouverture stagionale. Cionondimeno se starà bene la sua competitività non dovrebbe essere molto dissimile da quella di Aigner e potrebbe anche essere superiore. Dovrà solo attendere la sua chance, che probabilmente non mancherà.
Tanti altri atleti sgomitano per un posto in Coppa del Mondo, ma ognuno di essi dovrà partire dalla Continental Cup e guadagnarsi spazio al piano superiore a suon di risultati.
SLOVENIA
Dopo sette anni la Slovenia ha cambiato guida tecnica. L’enigmatico 2017-’18, culminato con l’assenza di medaglie olimpiche, ha portato all’esonero dell’head coach Goran Janus e alla sua sostituzione con il giovane Gorazd Bertoncelj, il quale avrà il suo bel daffare per districarsi nel ginepraio sloveno.
Infatti la piccola nazione del Monte Tricorno è quella con il movimento più profondo in assoluto se si parla di atleti con ambizione di gareggiare in Coppa del Mondo. Almeno una dozzina di saltatori possono ambire con credenziali al massimo circuito e spesso i loro valori sono parecchio livellati, il che costringe lo staff tecnico a un costante turnover.
L’unica certezza è che il faro della squadra non sarà della partita a Wisla. Peter Prevc viene da una stagione deludente e da una off-season tormentata. Ad aprile si è deciso a operarsi per risolvere un problema alla caviglia sinistra che lo condizionava ormai cronicamente. Tuttavia ha commesso l’errore di forzare i tempi di recupero contro il parere dei medici, vedendosi costretto a tornare sotto i ferri dopo due mesi. Da lì il ventiseienne di Kranj ha optato per non prendere più rischi e recentemente ha dichiarato di sentirsi al 70%, indicando Engelberg come tappa più probabile per il proprio rientro. Il suo obiettivo sarà quello di trovare competitività in vista dei Mondiali di Seefeld, usando le competizioni precedenti come banco di prova e preparazione in vista dell’appuntamento iridato.
In contumacia del proprio saltatore più vincente di sempre, inizialmente la Slovenia punterà sulla quantità. Ai nastri di partenza del nuovo inverno le speranze maggiori per ottenere risultati di peso sono riposte in Anze Semenic, autentico “cavallo pazzo” essendo in grado di alternare prestazioni di livello assoluto a clamorose debacle. D’altronde il talento non manca, ma spesso e volentieri il venticinquenne tesserato per lo sci club di Trzic commette errori che gli impediscono di frequentare i quartieri nobili delle classifiche. Tutto dipenderà da lui e dalla sua capacità di evitare pasticci.
Al contrario Jernej Damjan dovrebbe rivelarsi una certezza. Al top della forma il veterano di Ihan è capace di piazzarsi costantemente nelle prime quindici posizioni, proponendosi a più riprese anche nella top ten se non addirittura vicino al podio. Nel suo caso sarà fondamentale la condizione atletica, perché a 35 anni non sempre si può essere al meglio, comunque sia il soggetto in questione ha dato dimostrazione di sapersi gestire egregiamente.
La Slovenia è al momento l’unica nazione con più di un teenager competitivo in Coppa del Mondo. In particolare nell’immediato vengono riposte grandi speranze su Timi Zajc e Zak Mogel, entrambi prodotti della scuola di Ljubno.
Il primo, classe 2000, ha già gareggiato costantemente nel massimo circuito durante l’inverno passato. Il secondo, di un anno più giovane, è invece una delle rivelazioni dell’estate, dove si è comportato benissimo nel livello cadetto. Sarà molto interessante capire quale potrà essere la competitività di ambedue. Per Zajc l’obiettivo sarà quello di installarsi costantemente nelle prime venti posizioni, cercando di far capolino nella top-ten. Per Mogel invece tutto dipenderà dalla sua capacità di adattarsi alle basse velocità di stacco che caratterizzano la Coppa del Mondo.
Per l’ouverture stagionale Bertoncelj ha deciso di punta sulla linea verde, convocando per Wisla anche Anze Lanisek e Bor Pavlovcic. Il primo, classe 1996, cercherà di scrollarsi di dosso la nomea di oggetto misterioso, poiché gli viene unanimemente riconosciuto un grandissimo talento che però raramente viene messo pienamente a frutto. Il secondo, nato nel 1998, qualche tempo addietro era considerato un enfant prodige. Per lui è già un successo aver guadagnato il posto per l’opening della Coppa del Mondo e dovrà difendere il pettorale a suon di piazzamenti in zona punti.
Il settimo e ultimo posto per Wisla è stato affidato in extremis a Tomaz Naglic. Scelta a sorpresa, poiché a meno di clamorose sorprese, il ventinovenne di Kranj ha come massimo obiettivo l’ingresso in zona punti.
