Alla fine ha vinto il no. Come emerso dai recenti sondaggi, a Calgary il 56,4% dei cittadini si è opposto al piano della città per l’organizzazione delle Olimpiadi 2026. Questo referendum, pur non essendo vincolante, dovrebbe costringere il consiglio comunale a rinunciare alla possibile organizzazione dei XXV Giochi Olimpici Invernali.
Calgary non è la prima città ad alzare bandiera bianca: in precedenza già Sapporo, Sion, Graz ed Erzurum hanno ritirato la propria candidatura per volontà dei cittadini o, nel caso della città turca, del CIO. A questo punto restano due sole alternative: Stoccolma e Milano-Cortina.
Tuttavia anche la capitale svedese potrebbe tirarsi indietro: l’amministrazione locale non appoggia la candidatura ed il governo nazionale è ancora in fase di costruzione dopo le recenti elezioni politiche. Poiché le città candidate devono dare garanzie al CIO entro il prossimo 11 gennaio, Stoccolma potrebbe rinunciare ed eventualmente puntare ai Giochi del 2030.
Per l’Italia potrebbe dunque arrivare la terza Olimpiade Invernale della sua storia dopo Cortina 1956 e Torino 2006. Preoccupante tuttavia la difficoltà nel trovare città disposte ad organizzare le Olimpiadi, soprattutto invernali: già per quelle del 2022 la scelta ricadde su Pechino quando l’unica alternativa era Almaty.
Calgary, al referendum per le Olimpiadi 2026 vince il no
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