Allo stesso modo stupisce l’esclusione di Tilen Bartol, ventunenne che nel tormentato 2017-’18 appariva in rampa di lancio e sembrava essere una delle poche certezze per il 2018-‘19. Però questo è l’emblema della situazione slovena, dove i valori sono estremamente fluidi e dove anche atleti del calibro di Robert Kranjec, Jurij Tepes, Domen Prevc, Nejc Dezman, Jaka Hvala e Ziga Jelar devono farsi da parte.
Ognuno di loro dovrà attendere la sua possibilità e, giocandosela bene, potrà diventare d’incanto un punto fermo del team. Soprattutto i primi tre citati probabilmente saranno competitivi per la top-ten non appena si gareggerà sui trampolini di volo.
GIAPPONE
In casa Giappone è stato rimodellato lo staff tecnico, ora formalmente guidato da Hideharu Miyahira. In realtà trattasi di mera operazione organizzativa, la sostanza rispetto al passato non cambia.
Con ogni probabilità la forza trainante del movimento nipponico saranno i fratelli Kobayashi. In particolare il più giovane dei due, Ryoyu, appare finalmente maturo per effettuare quel definitivo salto di qualità a cui è atteso sin dal suo esordio in Coppa del Mondo. Nel corso della stagione su plastica, fatta principalmente di competizioni del circuito interno, il ventiduenne di Hachimantai si è costantemente dimostrato il più forte tra i propri connazionali. Attenzione a lui, dunque, perché il talento è sopraffino e (se non sopraggiungeranno problemi fisici) durante l’inverno potrà togliersi diverse soddisfazioni, salendo a più riprese sul podio. Forse anche sul gradino più alto.
Il fratello maggiore Junshiro dal canto suo è reduce da un’annata di altissimo profilo e il suo obiettivo sarà quello di ripetere il 2017-’18, il che significherebbe installarsi costantemente nella top ten, issandosi sporadicamente vicino alle prime tre posizioni.
La terza forza in campo dovrebbe essere Daiki Ito che, a dispetto dei quasi 33 anni e tanti problemi alle ginocchia, non ha ancora alzato bandiera bianca. Il veterano di Shimokawa de facto ha perso l’intero 2017-’18, ma ha dato buoni segnali durante la stagione su plastica e se sorretto dalla salute potrà essere costantemente uomo da prime quindici posizioni con occasionali ingressi nella top-ten.
A proposito di veterani, vedremo nuovamente in azione il quarantaseienne Noriaki Kasai, ancora motivato nonostante si avvicini ormai ai cinquant’anni di età. Il monumentale atleta dell’Hokkaido viene da un inverno sottotono, eccezion fatta per quando è stato impegnato sui trampolini di volo, e ha dichiarato di aver lavorato alacremente sulla posizione di lancio negli ultimi mesi. A dire il vero i risultati nel circuito interno nipponico sono tutto fuorché incoraggianti. Anzi, raccontano di un saltatore in grossa difficoltà. Guai però a darlo per finito, perché in passato è già stato in grado di rinascere inaspettatamente più di una volta.
Non ha gettato la spugna neppure Taku Takeuchi, il quale resta atleta indecifrabile. Il trentunenne di Ilyama verosimilmente vivrà di alti e bassi. Si vedrà quali e quanti saranno i picchi di rendimento, ma in generale le sue performance potranno oscillare tra la parte bassa della top ten e la mancata qualificazione alla seconda serie, attestandosi sovente nel mezzo.
Lo staff tecnico ha deciso di dare fiducia a Naoki Nakamura, ventiduenne dell’Hokkaido con una carriera universitaria alle spalle. Il ragazzo ha dimostrato di avere talento e se dovesse esprimersi al meglio delle proprie possibilità non sarà sorprendente trovarlo in zona punti a più riprese. Discorso simile per Yukiya Sato, che partirà “dalla panchina”, essendo stato aggregato al team come settimo elemento. Tuttavia il ventitreenne dovrebbe essere utilizzato strada facendo, pronto a subentrare in sostituzione del connazionale dal rendimento peggiore
Bocciato, almeno per il momento, il giovane Yuka Iwasa, schierato costantemente durante il Grand Prix. Vista l’età juniores per lui l’obiettivo principale sarà ben figurare nei Mondiali di categoria di Lahti.
SVIZZERA
Per il terzo anno consecutivo sarà Ronny Hornschuh a guidare un movimento elvetico che presenta svariati motivi d’interesse.
In particolare i riflettori sono puntati su Killian Peier, propostosi come una delle rivelazioni dell’estate grazie a un Summer Grand Prix di altissimo profilo durante il quale si è piazzato costantemente nella top ten, issandosi addirittura sul podio per due volte. In particolare il ventitreenne dello Jura ha dimostrato di essere evoluto in maniera importante sul piano tecnico, trasformandosi da atleta monodimensionale a saltatore pressoché completo. Non gli si chiede di ripetere anche su neve il rendimento tenuto su plastica, tuttavia se dovesse confermarsi sui livelli estivi potrebbe diventare una presenza costante nelle prime venti posizioni delle classifiche, facendo di tanto in tanto capolino anche nella top ten.
La squadra rossocrociata potrà inoltre contare nuovamente su Simon Ammann, che non sarà più l’atleta di un tempo, ma dimostra di essere ancora estremamente motivato. Lo testimonia la decisione di cambiare materiali, abbandonando Fischer per tornare al marchio sloveno (un tempo Elan, oggi Slatnar) con cui ha ottenuto i primi successi della carriera. L’estate è stata giocoforza di adattamento ai nuovi sci. Vedremo cosa porterà l’inverno. Un Ammann al top della condizione potrebbe ancora togliersi soddisfazioni, avvicinando magari il podio o addirittura salendoci.
La terza forza del team rimane Gregor Deschwanden, il cui identikit è ormai noto. Nei “momenti sì” potrà ambire con regolarità alla zona punti, realizzando magari saltuari exploit. Nei “periodi no” invece non sarà un fattore in alcun modo. Per il ventisettenne originario del Canton Lucerna l’obiettivo sarà quello di entrare il più possibile fra i migliori trenta.
Al momento l’impressione è che l’unico altro atleta svizzero in grado di poter essere competitivo in Coppa del Mondo sia Andreas Schuler, per il quale il traguardo massimo sarà quello di superare costantemente le qualificazioni.
RUSSIA
Al termine della scorsa stagione la Russia ha rivoluzionato il proprio staff tecnico, con il capo allenatore Alexander Arefyev spostato a occuparsi del settore giovanile e sostituito da Evgeny Plekhov.
La nuova gestione è partita con il botto, poiché Evgeny Klimov si è rivelato la star dell’estate. Reduce da un inverno completamente anonimo, il ventiquattrenne ha dominato la scena durante il Summer Grand Prix, di cui ha conquistato con merito la classifica generale. Ora l’ex combinatista è atteso al riscatto anche su neve. I mezzi fisici e tecnici non sono in discussione, di conseguenza si può auspicare possa quantomeno proporsi agli stessi livelli del 2016-’17, quando è stato una presenza fissa nelle prime venti posizioni e ha sconfinato a più riprese nella top ten.
I mesi estivi hanno riconsegnato un Dimitry Vassiliev tirato a lucido. A dispetto dei propositi di ritiro, l’ormai trentanovenne di Ufa ha proseguito la propria carriera ritrovando una buona competitività, soprattutto quando la sensibilità in fase di volo è preponderante. Per lui l’obiettivo sarà di marcare quanti più punti possibile e soprattutto mantenere la salute, visti i tanti acciacchi alle martoriate ginocchia.
Come sempre Denis Kornilov resta indecifrabile. Il Grand Prix è stato pessimo, ma nel suo caso basterebbe l’accensione di un piccolo interruttore cerebrale per cambiare improvvisamente la situazione. Le premesse sono orribili, ma conoscendo il soggetto non sarebbe sorprendente trovarlo improvvisamente competitivo per entrare in zona punti.
La quarta forza del movimento resta Mikhail Nazarov, talentuoso e pasticcione. Il suo obiettivo iniziale sarà quello di superare le qualificazioni, cercando strada facendo quella stabilità tecnica sempre mancatagli.
REPUBBLICA CECA
La Repubblica Ceca è reduce da un 2017-’18 traumatico, passato in archivio come una delle peggiori stagioni di sempre del blasonato movimento mitteleuropeo. Non sorprende, quindi, che sia stato deciso un cambio di guida tecnica. Richard Schallert ha lasciato il timone del team dopo quattro anni, sostituito da David Jiroutek, di ritorno nella posizione di head coach già occupata tra il 2009 e il 2014.
In estate si sono notati dei segnali di vita, soprattutto per quanto concerne colui che rimane il faro della squadra. Le speranze di ottenere risultati di peso saranno infatti concentrate principalmente su Roman Koudelka, il quale dovrà verosimilmente fare da traino per l’intera nazione. Difficile ipotizzare quale possa essere il livello del ventinovenne boemo, che nel suo palmares vanta 5 vittorie in Coppa del Mondo, ma probabilmente l’obiettivo iniziale più verosimile sarà quello di piazzarsi costantemente nelle prime venti posizioni, cercando di scalare saltuariamente la classifica.
In generale sarà imperativo per lo staff tecnico cercare di recuperare il terzetto di giovani interessanti che aveva cominciato ad affacciarsi nel massimo circuito un biennio orsono, salvo poi perdersi completamente nella passata stagione. Di questi, solamente Viktor Polasek sarà della partita a Wisla. Il campione iridato junior 2017 ha generato qualche speranza durante l’estate e si è guadagnato un pettorale per l’opening di Coppa del Mondo. La speranza è quella di ritrovare su buoni livelli anche Tomas Vancura e Vojtech Stursa, i quali però non sono stati convocati per l’ouverture.
Così a cominciare l’annata da titolari saranno Cestmir Kozisek e Lukas Hlava. Il primo è stato pound-for-pound il miglior ceco dell’inverno 2017-’18, ma difficilmente potrà fare meglio di qualche saltuario piazzamento in zona punti (peraltro vitale per l’intero movimento, pena il rischio di scendere a tre pettorali strada facendo, a meno di un rendimento notevole del già citato Polasek). Il secondo, 34 anni, è ormai il veterano del team e viene da una buona estate. Le sua caratteristiche sono ben conosciute e nel suo caso fare capolino nei primi trenta andrebbe considerato un grande successo.
FINLANDIA
Al termine della scorsa stagione, Andreas Mitter non è stato confermato nel ruolo di head coach, venendo sostituito dal suo vice Lauri Hakola. Il movimento finlandese ormai non è neppure l’ombra della superpotenza che fu e, a meno di clamorose inversioni di tendenza, l’obiettivo massimo è fare saltuariamente ingresso in zona punti. Gli uomini più accreditati per provarci sono Antti Aalto, Jarkko Määttä, Andras Alamommo ed Eetu Nousiainen.
ITALIA
Per il terzo anno consecutivo il movimento azzurro sarà guidato da Lukasz Krucek. Le maggiori speranze di ben figurare sono riposte in Alex Insam, che se dovesse esprimersi al meglio delle sue potenzialità potrà ambire a far breccia in zona punti a più riprese. A Wisla il ventunenne gardenese sarà accompagnato dal solo Sebastian Colloredo, per il quale al momento l’obiettivo più verosimile appare quello di lottare per superare le qualificazioni. Si vedrà più avanti quali potranno essere le prospettive di Davide Bresadola, la cui estate è stata difficile, e Federico Cecon, reduce da una stagione su plastica buona per le sue potenzialità.
FRANCIA
Il movimento transalpino è uno dei pochi a dover fare i conti con un ritiro di peso. Infatti il trentaquattrenne Vincent Descombes Sevoie ha deciso di appendere gli sci al chiodo dopo tante stagioni di alto livello. Dunque spazio ai giovani, capitanati dall’interessantissimo classe 2000 Jonathan Learoyd, già capace di far capolino in zona punti durante lo scorso inverno. L’obiettivo sarà quello di replicare e possibilmente migliorare quanto di buono fatto vedere dodici mesi orsono. Al momento non si intravedono altri francesi competitivi per le prime trenta posizioni. Paul Brasme e Thomas Roch Dupland avranno come traguardo massimo quello di superare la qualificazione. Tuttavia non vedremo nessun transalpino a Wisla, con l’esordio fissato verosimilmente a Kuusamo.
RESTO DEL MONDO
Per quanto riguarda il resto del mondo, i saltatori con le possibilità e l’ambizione di entrare in zona punti si contano sulle dita di una mano. Guardando sulla sponda occidentale dell’Oceano Atlantico, sicuramente potranno togliersi soddisfazioni importanti sia il canadese Mackenzie Boyd-Clowes che lo statunitense Kevin Bickner. Entrambi sono uomini da svariati piazzamenti fra i primi trenta, con le qualità di avvicinare saltuariamente la top-ten.
Tale rendimento è quello che si augura di avere anche Vladimir Zografski, apparso in ripresa durante l’estate. Il talentuoso bulgaro si sta rialzando dopo un lungo periodo difficile e per essere competitivo dovrà cercare di limitare i danni alla voce velocità di stacco, suo storico tallone d’Achille.
Gli atleti di tutte le altre nazioni avranno come principale obiettivo quello di superare le qualificazioni e per ottenere di più avranno bisogno di condizioni particolarmente favorevole in una gara lotteria. Merita però una menzione d’onore l’intero movimento del Kazakistan, che seppur senza grandi prospettive onora costantemente l’impegno della Coppa del Mondo.
COPERTURA TELEVISIVA
Come sempre, l’intera stagione sarà trasmessa integralmente in diretta (qualificazioni comprese) sull’emittente televisiva Eurosport.